Graduatoria servizio civile regionale – Garanzia Giovani 2022

In ottemperanza a quanto previsto nel Bando Regionale Garanzia Giovani – Misura 6 – Servizio Civile Regionale, si pubblica la seguente graduatoria di selezione relativa al Progetto Assistenza e Tutela Individuale 3”.

Ente proponente:  CGIL Marche – sede di Pesaro

Posti totali disponibili: 4

Graduatoria provvisoria – Selezione servizio civile 2022 CGIL Pesaro e Urbino

Sede Montecchio di Vallefoglia – posti disponibili: 1

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE PUNTI CV /40 PUNTI COLLOQUIO /60 TOTALE
/100
PERLINI ENRICO 05/11/1998 PRLNRC98S05L500W 8,08 50 58,08

Sede Fano – posti disponibili: 1

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE PUNTI CV /40 PUNTI COLLOQUIO /60 TOTALE
/100
SECCHIAROLI MATTEO 16/07/95 SCCMTT95L16L500F 8,3 30 38,3

Candidati esclusi

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE MOTIVAZIONE
DE MARCO MIRIAM 30/08/1995 DMRMRM95M70D643K ESCLUSA PER MANCATA ISCRIZIONE GARANZIA GIOVANI

Sede Urbania – posti disponibili: 1

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE PUNTI CV /40 PUNTI COLLOQUIO /60 TOTALE
/100
CALABRESE LUCIA 10/10/1994 CLBLCU94R50L500M 8 20 28*
  • Non raggiunto punteggio minimo per idoneità

Candidati esclusi

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE MOTIVAZIONE
BOCCIA GIOVANNI 09/04/1999 BCCGNN99D09L500Z NON PRESENTE AL COLLOQUIO

Sede Pesaro – posti disponibili: 1

Candidati esclusi

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE MOTIVAZIONE
FERTADI IOAN GHEORGHE 08/07/1993 FRTNHR93L08Z129E ESCLUSO PER MANCATA ISCRIZIONE GARANZIA GIOVANI
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Lavoro stagionale, perchè domanda e offerta non si incrociano

Incontro pubblico organizzato dalla Filcams CGIL provinciale giovedì 14 luglio alle 16.30

Pesaro, 12 luglio 2022 – In questa estate rovente non solo dal punto di vista climatico, si riaccende il dibattito sul lavoro stagionale. Numerosi imprenditori del settore lamentano la mancanza di manodopera e, talvolta, l’impossibilità di proseguire l’attività.

I ‘lavoratori stagionali’ replicano sostenendo che i salari sono troppo bassi, ai limiti dello sfruttamento.

Un tema che la Filcams Cgil Pesaro Urbino ben conosce e che ha deciso di approfondire in un incontro pubblico dal titolo: “Il lavoro nel turismo: diritti, salari e prospettive di sviluppo nella provincia di Pesaro e Urbino”, in programma giovedì 14 luglio, alle 16.30, nel cortile di Palazzo Gradari (Grà) a Pesaro in via Rossini 24.

Un focus sulla situazione del settore anche in considerazione delle polemiche legate al reddito di cittadinanza che per alcuni sarebbe la causa principale delle difficoltà nella ricerca di lavoratori e lavoratrici.

Con questo incontro la a Filcams Cgil Pesaro e Urbino inaugura la prima di una serie di iniziative sul tema che coinvolgeranno anche altre province.

La Filcams, categoria Cgil che si occupa del terziario, infatti, si confronterà sui temi legati al comparto del turismo: dagli stagionali ai precari alle potenzialità di uno dei settori più strategici per l’economia del Paese; dal mancato rispetto delle norme contrattuali all’importanza di formazione continua per lavoratori e imprese; dall’emersione del sommerso alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; dallo sviluppare una sensibilità comune per dare ossigeno al settore alle politiche attive per il lavoro.

All’incontro di giovedì 14 luglio l’introduzione è di Barbara Lucchi, segretaria generale Filcams Cgil provinciale e Cgil Marche.

 La tavola rotonda, coordinata dal giornalista Luigi Benelli, vedrà la partecipazione del sindaco di Pesaro Matteo Ricci e di Roberto Rossini, segretario generale Cgil Pesaro e Urbino. 

Partecipano anche: Amerigo Varotti, direttore generale di Confcommercio Marche Nord, Federico Scaramucci, presidente Assoviaggi di Confesercenti Pesaro e Urbino, Stefano Landi, presidente SL& Turismo e Territorio Roma e di Fabrizio Russo, segretario Filcams Cgil nazionale.

E’ un incontro aperto a lavoratrici, lavoratori e la cittadinanza tutta.

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Al via la campagna di assemblee su salute e sicurezza nel lavoro

Dal 21 febbraio e per una settimana i sindacati tratteranno il tema della sicurezza

PESARO, 17 febbraio 2022 – Anche nella nostra provincia dal 21 febbraio e per una settimana CGIL, CISL e UIL e le rispettive organizzazioni di categoria organizzeranno assemblee sindacali in modo capillare e diffuso, per discutere di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Purtroppo, malgrado le tante iniziative di sensibilizzazione – si legge in una nota unitaria –  che ciclicamente come sindacato abbiamo organizzato e continueremo ad organizzare, il tema della salute e sicurezza nel lavoro, nel nostro Paese non viene affrontato come meriterebbe dalle Istituzioni e dal sistema delle imprese. Gli infortuni, mortali e non, si susseguono quotidianamente e sui giornali se ne parla ma sembra non essere sufficiente affinché si investa di più in termini di controlli, dispositivi di sicurezza, processi produttivi e formazione dei lavoratori. Aggiungiamo anche la lotta alla precarietà e alle forme di sfruttamento che riguardano sovente i giovani, le donne e i cittadini extracomunitari.

La tutela del lavoro, della salute e sicurezza è cruciale, ma ad oggi non è adeguatamente garantita.

I recenti infortuni mortali che purtroppo hanno visto coinvolti due ragazzi che, in forme diverse quali: stage e tirocinio in alternanza scuola lavoro, hanno riportato all’attenzione di tutti il tema di quali condizioni di lavoro trovano i giovani lavoratori o i giovani in formazione nel loro primo contatto con il mondo del lavoro. In altri casi la reiterazione di forme di stage (che troppo spesso appaiono come uniche opportunità per inserirsi nel lavoro), vengono svolti in condizioni non idonee in termini di sicurezza sul e nel lavoro. Per questa ragione le assemblee che abbiamo deciso di indire nelle aziende, saranno l’occasione per concentrare l’attenzione dei lavoratori in relazione e in rapporto dialettico con stagisti e tirocinanti, affinché si possa diffondere sempre di più una cultura della sicurezza che a partire dai lavoratori, possa diventare patrimonio comune di tutta la cittadinanza.

 Segreterie CGIL CISL e UIL provinciali

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Calo occupazione: donne e giovani sotto i 30 anni più penalizzati

Dati Inps elaborati da Ires Cgil Marche. Silvia Cascioli segretaria confederale Cgil Pesaro: serve ripensare le politiche del lavoro, fiscali, di sostegno al reddito e contrattuali

Pesaro, 5 gennaio 2022 – L’Ires Cgil Marche ha elaborato i dati Inps su come si è caratterizzato il lavoro dipendente nel 2020 , anno della drammatica crisi sanitaria economica e sociale causata dalla crisi pandemica da Covid19, che ha prodotto gravi ripercussioni sulla situazione occupazionale e salariale.

Nel 2020 nella provincia di Pesaro e Urbino risulta occupato un totale di 105 mila lavoratori dipendenti privati, con una riduzione di circa il 2% rispetto all’anno precedente : tale decremento è causato dagli effetti della pandemia anche se questi sono stati sicuramente mitigati dal massiccio intervento di ore di Cassa integrazione.

Andando ad analizzare I dati più specifici della tipologia contrattuale si evince che, nonostante siano cresciuti complessivamente i lavoratori a tempo indeterminato, un lavoratore su tre ha un rapporto di lavoro part-time ed è aumentato il numero dei lavoratori stagionali; si evince anche un numeto importante di lavoratori dipendenti con contratti di somministrazione e contratti intermittenti, anche se in diminuzione rispetto al 2019, sicuramente dovuto a una contrazione degli addetti in particolare nel settore del turismo e del terziario in generale dove vi è un uso frequente di questi contratti precari.

Quello che però viene purtroppo confermato dalla analisi dei dati è che sono le donne che hanno pagato maggiormente il calo dell’occupazione (nel 2020 risulta il 2,4 % di lavoratrici in meno e l’1,7 % di lavoratori in meno)e gli occupati under 30 ( il crollo maggiore rispetto alle altre fasce di età) che sono lavorarori dipendenti prevalentemente precari e con orario parziale .

Anche per quanto che riguarda le retribuzioni medie lorde annue percepite nella provincia di Pesaro e Urbino registriamo un decremento rispetto all’anno 2019 del 7% : dentro questo dato negativo delle retribuzioni generali si registra purtroppo una forte differenza retributiva di genere: le lavoratrici percepiscono in media il 35 % in meno dei loro colleghi maschi, differenza dovuta ovviamente anche dal maggior utilizzo per le lavoratrici del part-time o dei contratti a termine. Ma anche nei rapporti di lavoro a tempo pieno e indeterminato le lavoratrici percepiscono il 16,4 % in meno dei colleghi maschi.

Oltre alla differenza di genere si registra anche dal lato retribuzioni una perdita di reddito importante nela fascia dei giovani lavoratori con meno di 30 anni , I quali sono esposti a lavori precari discontinui o part time involontari .

“Ancora una volta quindi – sottolinea Silvia Cascioli, segretaria confederale CGIL Pesaro Urbino -, a rischio di povertà sono soprattutto le donne e i giovani.

I dati complessivi rivelano che c’è una questione salariale complessiva da affrontare con urgenza, perchè la scarsità retributiva incide inevitabilmente sul futuro pensionistico delle persone, che rischia di essere sempre più incerto e povero ; bassi livelli retributivi implicano anche un ripensamento delle politiche del lavoro, delle politiche fiscali, di sostegno al reddito e delle politiche contrattuali”.

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Conerobus Spa cerca personale

La Conerobus Spa di Ancona (in via Bocconi 35 telefono 071.2837411 – fax 0721.2837433)    ha aperto una graduatoria per l’assunzione di “operatore qualificato di ufficio” e un’altra graduatoria di lavoratori di contratto di apprendistato a tempo pieno o part- time per il conseguimento del profilo professionale di “operatore di esercizio”.

Per tutte le informazioni leggere i bandi in allegato

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Graduatoria servizio civile regionale – Garanzia Giovani 2020

In ottemperanza a quanto previsto nel Bando Regionale Garanzia Giovani – Misura 6 – Servizio Civile Regionale, si pubblica la seguente graduatoria di selezione relativa al Progetto “Assistenza e Tutela Individuale”.

Ente proponente:  CGIL Marche – sede di Pesaro

Posti disponibili: 2

Graduatoria provvisoria – Selezione servizio civile 2020 CGIL Pesaro e Urbino

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE PUNTI CV /40 PUNTI PROFILO
/10
PUNTI COLLOQUIO /60 TOTALE
/110
TOMASETTI MARTINA 27/01/95 TMSMTN95A67L500W 12 7 60 79
CECCHINI GIULIA 29/02/96 CCCGLI96B69G479X 8 7 40 55
CARDONI LORENZO 29/03/99 CRDLNZ99C29D488A 6,64 7 40 53,64
MORINI SUSY 11/02/94 MRNSSY94B51C357O 7,64 1 40 48,64
DRAGUTINOVIC SANJA* 06/11/95 DRGSNJ95S46G479E 36


* Ammessa con punteggio minimo per assenza patto di servizio

Candidati eslcusi

COGNOME E NOME DATA DI NASCITA CODICE FISCALE MOTIVAZIONE
PUGNALI MARIKA 16/02/94 PGNMRK94B56944I NON PRESENTE AL COLLOQUIO
GAUDIOSI ALESSANDRO P. 29/09/01 GDSLSN01H29F839A ESCLUSO PER ASSENZA PATTO DI SERVIZIO PROT. R. M. 1270124 del 6/11/20

Clicca qui per scaricare la graduatoria in formato PDF

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Cgil Pesaro Urbino solidale con i lavoratori iraniani

Il Segretario generale della Cgil Pesaro Urbino Roberto Rossini,  a nome di tutta l’organizzazione, è tra i firmatari di un appello a favore dei lavoratori iraniani sottoposti a continue violazioni dei diritti da parte del regime.
“La continua violazione dei diritti dei lavoratori in Iran da parte del regime teocratico, soprattutto dopo la pandemia da coronavirus, ha causato milioni di disoccupati.
Il salario medio di un lavoratore in Iran è circa 90 dollari e ci sono molti lavoratori che non ricevono nemmeno questo irrisorio stipendio.
La diffusione del coronavirus, che ha causato problemi in ogni parte del mondo, in Iran ha le acquistato le dimensioni di una catastrofe. L’occultamento dei dati della pandemia da parte delle autorità del regime è sicuramente è una chiara violazione dei Diritti Umani ed è bene che se ne occupino i tribunali internazionali. Secondo fonti interne il drammatico numero delle vittime cresce giornalmente e ha superato 50 mila persone.
Secondo fonti di stampa governativa in Iran oltre il 90% dei lavoratori sono a contratto a tempo determinato. Questi lavoratori non sono soggetti a nessuna tutela e non percepiscono neanche il salario minimo. Il Centro statistico iraniano qualche mese fa fornito il numero 3 milioni e 200 mila lavoratori completamente disoccupati. Nel senso che non hanno alcun reddito e si trovano sotto la soglia della povertà assoluta e in situazioni disperate. L’alto tasso di disoccupazione fa sì che i lavoratori accettino qualsiasi salario e siano del tutto disarmati di fronte alle continue pressioni del governo. Secondo fonti di stampa e delle stesse autorità di regime ci sono molti lavoratori che non ricevono il salario fino a 14 mesi.
Ciò nonostante i lavoratori iraniani non sono fermi a rivendicare i loro diritti. Durante l’anno 2019 si contano oltre 1.700 azioni di protesa, scioperi e sit-in in tutto il Paese, alcuni durati per giorni o settimane.
Nell’anno in corso c’è stato un aumento del movimento di protesta dei lavoratori iraniani, vista la drammatica situazione economica dovuta all’incapacità e alla corruzione diffusa degli uomini al potere.
Occorre costringere le autorità iraniane a togliere il monopolio dei dispositivi sanitari dalle mani dei pasdaran e delle forze di sicurezza e mettere a disposizione dei quadri medico-sanitari per la sicurezza dei lavoratori.
Noi chiediamo fermamente all’Organizzazione Internazionale del Lavoro e all’Alto Commissariato dei Diritti Umani di difendere i diritti fondamentali dei lavoratori iraniani, di condannare in questa situazione di piena pandemia la violazione dei diritti da parte del regime religioso iraniano e di diffondere le notizie della lotta dei lavoratori iraniani condotta con coraggio e sacrificio”.
Giugno 2020

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Primo Maggio 2020: il lavoro in sicurezza per costruire il futuro del nostro territorio e del Paese

La riflessione dei segretari generali di Cgil Cisl e Uil Pesaro e Urbino sulla Festa dei Lavoratori

“Mai come in questo periodo la festa del lavoro può darci il senso e lo stimolo di guardare al futuro con spirito di speranza e voglia di ricominciare, di ripartire e far ripartire il Paese.
Il lavoro, da sempre, è quel mezzo necessario al sostentamento ma è anche il principale strumento di emancipazione dal bisogno e di riscatto sociale, e che ci permette di svolgere un ruolo nel processo di crescita collettiva.
Mai come in questo periodo di enormi difficoltà causate dalla pandemia, dalla conseguente emergenza sanitaria e alle tragedie vissuta da tante famiglie con i tanti lutti che hanno segnato la nostra provincia.
Oltre a queste terribili conseguenze il nostro presente e il nostro futuro saranno inevitabilmente segnati da una fortissima crisi economica e produttiva, che già ha inciso profondamente nella vita dei lavoratori e nel tessuto produttivo del nostro territorio.
Le settimane e i mesi che abbiamo di fronte, segneranno di certo una fase significativa di enormi difficoltà, nel mondo del lavoro, ma potrebbe anche essere l’occasione per fare quello che in tanti hanno teorizzato solo sulla carta, prima di questa emergenza: agire finalmente su quel modello produttivo, che già aveva evidenziato tutti i suoi limiti con l’ultima crisi economica.
E’ giunto il momento di mettere in atto un’azione collettiva, in grado di apportare quelle necessarie riforme nel tessuto produttivo del nostro Paese, per convertire e rendere effettivamente sostenibile il nostro sistema economico e sociale.
Dobbiamo pretendere che il ritorno alla normalità non sia il ritorno al “mondo che abbiamo conosciuto prima della pandemia”, con le sue dinamiche di sfruttamento senza limiti delle persone, delle risorse e dell’ambiente. Dovremmo invece sforzarci di immaginare e mettere in atto quelle innovazioni anche di carattere culturale, che hanno fondato le loro teorie sulle raccomandazioni che il modo scientifico ha lungamente preannunciato e che tanti governi hanno deciso di ignorare.
La pandemia non è un inevitabile “castigo divino”, ma la conseguenza di comportamenti collettivi e scelte politiche che hanno sposato teorie economiche e finanziarie, insensibili verso i principi di solidarietà, prudenza e sostenibilità.
In questi decenni sono prevalse le teorie che privilegiano l’individualismo, l’arricchimento esasperato (senza minimamente considerare il tema di una equa distribuzione della ricchezza), la finanziarizzazione dell’economia e lo sfruttamento incondizionato delle risorse.
E’ maturo il tempo di una rivoluzione culturale che abbia al centro la collettività e non il singolo, che guardi al mondo come all’unica casa comune per tutti e non più come a una risorsa da sfruttare per l’avidità di pochi.
Occorre che lo Stato e le pubbliche amministrazioni ritrovino il senso ed il profondo valore che la Costituzione gli attribuisce, cioè quello di unici soggetti titolati alla tutela dell’interesse pubblico, ritrovando in questo la forza e la volontà di agire nella economia, non solo in termini regolatori, ma anche agendo come soggetto attivo.
Le politiche di intervento pubblico a sostegno dell’economia, di investimento in infrastrutture e in “asset strategici” non vanno più considerati come tabù o vecchi strumenti del secolo scorso come affermato dal pensiero neoliberista degli ultimi decenni egemonizzando l’agire politico, saranno invece l’unica soluzione alla crisi economica e produttiva indotta dalla pandemia.
Solo con un importante piano di investimenti pubblici, di stimolo alla domanda interna, potremmo uscire da una condizione di enorme difficoltà economica e produttiva. Occorre che le forze sociali del lavoro, le organizzazioni di rappresentanza del mondo produttivo in ogni sua declinazione, il privato sociale, insieme alle pubbliche amministrazioni del nostro territorio e dell’intero Paese, trovino con forza la capacità di “fare sistema”, di abbandonare alcune logiche particolaristiche e di specifici settori e per una volta, cerchino di immaginare politiche e azioni comuni, per programmare e realizzare un sistema produttivo, sostenibile, innovativo, che possa trainare una ripresa che garantisca benessere collettivo e diffuso.
Un sistema che garantisca ambienti di lavoro sicuri, salubri e che abbandoni le logiche di separatezza e indifferenza che stavano profondamente minando, soprattutto negli ultimi decenni, anche il nostro modello di sviluppo e di vita locale.
Abbiamo bisogno di risolvere alcuni nodi cruciali che ci trasciniamo da anni, dal punto di vista delle infrastrutture logistiche e sociali, così come abbiamo bisogno di abbandonare quei modelli produttivi che troppo spesso basavano la loro sostenibilità sullo sfruttamento del lavoro e sulla sua precarietà. Dobbiamo garantirci la sostenibilità e la tutela del patrimonio ambientale e culturale del nostro territorio, piuttosto che fossilizzarci su vecchi modelli produttivi a bassa marginalità di prodotto e scarsa capacità di investimento.
E’ necessario concentrare gli sforzi su l’economia circolare che tutti noi lodiamo senza però investirci concretamente.
Dobbiamo puntare sulla formazione e sulle capacità delle nuove generazioni e non abbandonarle in percorsi di competitività al ribasso per costruirsi il proprio futuro.
La volontà di determinare il nostro futuro è nelle nostre mani. Mai come oggi abbiamo capito che i comportamenti e le decisioni collettive ci mettono nelle condizioni di determinarlo. In questi obiettivi, nella consapevolezza che nulla accade per caso, riscopriamo il senso di questo Primo Maggio: Il valore del “noi” ha molta più forza e senso del valore dell’”io”. Buon Primo Maggio e buon lavoro a tutti noi.”

Roberto Rossini (CGIL)  Maurizio Andreolini (CISL)  Paolo Rossini (UIL)

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Lettera CGIL, CISL e UIL alle associazioni datoriali per il rispetto normative sanitarie per emergenza Coronavirus

Signor Prefetto, spettabili Presidenti,

con la presente CGIL CISL e UIL della Provincia di Pesaro e Urbino chiediamo che tutte le associazioni datoriali si impegnino senza alcuna riserva a garantire da parte delle imprese loro associate, il totale rispetto delle normative sanitarie previste dal Governo per l’emergenza Coronavirus all’interno delle imprese in cui la produzione è ancora consentita dall’ultimo decreto di ieri 11 marzo 20120.

Siamo consapevoli della fondamentale importanza della tenuta economica ed occupazionale della nostra provincia, che è messa fortemente a repentaglio da questa condizione di pandemia, ma riteniamo che il diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori sia un valore primario e imprescindibile e come tale da tutelare prima di ogni altra cosa, tanto più in un territorio dove i presidi sanitari pubblici sono messi a dura prova dall’emergenza Coronavirus e dove con spirito di abnegazione e grande senso di responsabilità, il personale sanitario e non, sta facendo ogni sforzo per curare e arginare il diffondersi del virus.

Clicca qui per scaricare il documento completo

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