Moltissime ombre si addensano sulla sanità provinciale dopo che l’Asur ha adottato nel giorno della vigilia di Natale la determina n.914 che attiva gli Ospedali di Comunità (ex Case della Salute) e la numero 915 che attiva la Rete Emergenza Urgenza.

Non chiamare più Case della Salute gli oramai ex ospedali di Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro ma individuarli come “Ospedali di Comunità” è più che altro fumo negli occhi in quanto i contenuti di entrambe le determine costituiscono sicuramente un ulteriore passo indietro rispetto al livello di qualità dei servizi sanitari erogati fino ad oggi.

Il nostro non è un giudizio frettoloso ma la determina 914 stabilisce che a Cagli e a Sassocorvaro i posti letto di Lungodegenza si sono trasformati in posti letto di Cure Intermedie pertanto con una tipologia di assistenza medica ed infermieristica assai diversa ed i Punti di Primo Intervento, nella fascia notturna 20.00 – 08.00, verranno presidiati solo dal medico dell’emergenza 118 mentre saranno chiusi quando questi si troveranno ad effettuare interventi sul territorio. Ad oggi non risulta che la Direzione di Area Vasta abbia previsto un potenziamento di personale da destinare ai Pronti Soccorso o PPI Ospedalieri che inevitabilmente si troveranno a dover gestire una maggiore affluenza di utenti. Stessa cosa per il Marche nord, visto che da tale riorganizzazione potrebbe vanificare gli effetti positivi che il potenziamento della nuova medicina d’urgenza avrebbe potuto portare in termini di decongestione dei pronti soccorsi.

E’ confermato sull’emergenza in nostro allarme circa una carenza di mezzi e personale professionale in provincia. Scompare l’ambulanza sul territorio di Macerata Feltria mentre le due ambulanze in servizio a Pesaro e Fano continuano ad essere gestite promiscuamente per servizi di trasporto da ospedale ad ospedale e di emergenza se nel preciso momento in cui avviene l’allarme, sono operative.

Nel testo della determina non c’è nulla che individui sul servizio di emergenza un investimento in termini di personale sanitario (infermiere) e tecnico (autista soccorritore) o di mezzi.

Una particolare attenzione merita la vicenda relativa all’ospedale di Pergola che sulla carta ha mantenuto la propria natura giuridica di Ospedale per acuti, ma che in verità sta assistendo da mesi ad azioni organizzative che stanno portando diversi medici di quella struttura a fare scelte di vita professionali diverse e soprattutto fuori dalla nostra provincia. Aver tolto il medico dal punto di Primo Intervento lasciandone la gestione al medico di guardia interna in una situazione di grave carenza significa invitare questi professionisti ad andare via. Non si può riconoscere ad una Chirurgia 18 posti letto e non assumere poi i chirurghi per le sale operatorie. Queste sono situazioni create appositamente da chi vuole dimostrare in un futuro, secondo noi molto vicino, che a Pergola non ci sono i numeri per giustificare l’esistenza di un ospedale.

Riteniamo assolutamente urgente che sull’Ospedale di Pergola il presidente della Regione Marche si esprima e dica chiaramente se ritiene utile alla cittadinanza mantenere a Pergola un presidio ospedaliero utile e qualitativamente efficiente. Se, come pensiamo, la risposta sarà positiva, allora chiediamo che su tale struttura la Regione investa, assumendo personale medico sufficiente e che su questa struttura come negli altri ospedali per acuti della provincia, si attuino concretamente tutte le dinamiche necessarie all’implementazione delle reti cliniche già previste.

Le segreterie CGIL e FP CGIL Pesaro Urbino

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