Il 12 ottobre 2015 si è svolto a Mondolfo l’incontro tra Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, RSU con Corghi, richiesto il 29 settembre in occasione dell’apertura di una procedura di mobilità che interessava 5 lavoratori (su 81 dipendenti) degli uffici tecnici di Corghi a cui era seguito uno sciopero di 4 ore.
La procedura si è conclusa il giorno 6 ottobre con 3 licenziamenti incentivati non oppositivi e 2 reinserimenti, 1 nello stesso stabilimento di Mondolfo, 1 nello stabilimento di Correggio (RE).

L’incontro del 12 ottobre 2015 era stato richiesto  per fare chiarezza sulle tematiche relative al futuro dello stabilimento e sulle strategie organizzative e aziendali al fine di poter salvaguardare i livelli occupazionali e riportare un clima più sereno tra i lavoratori seriamente preoccupati per le sorti del sito produttivo.
Dal 2013 è la terza procedura di mobilità che interessa lo stabilimento di Mondolfo e quindi si esigeva una maggior trasparenza  su quali fossero le scelte strategiche del gruppo e le ricadute sui livelli occupazionali dello stabilimento mondolfese.

Purtroppo dopo una lunga discussione si è appreso che l’azienda, per far fronte  alla concorrenza straniera che vende a prezzi più  bassi alcuni prodotti della gamma di Corghi, intende per il 2016 ridurre il budget, puntando sulla commercializzazione dei prodotti a bassa marginalità di guadagno, che in parte si producono a Mondolfo, puntando sui prodotti con più margine di guadagno, e in ogni caso diminuendo i volumi produttivi. Questo potrebbe certamente avere un impatto sui livelli occupazionali  di un sito così importante per il territorio e desta ulteriori preoccupazioni per il futuro dei lavoratori.

Abbiamo appalesato molte perplessità su questa scelta aziendale, che mostra a tratti una strategia contradditoria:
– siamo stati informati dell’acquisto di 1000 m2 di terreno in prossimità dello stabilimento, che potrebbe, a dire dell’azienda, essere utilizzato per allargarsi;
– sono stati assunti, fruendo degli sgravi del Jobs Act, alcuni lavoratori e poco dopo si è aperta una procedura di mobilità.

Esistono ancora dei margini migliorativi per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro che potrebbero ridurre i costi.
Lo stabilimento di Mondolfo già in passato aveva visto trasferiti alcuni reparti (carpenteria e verniciatura) per poi farvi nuovamente ritorno dopo un processo di formazione dei lavoratori che aveva portato la Corghi di Mondolfo ad essere il punto di riferimento per il settore sollevamento del gruppo ,sia per i minori costi e sia per la professionalità dei lavoratori (oggi ha al suo attivo più  di 60 diversi modelli di ponti).

Il gruppo sta cercando, come appreso dal coordinamento Fiom Corghi, di attuare una politica di tagli sui vari siti produttivi (il gruppo occupa circa 700 dipendenti in Italia), e nell’incontro del 12 ottobre 2015 si è voluto sottolineare che si vuole essere parte della discussione, delle soluzioni e non semplici spettatori.
L’incontro è stato quindi sospeso, ma resta alta l’attenzione e la preoccupazione per il futuro di questo importante sito produttivo e per i lavoratori e le loro famiglie.

Per la Fiom Cgil Pesaro Urbino
Cinzia Massetti

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