La CGIL valuta negativamente la riforma costituzionale, giudicandola un’occasione persa per semplificare e rafforzare le istituzioni pubbliche.

Le nuove disposizioni costituzionali delineano un assetto contraddittorio in cui all’intenzione dichiarata di dar voce alle istituzioni decentrate si accompagna una centralizzazione statale delle competenze e dei poteri; alla dichiarata volontà di semplificare il procedimento legislativo, si risponde con procedure con lo rendono ancora più tortuoso e incerto; al dichiarato orientamento di dar voce a i cittadini, si risponde riducendo gli spazi di rappresentanza e intervenendo in modo inefficace sugli strumenti di democrazia diretta.

La condivisibile volontà di semplificare il sistema istituzionale al fine di rafforzarlo e renderlo e renderlo più efficiente, dunque, si sta traducendo in una semplificazione volta a ridurre il perimetro pubblico e gli spazi di rappresentanza, ignorando la complessità politica e sociale del Paese e rinunciando all’esercizio della mediazione come strumento di risoluzione dei conflitti all’interno dello spazio pubblico.

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