Appello di Cgil Cisl Uil, funzione pubblica e sindacati pensionati

PESARO, 6 febbraio 2021 – CGIL CISL e UIL congiuntamente con le loro rispettive categorie dei dipendenti pubblici e dei pensionati, esprimono preoccupazione per il rallentamento della produzione del vaccino anti covid 19, da parte delle case farmaceutiche e auspicano che a breve siano trovate modalità di produzione diversificate che includano anche una produzione italiana.
È inconcepibile, che la campagna vaccinale sia messa in difficoltà a causa di problemi di produzione e di distribuzione dei vaccini, dopo che da mesi si vive una situazione drammatica sia sul piano sanitario che su quello economico.
Va assolutamente garantita la regolarità del piano vaccinale in tutta la provincia, a partire dalle persone in età più avanzata che rappresentano la fascia di popolazione più a rischio.
Questa situazione di estrema incertezza, obbliga a ripensare fin da subito alla esigenza di avere una rete vaccinale molto capillare in tutto il territorio, soprattutto in vista della seconda fase di vaccinazione.
E’ necessario un cambio di passo perché, non si ripeta più quanto è avvenuto durante la prima fase: le sigle sindacali stigmatizzano il comportamento di coloro che si sono rifiutati di vaccinarsi, come anche di coloro che, eventualmente, ne hanno approfittato consapevolmente.
CGIL, CISL, UIL, stigmatizzano in particolare l’atteggiamento di alcuni lavoratori, che con il loro comportamento ostativo a vaccinarsi, hanno creato disorientamento e paure nella popolazione circa l’efficacia dei vaccini pur avendo tutte le competenze scientifiche per un comportamento responsabile e professionale.
Vaccinarsi non è una opzione etica. Chi è in possesso della conoscenza dei dati scientifici sui vaccini non può innescare dubbi ma deve aiutare ad acquisire la necessaria consapevolezza sull’utilità della vaccinazione, per superare la pandemia in atto, così come hanno fatto, responsabilmente, la maggioranza degli operatori sanitari (medici, infermieri, tecnici), che si sono sottoposti “volontariamente” alla vaccinazione.
Per le organizzazioni sindacali, il primo passo da compiere è quello di coinvolgere in modo organizzato i medici di famiglia, perché così facendo sarà possibile raggiungere tutti coloro, gli anziani, le persone sole, quelle non autosufficienti e i loro caregiver, che risiedono nelle località più lontane dai punti di vaccinazione previsti.
E’ necessario assicurare uno sforzo maggiore affinché sia raggiunta in tempo breve e con la massima capillarità tutta la popolazione residente nella nostra provincia. Per questo, si richiede di programmare al meglio la campagna vaccinale, dal primo contatto, al profilo logistico, dalla distribuzione delle dosi, al numero degli operatori coinvolti.
Per far fronte al più grande sforzo collettivo del nostro Paese, si devono coinvolgere tutte le forze disponibili, e anche noi siamo disponibili fin da subito a fare la nostra parte.
CGIL, CISL, UIL, hanno un’organizzazione molto radicata nel territorio, che conosce i bisogni della popolazione, e che ci permette di svolgere un’informazione diffusa e capillare.
Per questo, è forte il convincimento che solo collaborando potremo centrare l’obbiettivo per risolvere questa situazione e ridare fiducia e serenità agli anziani e ai cittadini che ormai da troppo tempo sono provati dall’emergenza sanitaria, sociale e economica.
Non si può temporeggiare ancora, è tempo di agire.

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