PESARO, 20 novembre 2020 – Lo Spi Cgil Pesaro e Urbino interviene sul caso dei contagi da covid nella Rsa di Cantiano.

“Questa notizia – scrive – ci fa precipitare dolorosamente nella drammatica situazione della prima ondata della pandemia. Tutti gli osservatori ci avevano avvisato che con l’approssimarsi dell’inverno ci sarebbe stato un riacutizzarsi del contagio e per scongiurare che accadesse di nuovo avevamo chiesto una nuova organizzazione del sistema di prevenzione, assistenza e cura per evitare i tragici errori del passato che sono costati la vita a molti anziani.

Ciò che è successo con il Covid, non si sarebbe dovuto più ripetere, e abbiamo chiesto di rivedere l’intero sistema di assistenza, cura e prevenzione nelle strutture per gli anziani, che sono le persone più fragili”.

Loredana Longhin, segretaria generale Spi Cgil provinciale aggiunge: “Già nelle settimane scorse, abbiamo chiesto (insieme a FNP Cisl e UILP) all’Asur , a Area Vasta 1 e agli Ambiti sociali territoriali di approfondire la situazione dell’assistenza agli anziani non autosufficienti ospiti delle strutture residenziali extra-ospedaliere sanitarie e socio sanitarie. In particolare, oltre che conoscere i dati generali riguardo il contagio, è per noi necessario verificare lo stato di attuazione delle procedure e dei percorsi finalizzati alla prevenzione e alla gestione dei contagi da Covid-19 all’interno delle strutture. Chiediamo chiarezza per evitare che gli errori del passato si ripetano – conclude Loredana Longhin-. Non basta isolare i pazienti affetti dal Covid è necessario rivedere le norme di autorizzazione e convenzionamento delle strutture, ma non solo serve più personale, più assistenti, più infermieri, più medici, e infine più formazione del personale”.

Finora per evitare il contagio le strutture Rsa hanno nuovamente interrotto tutte le visite parenti così come previsto dai DPCM e in questa situazione di distanziamento forzato e di separazione gli anziani fragili soffrono ancora di più e si ammalano di più. Dobbiamo sperimentare nuove pratiche – sostiene lo Spi – gli esempi di strutture che hanno trovato modalità originali per far abbracciare gli anziani, ci sono ma altrove. Fare qualcosa di più è possibile, e lo vogliamo fare anche qui. Lo Spi – Cgil su questo tema aveva suggerito alla Regione Marche alcune sperimentazioni, ma ad oggi ancora sono rimaste lettera morta.
Le vicende che hanno attraversato in questi mesi le Rsa devono essere l’occasione per riflettere su alcuni temi. Ci dice drammaticamente di un ripiegamento, di un cedimento dell’indirizzo e del controllo pubblico il cui ripristino non può assolutamente essere il ritorno al passato, e il nuovo non è una disputa tra pubblico e privato, bensì su quali investimenti saranno necessari per qualificare e modernizzare questi fondamentali servizi. Penso che senza indirizzo e investimenti pubblici avremo meno Rsa e poca innovazione e non possiamo più permettercelo perché è chiaro che gli anziani stanno pagando un prezzo altissimo.

Il paese vive al suo interno una delle più grandi trasformazioni sociali mai avvenute: l’invecchiamento della popolazione. Il paese è rappresentato da oltre un terzo di persone anziane e il sistema di protezione sociale e di welfare deve adattarsi a quella condizione, per cui abbiamo bisogno di un diverso sistema sociosanitario universale. E anche guardare l’invecchiamento come un’opportunità sociale può essere una grande occasione. E noi dovremmo guardarlo ancora più attentamente per capire quanto sia importante riportare nel territorio il sistema sanitario come sistema integrato. Ci piacerebbe discutere tutto ciò nei luoghi deputati.

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