Barbara Lucchi: altissimo il picco dei contagi tra i lavoratori del commercio, preoccupazione per il settore del turismo. La fase 2 per noi è ancora emergenza

PESARO. 15 maggio 2020 – La Filcams Cgil rappresenta gli addetti del commercio, del turismo e dei servizi; un mondo variegato, con settori differenti e caratteristiche specifiche i quali, rispetto alla crisi sanitaria hanno reagito in maniera differente l’uno dall’altro. Esordisce così Barbata Lucchi segretaria generale della categoria per spiegare che l’ingresso nella fase due per i suddetti settori mantiene un forte carattere di emergenza anche nella nostra provincia.

“Molte aziende hanno dovuto ridurre o sospendere la normale attività altre invece l’hanno vista aumentare come le imprese di pulizia in appalto presso gli ospedali e una parte delle aziende del commercio, quelle che somministrano generi alimentari e di prima necessità, che hanno invece registrato un a crescita importante delle vendite ea conseguentemente turni di lavoro più lunghi e più pesanti- scrive Barbara Lucchi-.

Gli addetti del commercio, delle farmacie, della vigilanza e del settore domestico non hanno mai smesso di lavorare nonostante il rischio contagio per garantire servizi indispensabili alla collettività, con grande senso di responsabilità, in prima linea e sprovvisti, nelle prime settimane, degli strumenti adeguati alla salvaguardia della propria salute e sicurezza. Con il timore di contagiare anche i propri familiari.

A seguito delle disposizioni varate dal decreto del Governo e del Protocollo del 14 marzo per il contrasto e il contenimento della diffusione del Coronavirus nei luoghi di lavoro, giorno dopo giorno, anche attraverso le nostre pressioni e un monitoraggio costante del rispetto delle disposizioni le condizioni di salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro sono gradualmente migliorate. Sono stati registrati purtroppo registrato picchi altissimi di assenze per malattia anche tra gli addetti del settore.
Con il blocco la situazione è gradualmente migliorata. Ora si apre una nuova fase ma per i settori che rappresentiamo essa non rappresenterà un cambiamento radicale; tutt’altro.
Continueranno a lavorare le aziende che già lavoravano; alcune attività ripartiranno solo dopo una fase di preparazione per la ripresa in sicurezza; alcune non saranno nelle condizioni di ripartire completamente per le a causa delle condizioni dettate dalla necessità di contenimento del contagio; tante continueranno a rimanere chiuse.

Diversa la situazione nel settore turismo che continua a scontare ancora una situazione di forte difficoltà: Molte attività continuano ad essere sospese, dalle agenzie di viaggio e i tour operator alle strutture ricettive, i pubblici esercizi e la ristorazione. Riapriranno gradualmente, dal 18 maggio, i musei e seppure in termini tutti da definire si prospetta un possibile riavvio anche per le stazioni balneari e termali. Fanno parte del settore anche le lavoratrici delle pulizie e delle mense scolastiche per le quali nutriamo grande preoccupazione per lo scenario che potrebbe prospettarsi in ordine alle riaperture delle scuole. Sono lavoratrici prevalentemente con contratti part time involontari di pochissime ore settimanali e retribuzioni molto basse a cui si somma negativamente l’impatto della cassa integrazione. Situazione simile per gli addetti delle mense aziendali.

E’ certamente fortemente compromessa la prospettiva per i lavoratori stagionali del turismo. I provvedimenti adottati dal Governo non sono sufficienti a recuperare la condizione di estrema difficoltà in cui versa una parte rilevante degli addetti del settore turismo per i quali si rendono necessari interventi specifici e immediati. Nella regione Marche lo scorso anno sono state oltre 7.800 le assunzioni stagionali, ma sappiamo che questo è un numero sottostimato in ragione delle criticità che ogni anno denunciamo come Filcams attraverso la nostra campagna di informazione e sensibilizzazione contro le irregolarità del settore.
Nel contesto attuale gli stagionali del turismo vedranno le loro opportunità di occupazione azzerate o fortemente ridotte a causa del crollo della domanda turistica anche a seguito della ridotta mobilità sociale; per l’assenza di turisti stranieri e per ciò che sarà permesso o no in termini di spostamenti interregionali.

Occorre capire meglio le disposizioni previste dal decreto “Rilancio Italia” annunciato dal Governo.
I primi interventi in materia di ammortizzatori sociali sono ormai scaduti o prossimi alla scadenza; occorre garantire continuità di reddito per tutti i lavoratori coinvolti in questa crisi senza precedenti. Nel contempo dovremo saper costruire una prospettiva di lavoro sostenibile per il futuro e la salvaguardia di un settore strategico per l’economia della nostra regione e del Paese.

L’emergenza sanitaria ha visto in prima linea anche gli addetti del settore delle pulizie, negli ospedali, nelle strutture residenziali protette e nelle case di riposo; lavoratrici e lavoratori in appalto. Nelle prime fasi dell’emergenza sanitaria il ruolo dei servizi di pulizia e sanificazione è stato centrale spesso a dover garantire il loro lavoro senza aver ricevuto strumenti adeguati; in prima linea unitamente ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario ma con trattamenti ben diversi e inaccettabili. Lavoratrici e lavoratori che in questo periodo hanno vissuto turni di lavoro maggiormente faticosi e impegnativi, in termini fisici e psicologici; chiamati ad assolvere ad un servizio assolutamente necessario ed essenziale. Un settore quello delle pulizie oggi ancora più indispensabile e strutturale per il buon andamento del servizio pubblico, ma relegato dal Pubblico al mondo degli appalti. Continueremo a tal proposito a mettere in campo tutte le azioni a difesa e tutela di queste lavoratrici e lavoratori che scontano una inaccettabile disparità di trattamento con i lavoratori diretti, sia in termini di tutele che contrattuali.

La fase due quindi è per noi ancora una fase di emergenza nella quale va mantenuta massima attenzione sul rispetto delle indicazioni sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e nelle buone norme che tutti siamo chiamati a rispettare, per il bene comune. Le aziende stanno elaborando il proprio protocollo in applicazione delle misure sulla sicurezza ai quali seguirà l’istituzione dei comitati aziendali; molti imprenditori sollecitano la politica per riaprire prima possibile la loro attività; alcune piccole realtà rischiano di non riuscire a sopravvivere e tanta preoccupazione investe le lavoratrici e i lavoratori che temono di perdere il lavoro. A questo si aggiunge la disperazione del ritardo nel pagamento della cassa integrazione; l’accordo siglato con le banche non sta funzionando e molte famiglie versano in condizioni davvero drammatiche.

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