A maggioranza assoluta il comitato di gestione del centro commerciale Rossini Center, ha deciso di non accogliere l’appello delle organizzazioni sindacali di categoria e va dritto verso l’apertura nel giorno di Santo Stefano.

Fervono i preparativi alla Grande I che oggi batte bandiera Conad e che ha fortemente voluto l’apertura, per reperire le disponibilità dei lavoratori che pur potendo scegliere di non prestare la propria attività nei giorni festivi, vivono il disagio di doversi sottrarre ad una chiamata al lavoro che oggi arriva direttamente dal proprietario che ha rilevato l’attività da Finiper. Il contratto nazionale attribuisce infatti al lavoratore il diritto alla festa senza che nulla sia trattenuto decide di astenersi dalla prestazione, ma non è di certo semplice rigettare una richiesta quando forte è la paura che il diniego si tramuti in qualche ripercussione.

Per i 180 lavoratori del punto di vendita Conad e per tutti i lavoratori del centro commerciale impiegati negli oltre 30 negozi della galleria, non sarà quindi un Natale all’insegna della tradizione perché nelle Marche la tradizione prevede oltre all’albero di Natale, il presepe e il panettone, la chiusura di tutte le attività commerciali nel giorno di Natale, Santo Stefano e primo gennaio.

La scelta operata dal centro commerciale che rischia di innescare il classico “effetto a catena” tra gli operatori del settore, riapre il problema delle aperture domenicali e festive che necessitano di una regolamentazione di legge diversa. La soluzione non può che passare per l’attribuzione della materia alla potestà legislativa regionale, per l’esclusione di alcune festività dalle deroghe all’obbligo di chiusura e per il contenimento del numero di aperture complessive.

Le tante proposte di legge in materia che avevano come minimo comun denominatore l’abrogazione dell’articolo 31 del cosiddetto “decreto Salva Italia” con il quale il governo Monti ha liberalizzato gli orari commerciali, giacciono in Parlamento schiacciate forse dagli interessi della grande distribuzione organizzata che si è opposta con forza alla traduzione in legge.

Noi restiamo convinti che non è moltiplicando le occasioni di acquisto che si appianano i bilanci degli esercizi commerciali; servono strategie commerciali che puntano sul prezzo, sugli assortimenti adeguati alle esigenze della clientela locale sul servizio, e sul rispetto dei propri collaboratori che oltre ad essere “commessi” sono anche clienti affezionati alle proprie aziende.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil regionali, invitano il centro commerciale a rivedere la propria decisione, la cittadinanza ad evitare ogni acquisto nel giorno di Santo Stefano ed i lavoratori del centro commerciale ad astenersi dalla prestazione festiva che è e resta un giorno da passare con i propri cari.
Filcams Cgil
Fisascat Cisl
Uiltucs Uil
Marche

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