Autunno caldo per sanità e ospedali

I sindacati chiedono di incontrare Di Bernardo dell’Area vasta «Nosocomi dell’entroterra depotenziati e non ancora Case della salute» ` Battistelli (Rsu): «Il piano è rimasto solo sulla carta Siamo penalizzati sui posti letto, i disagi si sentono eccome»

L’EMERGENZA Dalla costa all’entroterra sarà un autunno complicato per la sanità pesarese.

Più personale e incremento dei posti letto sono sostanzialmente le richieste che giungono da tutto il territorio. Più in generale però i sindacati chiedono un’attuazione del Piano Sanitario che, per quanto riguarda le Case della Salute ad esempio, è rimasta lettera morta.

E dal primo settembre nei Pronto Soccorso di Pesaro e Fano sarà attivo un servizio di sorveglianza armata per garantire la sicurezza del personale e dei pazienti.

AREA VASTA

Le associazioni dei lavoratori sono ancora in attesa di un incontro con il neo direttore dell’ Area Vasta 1 Carmine Di Bernardo.

E c’è chi non nasconde un certo disagio. «Comprendo le incombenze di un dirigente sanitario appena nominato – commenta il segretario provinciale della Fp-Cgil Roberto Rossini – ma è già passato un mese dall’insediamento del nuovo direttore. Siamo pronti a richiedere una convocazione d’urgenza: dobbiamo iniziare a confrontarci».

Ma al di là delle presentazioni di rito il problema dell’entroterra riguarda le strutture di Cagli, Fossombrone, Sassocorvaro e, in parte, di Pergola: ospedali che vengono gradualmente depotenziati senza però nel frattempo essere trasformati in Case della Salute come previsto dal Piano regionale. «La filosofia che sta alla base del Piano è condivisibile ma non può tradursi in un semplice depotenziamento dei piccoli ospedali: serve una reale riconversione in Case della Salute ma per adesso non c’è nulla – commenta Fabio Battistelli della Rsu – Le priorità? Efficientamento della rete d’urgenza/ emergenza per i cittadini, la definizione della contrattazione decentrata e una reale attuazione del piano della Salute».

Nelle 4 strutture dell’entroterra dall’11 luglio scorso il medico del Pronto Soccorso svolge contemporaneamente servizio di 118. E non mancano i disagi. «Non possiamo nasconderci dietro a un dito: ci sono momenti in cui i disagi si avvertono e i servizi per i cittadini ne risentono – continua Battistelli – Il problema di fondo però resta quello della mancanza di posti letto. Siamo la provincia più penalizzata delle Marche».

MARCHE NORD

Ma se l’entroterra piange, la costa non ride di certo. In attesa del nuovo capitolo del romanzo “ospedale unico” che chiarisca chi tra Fano e Pesaro sceglierà il sito della struttura, i sindacati denunciano la difficile situazione dei Pronto Soccorso delle due città.

Diventata, a loro dire, insostenibile. E dal primo settembre è attivo anche un servizio di sorveglianza armata nei due Pronto Soccorso. «Purtroppo più di una volta sono successi disordini a causa di ubriachi che si presentavano al Pronto Soccorso per farsi curare – commenta Lanfranco Biagiotti della Rsu – Dal primo settembre ci sarà dunque un vigilantes armato per garantire la sicurezza. Non una presenza fissa ma che farà più passaggi nel corso della nottata. Al di là della questione sicurezza le priorità restano quelle già denunciate in passato: carenza di personale integrativo e di letti. Non ci sono posti per ricoverare i pazienti che si presentano al Pronto Soccorso».

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