Cosa ci dicono i dati di maggio sulla Cassa integrazione nella  provincia di Pesaro Urbino?

A maggio le ore di CIG in provincia di Pesaro e Urbino ammontano a 334mila: 206mila di CIG ordinaria, 107mila di CIG straordinaria e 20mila ore di CIG in deroga; rispetto a maggio 2015 si osserva un aumento complessivo (+13%).
Sono i dati Inps elaborati dall’Ires Cgil Marche.

Se si considera il valore totale di ore autorizzate nei primi cinque mesi del 2016 (2 milioni di ore) viene in evidenza una riduzione rispetto al periodo “gennaio-maggio” del 2015 pari al 15,6% determinata in massima parte dal calo della CIG in deroga.

Di seguito alcune delle principali evidenze per ogni tipologia di cassa relative al periodo “gennaio-maggio”.

CIG ordinaria: rispetto ai primi cinque mesi del 2015, per lo stesso periodo del 2016 le ore sono complessivamente in aumento (+36,8%) con incrementi che interessano tutti i principali settori.

CIG straordinaria: rispetto ai primi cinque mesi del 2015 le ore complessive nel 2016 aumentano del 17,9%. Diminuiscono le ore nel settore del mobile (-48,1%) ed aumentano considerevolmente per la chimica, la meccanica ed il calzaturiero.

CIG in deroga: rispetto ai primi cinque mesi del 2015 le ore complessive nel 2016 diminuiscono in modo drastico nel complesso e per i singoli settori.

DatiCig_Pu

Per Simona Ricci, segretaria generale Cgil provinciale: “Anche i dati sugli ammortizzatori sociali a maggio 2016 confermano ancora una volta il fatto che la lieve ripresa congiunturale che si era registrata nel 2015 non è stata sufficiente a frenare l’emorragia di posti di lavoro che si è avuta nello stesso anno, con un crollo degli occupati in provincia di Pesaro. Infatti, anche il mese di maggio ci racconta di come la cassa integrazione ordinaria sia ripresa a crescere nei settori più importanti del nostro territorio, meccanica, legno, tessile-abbigliamento e commercio al minuto, con tutto il terziario in generale. I volumi di ammortizzatori sociali richiesti fino a maggio 2016, raggiungono in alcuni casi i livelli del 2012 e 2013.
Se si pensa, poi, che i criteri di concessione degli ammortizzatori sono stati resi più rigidi con il Jobs Act, e che le imprese con meno di 5 dipendenti sono a tutt’oggi prive di qualsiasi ammortizzatore sociale contro la crisi, il timore è che i posti di lavoro, anche quest’anno, continueranno ad essere cancellati da una crisi che si sta rivelando pesantissima.”

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