Il documento che riepiloga in sintesi le principali rivendicazioni di CGIL CISL UIL provinciali in tema di sanità nella provincia di Pesaro Urbino.

I tagli del governo al Fondo Sanitario Nazionale stanno mettendo in serio pregiudizio i livelli essenziali di assistenza in sanità ma la Regione Marche deve fare scelte più giuste e più equilibrate in particolare per il nostro territorio già fortemente penalizzato dai tagli degli ultimi anni: una rete ospedaliera adeguata, tutela dell’entroterra e delle zone disagiate, abbattimento dei tempi di attesa, investimenti in personale e servizi sanitari territoriali ed extra ospedalieri.
Occorrono scelte condivise e partecipate, non decisioni calate dall’alto e pagate a caro prezzo dai cittadini.

Un Servizio Sanitario Nazionale sempre più indebolito
Occorre premettere che le scelte della Regione Marche in tema di sanità pubblica discendono anche delle scelte di finanza pubblica.
Il Def 2016 annuncia, infatti, minori investimenti per la sanità pubblica, fino ad essere previsto, per il 2019, un livello di finanziamento del SSN pari al 6,5% del Pil, cioè al di sotto del livello di rischio per la salute indicato dall’OMS; ciò avviene in un momento in cui, anche a causa della prolungata crisi economica, aumenta il disagio sociale, diminuisce la speranza di vita, crolla la spesa pubblica per prevenzione e aumenta la spesa privata dei cittadini per curarsi.
L’Ocse (Ottobre ’15) ci dice che i tagli al SSN aggravano una situazione già critica sia perché riducono l’offerta di assistenza e di cura, sia perché ostacolano quei processi di riorganizzazione dei servizi per i quali occorrono investimenti. A tutto ciò si devono aggiungere anni di tagli al personale e mancati rinnovi contrattuali.
Nelle Marche, in particolare, il taglio cumulato dal 2009 al 2013 è stato di oltre 30 milioni di euro pari ad un -3%.!!!

La rete ospedaliera
In base a quanto previsto dalla DGR 159/16 (Provvedimento di attuazione del DM 70/15, “Decreto Balduzzi”, normativa che la Regione aveva, per altro, anticipato già di due anni con la DGR 735/13), è prevista la riduzione e riorganizzazione dei posti letto in correlazione alla rideterminazione degli stessi prevista dalla DGR 139/16 sugli Ospedali di Comunità ma, a tutt’oggi, non esiste un quadro dettagliato della distribuzione per aree vaste dei posti letto complessivi per acuti nonostante il Decreto Balduzzi preveda che “La rete assistenziale ospedaliera deve essere formalmente definita e resa nota ai cittadini”. Al contrario, nei mesi scorsi la riorganizzazione degli ospedali di comunità e della rete dell’emergenza territoriale è stata effettuata tra Natale e Capodanno, con una sorta di blitz a sorpresa, causando pesanti conseguenze e con un grave danno sia per gli operatori che per i cittadini.

L’Area Vasta di Pesaro, inoltre è già fortemente penalizzata dal taglio di posti letto del 2013, con pesanti effetti sulla mobilità passiva e con gravi carenze su diverse discipline sia di area medica che di area chirurgica, a fronte di un sistema di residenzialità extraospedaliera già fortemente carente oltre che mal distribuito nel territorio. Va sottolineato, Inoltre, che la futura riorganizzazione non può non tenere conto dell’attuale distribuzione dei posti letto, delle distanze tra ospedali, dei gravi disagi causati dalla viabilità e dei tempi necessari a garantire nella contestualità gli adeguamenti strutturali necessari.
Questo vale in particolar modo per le aree montane, già fortemente penalizzate. Per queste ragioni, la riorganizzazione delle reti cliniche, pur necessaria a garantire i volumi di attività sia a tutela dei pazienti che degli operatori, deve basarsi su un adeguato numero di posti letto.
Ospedali di Comunità/ Dimissioni protette e Assistenza Domiciliare
La DGR 139/16 non ha affatto chiarito né superato le debolezze e le carenze previste nei precedenti atti amministrativi di riorganizzazione. È infatti, a nostro parere, necessario che quanto previsto nella citata deliberazione sia monitorato con attenzione, con particolare riguardo al passaggio graduale dei posti letto di LD/RB a posti letto di cure intermedie, sia sotto il profilo organizzativo che professionale.

A tale proposito riteniamo che occorra attivare un tavolo di confronto apposito fra l’Area Vasta, i MMG e le rappresentanze dei professionisti coinvolti nel processo.
La fase di transizione prevista dalla DGR 139/16 non appare adeguata e sufficiente a garantire un passaggio al nuovo modello senza che si determinino strappi e disagi ai pazienti e agli operatori.
A nostro parere l’intero sistema si potrà reggere solo se funzioneranno le dimissioni protette e l’assistenza domiciliare e per tali servizi occorrono adeguati investimenti, altrimenti il rischio sarà che i pazienti, soprattutto anziani, possano essere dimessi troppo presto e/o trasferiti a strutture, come le Residenze Protette, senza ricevere una adeguata assistenza medica ed infermieristica.

Liste d’attesa
Il forte disagio causato dalle liste di attesa ,alla cui soluzione non è ancora stata data una risposta adeguata per la maggior parte delle prestazioni monitorate, determina una graduale perdita di fiducia da parte dei cittadini; per altro, la sperimentazione avviata con il “Recall” nell’area vasta di Pesaro non appare adeguata né all’urgenza di abbattere le liste né a rendere effettivo il diritto dei cittadini di avvalersi di una struttura pubblica per una visita o un esame.
Per avere un quadro più preciso occorrerebbe verificare il rapporto fra la mobilità passiva, il ricorso alle prestazioni a pagamenti e la dichiarata riduzione delle stesse liste di attesa, ma di ciò non si sa nulla!!!

Riteniamo che le liste di attesa si possano abbattere con adeguati investimenti su tecnologie, con personale e percorsi corretti di appropriatezza realizzati d’intesa con i MMG.

Azienda Ospedaliera Marche Nord
Marche Nord è e deve restare un Ospedale di II livello, per tutta la comunità provinciale, deve avere un organico di personale medico e del comparto adeguato e deve essere messo nelle condizioni di poter completare tutte le integrazioni funzionali previste dall’Atto Aziendale.
A questo territorio provinciale serve, dunque, una nuova e moderna struttura ospedaliera, che sia collocata in un’area accessibile e funzionale; un nuovo ospedale realizzato con le necessarie risorse, evitando scelte finanziarie costose che non si addicono ad un’opera così importante.
Nel frattempo, tuttavia, in attesa del nuovo nosocomio, debbono proseguire gli investimenti che consentano ai tre presidi di Pesaro, Fano e Muraglia di poter garantire un corretto servizio all’intera comunità provinciale.

La questione della sanità delle aree interne
Non si può non segnalare il disagio delle popolazioni dell’entroterra pesarese; a tale proposito occorre che con i dovuti investimenti si mettano in condizione l’Ospedale di Urbino di dare le risposte attese alle comunità di quell’area geografica ed all’Ospedale di Pergola di attuare e sviluppare l’implementazione dei servizi previsti e delle relative risorse.
Si ribadisce la esigenza di realizzare nella contestualità gli Ospedali di Comunità e le Case della Salute.

Personale
Nel riaffermare l’urgenza di risorse per coprire il fabbisogno di personale si chiede la stabilizzazione di quello precario.

Sanità Privata
Occorre chiarire quale rapporto dovrà esserci con la sanità privata; quali dovranno essere i termini, le basi e gli equilibri la Regione Marche riterrà di definire con la sanità pubblica nel nostro territorio.

Sistema dell’emergenza-urgenza e continuità assistenziale
Occorre verificare se l’attuale sistema di emergenza urgenza risponda alle reali esigenze dell’intero territorio, attraverso un monitoraggio accurato.
A nostro giudizio, ancora una volta l’Area Vasta di Pesaro, anche a seguito di quanto previsto dalla DGR 139/16, risulta penalizzata sia in merito alle postazioni che alla continuità assistenziale (guardie mediche). Inoltre, nella stessa delibera, si annuncia una possibile rideterminazione della rete entro il 31/12/16, temiamo al ribasso. In tutto si inserisce l’Accordo Nazionale con i medici sulla continuità assistenziale che rischia di scaricare sul Pronto Soccorso, durante la notte e nei giorni festivi, tutti i codici bianchi e verdi, consegnando, tra le altre cose, i medici della continuità assistenziale ad un futuro ancora più precario dell’attuale e i cittadini ad una situazione ancora più incerta nel caso di emergenza. E’ sufficiente passare una giornata in uno dei punti di Pronto Soccorso del nostro territorio per rendersi conto della grave situazione in cui ci si trova.
A ciò deve aggiungersi che gli operatori del soccorso pubblico hanno un parco mezzi oramai non più adeguato e, spesso, sono costretti a lavorare in condizioni davvero difficili.
Lo stesso sistema di appalti e convenzioni con il volontariato, come è noto, da anni si trova in una condizione di incertezza con continue proroghe.

IN CONCLUSIONE
Riteniamo necessario ed urgente aprire una fase di confronto, di partecipazione e condivisione delle scelte in tema di sanità, in cui siano coinvolte, assieme alle Istituzione, anche le rappresentanze sociali del territori, i lavoratori e le lavoratrici del settore.
La sanità si può cambiare ed innovare solo in questo modo.

Pesaro 17 maggio ’16.

Segreterie e Coordinamenti Provinciali di Pesaro Urbino
CGIL-CISL-UIL

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