La CGIL Marche, sulla scorta delle tante segnalazioni ricevute da ragazze e ragazzi iscritti al programma Garanzia Giovani, ha indetto un percorso di 9 assemblee in tutta la regione per raccogliere problemi, dare informazioni e confrontarsi sul tema Garanzia e sulle politiche del lavoro per i giovani.

Per il nostro territorio provinciale l’appuntamento è Mercoledì 25 Febbraio a Pesaro ore 21:00 presso la sede CGIL in Via Gagarin 179. L’incontro è aperto a quanti stiano avendo problemi con i pagamenti e la tassazione dei tirocini o necessitino di informazioni su Garanzia Giovani e le prossime misure previste (Servizio Civile, Auto Impiego, Formazione etc).

Il Progetto europeo Youth Guarantee (Garanzia Giovani) ha rappresentato una novità importante per il nostro paese. L’Italia, nonostante un tasso di disoccupazione dei 14-25enni al 44,2% (Istat 2014) e il costante aumento dell’emigrazione giovanile, non si era mai dotata di un sistema nazionale di garanzia giovani già presente invece in paesi come Svezia e Finlandia.

La CGIL si è spesa a partire dal 2009, nel contesto europeo e nazionale, affinchè anche nel nostro paese si prevedesse un’azione di sistema che investisse ingenti risorse per recuperare quei giovani usciti dal mondo della formazione e del lavoro e che hanno perso ogni speranza o volontà di rientrarvi.

L’aspetto sicuramente positivo dell’adozione del piano infatti è stato l’attenzione e l’investimento mirati ad un gruppo anagraficamente e socialmente molto preciso di persone: i cosiddetti NEET un acronimo che indica “Not in Education, Employment or Training” e identifica i giovani (tra i 15 e i 29 anni) che non studiano, non lavorano e non si formano. L’Italia ne ha 2 milioni e 110 mila (Istat, 2012), il 22,1% della popolazione giovanile italiana tra i 15 e i 29 anni, collocandosi sopra la Germania (10,7%), il Regno Unito e la Francia (14,6% entrambi), e persino sopra la Spagna che conta il 20,4%.

Il miliardo e 513 milioni di euro, previsti per il nostro paese dalla Garanzia Giovani, sono una cifra irrisoria nell’ottica di produrre nuova occupazione, ma potevano essere una cifra importante se integrati a fondi regionali mirati ad una riorganizzazione dei CIOF (Centri per l’Impiego l’Orientamento e la Formazione) per la presa in carico dei NEET. Non serve spiegare l’importanza strategica di recuperare una generazione che, lasciata andare alla deriva, sta producendo e produrrà costi molto gravi dal punto di vista economico e sociale.

Se questo progetto si era aperto all’insegna dell’opportunità il rischio che diventi un’occasione mancata è serio. Sicuramente l’occasione è stata mancata per il discorso sui Servizi Pubblici per l’Impiego. Sappiamo che in Italia il 2,7% dei giovani trova lavoro attraverso i centri per l’impiego, mentre il 38,1 % lo trova grazie ad amici, parenti e conoscenti. Questa situazione è inaccettabile e la risposta potrà passare solo attraverso una riorganizzazione dei Servizi. La CGIL l’aveva chiesto, nelle piazze e nelle sedi istituzionali, attraverso una specifica proposta affinché il Governo finanziasse la riorganizzazione dei CIOF.

Le cifre Eurostat parlano da sole: nel 2010, in piena crisi economica, l’Italia riduce invece di aumentare la spesa per i servizi all’impiego, già di per sé molto bassa rispetto alle necessità e alla media europea. In termini di PIL il nostro paese ha investito lo 0,029%, appena sopra la Romania (0,028%) e molto distante dallo 0,303% della Francia e dallo 0,378% della Germania. Mentre noi investiamo 500 milioni annui, la Germania investe 8,8 miliardi. Un operatore di orientamento in Germania segue una media di 27 disoccupati, potendo garantire così uno standard di servizio, in Italia il rapporto è di 1 operatore di orientamento ogni 200 disoccupati. Ad oggi i servizi per l’impiego continuano ad operare sotto organico, con personale assunto con forme precarie, senza formazione né corsi di aggiornamento e con risorse irrisorie.

Oggi l’esperienza Garanzia Giovani è partita e procede a macchia di leopardo nelle diverse regioni. Nelle Marche, oltre ai ritardi e le diverse problematiche emerse in questi mesi, è esploso un vero e proprio caso rispetto alla misura dei tirocini.

La Regione ha pubblicato il bando senza prima aver concordato con l’INPS le modalità di pagamento. Questo ha generato molti problemi e confusione sulle tempistiche e l’effettivo importo dei pagamenti. Nel giro di pochissimo tempo i fondi sono stati esauriti con 3.000 tirocini attivati a due mesi dell’inizio. Prima che però arrivasse lo stop alle richieste, altri 1.000 tirocini circa sono stati accettati ed ora sono sospesi nell’attesa di capire se e quando ci saranno le risorse per farli partire.

Dopo tre mesi ancora nessuno era in grado di dare informazioni certe ai tirocinanti su come e quando sarebbero stati pagati. A gennaio sono finalmente iniziati i pagamenti del primo mese di lavoro, ma esclusivamente ai primi 300 che hanno iniziato il tirocinio nel mese di ottobre 2014. Ora, dopo questa prima tranche, si dovrebbe procedere al pagamento del primo mese per i restanti tirocinanti, circa 2700 persone. I fondi ci sono sicuramente perché sono stati stanziati, ma sulle tempistiche dei pagamenti non c’è nessuna certezza. I soldi sembrano bloccati al Ministero del Lavoro e nel frattempo il tempo passa.

In questo clima surreale ai primi versamenti si scopre che l’Inps applica una tassazione del 23%, come per i redditi da lavoro dipendente, in barba all’Art. 11 del Tuir che prevede l’esenzione per casi come questo. I 500€ così diventano d’improvviso 385€ e ai ragazzi bisogna spiegare che, se il Ministero non interverrà a risolvere la questione, gli dovranno rilasciare il CUD e potranno recuperare i soldi solo con il 730.

Oggi la CGIL vuole impegnarsi in questo percorso assembleare anche per fare pressione su Regione e Ministero del Lavoro affinché si giunga ad una soluzione che non penalizzi chi ha creduto nel progetto e ora prova delusione e rabbia.

In questa situazione, dagli elenchi dei tirocini pubblicati sul sito della Regione e dalle segnalazioni ricevute dai diretti interessati, i progetti sono senza reali sbocchi occupazionali o possibilità di crescita professionale. Inoltre questi tirocini spesso e volentieri sono stati attivati su sollecitazione dei diretti interessati. Non c’è stata insomma una profilazione efficace delle aziende ospitanti e dei soggetti da coinvolgere. Sono stati quelli più attenti alle notizie e più attivi nella ricerca che si sono dati da fare per cercare autonomamente delle aziende e chiedere il patto d’attivazione.

Il mancato intervento sul sistema dei servizi dell’impiego ha determinato una situazione inaccettabile, il fatto cioè che l’accesso alla misura GG sia stato negato proprio ai più deboli, coloro i quali non hanno accesso internet e in generale ai media che hanno trasmesso le informazioni, i giovani stranieri e italiani per cui le parola “garanzia giovani” e ” Centro per l’impiego” non hanno alcun senso, i giovani scoraggiati per cui l’intercettazione e l’accoglienza si devono necessariamente legare all’aspetto motivazionale che deve essere curato precedentemente all’intervento stesso.

In ultima analisi dobbiamo chiederci se lo strumento del tirocinio così com’è vada bene o se sia necessaria una sua messa in discussione affinché, come la CGIL chiede da tempo, sia garanzia di un’effettiva formazione e non di lavoro dipendente mascherato. Avallare questa deriva per cui “piuttosto che niente è meglio piuttosto” significa togliere dignità al lavoro, innescare concorrenza sleale tra le aziende e inquinare ulteriormente il mondo del lavoro che in Italia conta già 46 forme contrattuali diverse e che dal 2012 con il tirocinio in salsa Fornero rende possibile un mese di lavoro a 350€ senza contributi e senza diritti.

La CGIL ha scelto di non essere tra i soggetti accreditati del progetto Garanzia Giovani. Questo significa che pur svolgendo attività di orientamento e monitoraggio non percepisce per queste azioni dei soldi. Una scelta che ci garantisce maggiore autonomia di giudizio e che nessuno oltre a noi ha fatto. Quella che è stata la posizione fino ad oggi della CGIL è rintracciabile sul sito nazionale www.cgil.it alla voce politiche giovanili e sul sito www.marche.cgil.it nell’apposita area dedicata a Garanzia Giovani dove sono pubblicati gli interventi fatti nel corso di questi mesi.

Per evitare che un elettrodomestico abbia maggiore garanzia di un giovane cittadino l’invito è a partecipare all’assemblea del 25 febbraio e a contattarci all’indirizzo garantiamoci@marche.cgil.it o su Facebook alla pagina “CGIL Pesaro Urbino” e sul gruppo “Info Garanzia Giovani – PESARO URBINO” per avere informazioni o segnalare problemi.

Jacopo Cesari

Responsabile SOL CGIL Pesaro Urbino (Servizio Orienta Lavoro)

 

Facebooktwitter