Cgil, la parola ai delegati bussola dell’agire sindacale

Venerdì 10 giugno a Borgo S. Maria. Intervengono il presidente della provincia Paolini e il segretario generale della Cgil Marche Giuseppe Santarelli

Pesaro, 9 giugno – A Pesaro, domani alle 9.30, al Palaborgo di Borgo S.Maria, si svolgerà l’assemblea territoriale delle delegate e dei delegati della Cgil. Nella nostra provincia come nel resto d’Italia, la Cgil chiama a raccolta i delegati e gli attivisti quale punto di riferimento essenziale e imprescindibile dell’agire sindacale.

All’assemblea, aperta al confronto con associazioni e rappresentanti delle istituzioni locali, interverranno il segretario generale della Cgil Pesaro e Urbino Roberto Rossini (nella foto), il presidente della Provincia Giuseppe Paolini e il segretario generale della Cgil Marche Giuseppe Santarelli per le conclusioni.

“Sarà l’occasione – spiega Roberto Rossini –  per far emergere direttamente dalla voce dei lavoratori e dei pensionati i problemi e le richieste di tutela che da troppo tempo sono senza risposta e senza soluzioni concrete da parte dei governi che in questi anni si sono succeduti e dal mondo delle imprese. 

L’assemblea è rappresentativa di una parte molto più ampia – continua –  di delegati e attivisti che rappresentano la nostra organizzazione nei luoghi di lavoro e nel territorio provinciale.

 E’ un appuntamento importante, ribadisce Rossini, per arrivare insieme alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil il 18 giugno a Roma”.

“Coglieremo l’occasione per illustrare ai nostri delegati e attivisti pensionati i temi e gli obiettivi che la CGIL sta evidenziando da tempo, sottoponendoli all’attenzione del governo. Ci aspettiamo risposte   – aggiunge –  anche attraverso la manifestazione che si svolgerà a Roma il prossimo 18 giugno; vogliamo non solo informare l’opinione pubblica ma soprattutto chiediamo di essere ascoltati dalle istituzioni nazionali, a partire dal governo in carica, e chiediamo soluzioni concrete non più rinviabili – conclude il segretario generale Rossini”.

Il mondo del lavoro e le sue istanze sono rappresentate dai delegati e dalle delegate che sono la base del sindacato quale corpo intermedio di rappresentanza che vuole essere ascoltato e rimesso al centro del dibattito politico italiano proprio grazie  a loro che sono la bussola dell’agire sindacale.

L’assemblea verrà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook della CGIL Pesaro Urbino.

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Venerdì 8 aprile doppio appuntamento con Mari Albanese coautrice di “Io, Felicia – conversazioni con la madre di Peppino Impastato

PESARO, 6 aprile 2022 – Lo Spi Cgil Pesaro e Urbino, venerdì 8 aprile, ripropone la lettura del libro-testimonianza “Io Felicia” (ed. Navarro), dedicato alla figura di Felicia Impastato, la madre di Peppino Impastato, assassinato a Cinisi dalla mafia che aveva sempre denunciato e combattuto.

Una morte atroce che ancora oggi scuote le coscienze sulla crudeltà della vendetta di “cosa nostra” contro chi si oppone, denuncia, si ribella.

Sulla la figura di Peppino Impastato,  Mari Albanese e Angelo Sicilia hanno raccolto la testimonianza di Felicia, la madre, una donna ribelle e coraggiosa che ha combattuto  la mafia attraverso gli occhi del figlio prima e aprendo la sua casa a tutti i giovani amici di Peppino poi e ora,  attraverso la nipote, a tutti gli studenti attenti e desiderosi di comprendere la cultura della legalità.

E Felicita ne è un esempio. Il coraggio delle donne e la loro personale lotta a “cosa nostra” è la chiave di lettura che Spi e Cgil intendono offrire agli studenti e a tutti quelli interessati ad una maggiore comprensione del fenomeno mafioso.

 .

Venerdìalle 9.30, alla Fattoria della Legalità di Isola Del Piano (Pu), Mari Albanese incontrerà alcune classi del Liceo Mamiani di Pesaro per parlare di legalità e capire che cos’è la mafia a trent’anni di distanza dalle stragi di Capaci e via D’Amelio dove furono massacrati il giudice Giovanni Falcone, la moglie, la scorta e Paolo Borsellino anche lui ucciso assieme alla scorta

L’appuntamento rientra nelle iniziative della Primavera della Legalità 2022.

 Alle 10, dopo i saluti di Lilli Gargamelli (segretaria della Lega Spi di Pesaro) e del sindaco Peppe Paolini, interverranno la segretaria generale dello Spi provinciale Loredana Longhin e il responsabile dei “Campi per la Legalità” del sindacato pensionati Cgil provinciale Luigi Torelli.

Alle 11 inizierà la conversazione con Mari Albanese.

A seguire, nel pomeriggio, presso i locali di PariCentro a Fano, si terrà l’iniziativa aperta al pubblico, organizzata sempre dallo Spi e dalla Cgil Pesaro e Urbino, con il patrocinio dell’assessorato comunale  alle Pari Opportunità.

Con Mari Albanese si parlerà dell’importante  ruolo delle donne nella lotta alla mafia,  non sempre riconosciuto, molto spesso sottaciuto, ma tuttavia strategico.  Alla discussione parteciperà anche Vilma Bontempo della segretaria Spi Cgil Marche.

Sarà possibile seguire l’evento in diretta Facebook sulla pagina Cgil Pesaro Urbino.

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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Presidio a Pesaro in piazza del Popolo giovedì 25 novembre dalle 10 alle 13

LA VIOLENZA SULLE DONNE NELL’ERA DEL COVID

PESARO, 24 novembre 2021 – Se nel 2021, a livello globale, la vita e la libertà delle donne sono ancora in pericolo ci chiediamo il perché. Due anni “vissuti pericolosamente”, facendo i conti con la pandemia, hanno peggiorato le condizioni di vita, soprattutto delle donne. Anche se abbiamo avuto la sensazione che il mondo si dovesse fermare, le notizie che ci arrivano sono allarmanti. Nel 2020, con il lockdown, si è registrato un incremento delle telefonate di aiuto al 1522, quando le donne si sono ritrovate costrette in casa con gli uomini violenti. Quest’anno fino ad oggi, contiamo 103 femminicidi. Ci preoccupa anche la condizione che le donne di altri paesi stanno vivendo, in Afghanistan sono stati cancellati i diritti fondamentali delle donne, ne conosciamo la radice patriarcale che mira a cancellare la loro vita pubblica e il diritto di scelta: se studiare, lavorare, chi sposare, avere figli…, una cultura maschile che ha paura del corpo delle donne.

Assistiamo ad un preoccupante restringimento dei fondamentali diritti umani e pensiamo che non si faccia abbastanza, sia a livello di politiche nazionali che internazionali per arginare la violenza contro le donne. Chiediamo, quindi, che le politiche locali e globali pongano una maggiore attenzione a ciò che attiene alle donne, con una concreta valutazione delle ricadute sulle loro condizioni di vita. Riteniamo fondamentale costruire una convivenza civile tra i generi per realizzare un mondo sostenibile a misura di donne e uomini. Questo impegno va oltre il 25 novembre e chiediamo che entri in ogni agenda politica e personale, in modo tale che ognuno/a faccia il proprio dovere perché questa è una lotta di civiltà a cui nessuna/o deve sottrarsi. Perché quello che succede a UNA sola succede a TUTTE.

Saremo in piazza:

UDI sede di Pesaro CGIL Pesaro Urbino

Amnesty International – Pesaro Casa delle donne di Pesaro Percorso donna

Singole donne della città

Coordinamento donne SPI Cgil Pesaro e Urbino

UDI – UNIONE DONNE IN ITALIA Sede di Pesaro Via Martini, 27, 61121 e-mail udipesaro@libero.it

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“Fonderia Montecatini. Storia di una fabbrica pesarese”, la presentazione alla facoltà di Economia di Ancona

Il seminario mercoledì 24 novembre dalle 15 alle 17 nel corso di Storia Economica del professore Roberto Giulianelli

La Fonderia Montecatini è stata una delle aziende più significative della nostra città e della regione Marche.  Nata nel corso dell’Ottocento viene acquisita dalla Montecatini, sotto la guida del direttore generale Guido Donegani. Avrebbe raggiunto 400-500 addetti e la professionalità delle sue maestranze avrebbe ottenuto riconoscimenti internazionali. Passata alla Montedison nel 1966, dopo la fusione tra Montecatini ed Edison, al seguito di una lunga vertenza viene definitivamente dismessa nella parte finale degli anni Ottanta, lasciando il posto a uno dei primi centri commerciali della città di Pesaro: rappresenta dunque quasi un simbolo della transizione della realtà economica e del mondo del lavoro.

Su impulso della Cgil di Pesaro la storia del complesso è stato scritto da Andrea Girometti e Marco Labbate, ricercatori dell’Università di Urbino e dell’Iscop, nel volume edito da Futura“Fonderia Montecatini. Storia di una fabbrica pesarese”.

Il volume verrà presentato mercoledì 24 novembre, dalle ore 15 alle 17, alla Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” dell’Università Politecnica delle Marche, all’interno del corso di studi del professore Roberto Giulianelli, docente di Storia economica e di Storia dell’industria e dei consumi, che coordinerà una tavola rotonda di prestigio.

Oltre agli autori, dopo il saluto di Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche e il contributo di Roberto Rossini, segretario generale della Cgil di Pesaro Urbino, interverranno infatti Antonio Di Stasi, giuslavorista, vicepreside della facoltà di economia di Ancona e Franco Amatori, Presidente dell’Istituto Storia Marche e professore ordinario di Storia economica all’Università Bocconi.

 Franco Amatori è uno dei massimi esperti in Italia della storia d’impresa e all’inizio degli anni Novanta, assieme a Bruno Bezza ha curato il volume “Montecatini 1888-1966”, tuttora il testo di riferimento fondamentale nello studio della storia della Montecatini. 

Sarà possibile seguire la presentazione del libro anche online su Youtube al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=GsqDS3LFGT8.

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La Cgil inaugura la “Casa dei Diritti”

Lunedì 20 settembre, alle 16. 30, la Cgil inaugura la nuova struttura nella Galleria dei Fonditori

Il taglio del nastro è previsto per le 16. 30. Parteciperanno, tra gli altri, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, il presidente della Provincia Giuseppe Paolini, rappresentanti di Cisl e Uil e di altre associazioni del territorio. Saranno presenti anche Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche e Elio Cerri per lo Spi Marche.

Di seguito verrà presentato, alla Biblioteca Bobbato, il libro “Fonderia Montecatini – Storia di una fabbrica pesarese” di Andrea Girometti e Marco Labbate (ed. Futura).

Introduce il segretario generale Roberto Rossini. Intervengono, oltre agli autori e alla professoressa dell’Università di Urbino Anna Tonelli, anche il segretario confederale nazionale Roberto Ghiselli e Mauro Soldini del Collegio di presidenza di Inca nazionale.

Un’anteprima dell’inaugurazione sarà trasmessa in diretta da Primo Comunicazione

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La Cgil inaugura la nuova “Casa dei diritti”

Il taglio del nastro lunedì 20 settembre nella Galleria dei Fonditori alle 16.30

PESARO, 16 settembre 2021-  Per l’inaugurazione della nuova “Casa dei diritti” in Galleria dei Fonditori a Pesaro, la Cgil provinciale, in collaborazione con Iscop e Biblioteca  Bobbato,  lunedì 20 settembre, verrà anche presentato il libro di Andrea Girometti e Marco Labbate, ricercatori dell’Università di Urbino e dell’Iscop, dal  titolo: “Fonderia Montecatini – Storia di una fabbrica pesarese”.

I nuovi uffici della Cgil sono già operativi da qualche mese e la scelta di aprire la nuova sede in un luogo simbolo della storia sindacale e industriale della nostra città, non è certo un caso.

All’inaugurazione (tutti possono partecipare  se muniti di “Green Pass”) che inizia alle 16.30, il segretario generale della Cgil Pesaro Urbino Roberto Rossini, presenterà il libro assieme agli autori e alla professoressa Anna Tonelli dell’Università di Urbino

La fonderia Montecatini è stata una delle aziende più significative della nostra città e affonda le sue radici nella seconda metà dell’800 quando si chiamava Fonderia Albani dal nome della famiglia proprietaria.

 Ma è nel 1917 che viene acquisita dalla Montecatini (proprietaria anche della miniera di Perticara e di Ca’ Benardi). Tra crisi e riprese, sotto la guida del direttore generale Guido Donegani il colosso industriale arriva anche a 400-500 addetti.

Maestranze con una grande professionalità riconosciuta anche a livello internazionale.

Con l’avvento del fascismo nella fabbrica c’è una cellula antifascista della quale fa parte anche Pompilio Fastiggi.

Il dopoguerra rappresenta il momento di maggior sviluppo. La Fiom è il sindacato più rappresentativo, quasi un avamposto.

Il libro racconta anche il conflitto sindacale che si apre dentro la fabbrica che negli anni ’60, con la   nascita della FLM,  si riverbera anche sulla Montcatini.

La demolizione avviene ne 1988 ma la crisi inizia nel 1966 con l’acquisizione da parte della Edison. Nasce così il colosso Montedison ma la fonderia pesarese nei piani industriali della Montedison ha un ruolo sempre più marginale.

Cominciano le lotte per evitarne la chiusura, che coinvolgono non soltanto il consiglio di fabbrica ma tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali. Il segnale più forte della dismissione arriva con la creazione della Costruzioni Meccaniche Pesaro, a Montedison abbandona la fonderia. A questo punto l’imprenditore edile Palazzetti progetta la costruzione del primo grande centro commerciale della città: l’Ipercoop Miralfiore, e la grande fonderia cede il passo a un nuovo modello di produttività e sviluppo. La demolizione avviene nel 1988.

La Casa dei diritti della Cgil si colloca dunque  in un luogo simbolo di transizione rappresentato da un  modello di sviluppo diverso: lavoratori della grande distribuzione e della logistica oltreché luogo di recupero e trasmissione della memoria rappresentato dall’Iscop.

(Foto Macula – Centro internazionale di cultura fotografica)

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Nuovi criteri assegnazione edilizia popolare: discriminazioni e iniquità

Cgil Pesaro, Silp per la Cgil e Sunia  sulla  nuova legge regionale: “vogliamo discuterne nel merito evitando assurde contrapposizioni ideologiche”

PESARO, 17 luglio 2021 – Il Consiglio regionale ha recentemente approvato la legge che riforma i criteri di assegnazione degli alloggi popolari nella regione Marche, riservando una quota fino al 33% alle famiglie monoparentali, alle persone vittime di violenza domestica, alle famiglie under 35, alle forze di polizia e ai vigili del fuoco.

 Inoltre, come da manuale, oltre a rivedere i requisiti di accesso per i cittadini extracomunitari con residenza fiscale fuori dall’Italia, si introduce un obbligo di certificazione reddituale che sostituisce l’autocertificazione che di fatto renderà impossibile per la grande maggioranza di questi fare  richiesta (considerata la condizione radicalmente diversa della normativa della maggior parte dei paesi extraeuropei).

Sarebbe auspicabile analizzare nel merito i possibili e molto probabili effetti che tale norma avrà nell’assegnazione degli alloggi con le evidenti storture che provocherà e sappiamo già che il problema verrà etichettato come la solita battaglia tra destra e sinistra e sulla stucchevole e offensiva accusa di non avere a cuore i lavoratori delle forze di polizia e i vigili del fuoco. Si tratta di  accuse prive di senso, ma solo per il fatto di provare ad aprire un ragionamento siamo sicuri che anche questa volta ci cadranno addosso.
Siamo consapevoli che la politica residenziale e abitativa oggi sia un problema trasversale. Colpisce tutti indistintamente, anche i lavoratori del comparto sicurezza.

Pensiamo a un genitore separato che deve lasciare l’immobile, in affitto o di proprietà, su cui grava un mutuo, provvedere al mantenimento dei figli e avere la possibilità di una continuità genitoriale: è auspicale mandarlo a dormire in una caserma o in un alloggio collettivo di servizio?  NO.

 Quindi ben venga la proposta di far concorrere le Forze di polizia ad una abitazione popolare, ma nel contempo è possibile muovere una critica nel caso in cui una coppia giovane, senza figli, magari entrambi lavoratori, possa scavalcare in base alla sola appartenenza alle Forze di polizia una famiglia monoreddito magari con disabilità presenti? NO, noi non ce la sentiamo di avallare tale scelta.

E non c’entra nulla essere necessariamente di sinistra per sostenere una tesi simile o volersi contrapporre a coloro che garantiscono la sicurezza nelle nostre città. E’ un problema di equità sociale

Provocatoriamente, ci chiediamo, perché allora non includere in questi criteri anche il personale sanitario e non sanitario delle aziende del sistema pubblico? Dopo aver definito queste categorie di lavoratori come “eroi” forse sarebbe stato comprensibile non dimenticarli. Forse avremmo potuto pensare alla loro condizione di coppie residenti per motivi di lavoro in città diverse da quelle nelle quali le stesse hanno la loro rete parentale?

 Un’altra domanda: perché escludere i lavoratori delle polizie locali, sono forse meno meritevoli di altri operatori alla sicurezza dei nostri territori?

A questo punto, a forza di evidenziare particolarità e categorie professionali, elencando chi sarebbe più meritevole di altri di rientrare in questa lista, riteniamo seriamente di aver contribuito ad una equa assegnazione di questi alloggi?

E ancora: mettere insieme le persone vittime di violenza domestica, con le coppie under 35, le famiglie monoparentali, con i lavoratori delle forze di polizia, a quale logica risponde?

 Francamente non si capisce.

 Non sarebbe stato meglio prevedere un percorso differenziato distinguendo tra chi è in condizione di bisogno perché ha subìto una violenza, da chi invece è in condizione di bisogno malgrado abbia fatto una scelta di lavoro? 

Crediamo che questa nuova legge avrà effetti distorsivi e iniqui e rischierà di far apparire agli occhi dei cittadini gli appartenenti alle forze di polizia come soggetti privilegiati, anziché lavoratori da tutelare perché soggetti esposti a un disagio particolare.

Questa norma, che vuole evidentemente “strizzare l’occhio” dimostrando vicinanza ai lavoratori delle forze di polizia, rischia di essere  un boomerang verso questa categoria, soprattutto dal punto di vista  di un cittadino comune che pur avendo la stessa condizione reddituale si vedrebbe scavalcato nella sua legittima domanda di tutela.

Infine, definire ingiusta la richiesta di certificazioni impossibili da reperire, sulla condizione reddituale per la maggior parte dei cittadini extracomunitari, pena l’impossibilità di fare domanda, riteniamo sia discriminate, ma considerando la logica populista sottesa a tale decisione siamo scettici che il Consiglio regionale su questo vorrà ritornare sui suoi passi. 

 Sarebbe auspicabile infatti che il Consiglio regionale riveda i criteri adottati, a partire da un’analisi dei bisogni reali, che rispondano all’applicazione di quei principi di equità e giustizia sociale che tutti vorremmo veder rispettati.
Sarebbe auspicabile anche  vedere approvate norme che favoriscano l’edilizia agevolata,   fondi a garanzia delle cooperative di lavoratori, specie in un momento storico in cui il danaro ha costi irrisori, provando anche tramite l’approvazione di nuove norme urbanistiche a rileggere e riprogettare le nostre città e il nostro modo di vivere la comunità.

 Speriamo davvero che qualcuno voglia cogliere il nostro tentativo di aprire una discussione di merito, anche se temiamo che il tutto si risolverà nella solita pretestuosa polemica.

Roberto Rossini                                                      Pierpaolo Frega                                  Gabriele Belfatto

Segretario generale Cgil                            Segretario generale Silp per la Cgil          Segretario Sunia

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Caporalato nel Montefeltro: rinviati a giudizio cinque indagati

Il segretario generale Rossini annuncia che la Cgil si è costituita parte civile

URBINO, 16 luglio 2021 –  Si è svolta ieri mattina, 15 luglio, l’udienza preliminare sulla vicenda dei lavoratori pakistani impiegati in diverse aziende nel Montefeltro.

Una vicenda che risale a settembre 2018 quando la CGIL di Pesaro presentò un esposto in seguito alla raccolta delle testimonianze di alcuni lavoratori pakistani che lavoravano per una cooperativa di logistica e facchinaggio all’interno di alcune ditte di un importante realtà produttiva del territorio. A maggio 2019 ci furono i primi arresti.

La mattinata si è aperta con la richiesta del rinvio a giudizio di tutti e cinque gli indagati per sfruttamento della manodopera, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori, il giudice ha poi accolto la richiesta di rinvio a giudizio.

Molti dei lavoratori sfruttati erano presenti nei corridoi del tribunale di Urbino.

Andrea Piccolo, oggi segretario generale della Filctem Pesaro Urbino, all’epoca dei fatti era funzionario della Cgil nel Montefeltro ed è proprio lui che si è accorto, nonostante un muro di reticenze, che in quelle cooperative qualcosa non andava.

“Sono passati 3 anni dai primi incontri che ho avuto con questi ragazzi –ricorda- e oggi finalmente iniziamo a vedere riconosciuto quanto abbiamo scritto nell’esposto del 2018”.

In questo arco di tempo abbiamo organizzato i lavoratori, li abbiamo assistiti e incoraggiati ad andare avanti, siamo stati al loro fianco in ogni fase delle indagini e degli interrogatori cercando soprattutto di tranquillizzarli – aggiunge Andrea Piccolo –. Questi lavoratori erano ricattati e temevano ritorsioni, ma abbiamo cercato di tutelarli e di non lasciarli soli.

Gli operatori di polizia giudiziaria appartenenti al nucleo dei Carabinieri Tutela Lavoro e delle Guardia di Finanza sono stati fondamentali per la riuscita delle indagini.

“La collaborazione col sindacato – continua – è stata la chiave per coinvolgere la quasi totalità dei lavoratori sfruttati. Consideriamo che molti accettavano di lavorare 10/12 ore al giorno, senza alcun giorno di riposo e restituendo una parte delle retribuzioni per non perdere il permesso di soggiorno e quindi poter contribuire al mantenimento dei propri familiari in Pakistan”.

Il timore di essere allontanati dal nostro Paese e il non poter provvedere ai bisogni della famiglia è stato  il motivo per il quale il sindacato non è riuscito  fin dal primo momento a coinvolgere tutti i lavoratori .

“Fondamentale – continua Andrea Piccolo –  è stato il coraggio di uno dei più giovani fra questi lavoratori che parla correttamente la nostra lingua e ci ha permesso di entrare in una comunità molto chiusa e diffidente, ma una volta instaurato il rapporto di fiducia con i ragazzi siamo riusciti a metterli in contatto con gli inquirenti.  Vedremo l’evoluzione del processo, per adesso siamo soddisfatti di aver dato il via ad una importante operazione di contrasto al caporalato, anche se – conclude Andrea Piccolo –  rimane l’amaro in bocca per non essere riusciti a ottenere l’assunzione diretta da parte delle ditte che utilizzavano questi lavoratori in appalto. Tuttavia continueremo, con ancora più impegno, a chiedere un contratto di lavoro vero per chi ha dimostrato il coraggio di ribellarsi ad una condizione di sfruttamento”.

Per il segretario generale della Cgil Pesaro Urbino Roberto Rossini: “il fenomeno del caporalato muta e si adatta alle caratteristiche del sistema produttivo in cui si inserisce. L’idea che questo tipo di sfruttamento sia da confinarsi all’agricoltura o solo nel sud del Paese è una narrazione che non corrisponde alla realtà e questa vicenda lo dimostra concretamente. La decisione della CGIL provinciale di costituirsi parte civile non è stata assunta solo per meglio tutelare i lavoratori che hanno subito tale condizione di sfruttamento, ma anche perché riteniamo fondamentale sensibilizzare la nostra comunità per contrastare questi e altri fenomeni di sfruttamento nel mondo del lavoro”.

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Legalità e lavoro: il caporalato si combatte insieme

PESARO, 23 aprile 2021 – Lo sfruttamento dei lavoratori e in particolare il fenomeno del caporalato è stato analizzato in profondità nel confronto trasmesso ieri pomeriggio in videoconferenza organizzato dalla Cgil di Pesaro e Urbino per accendere di nuovo una luce, altre nuove luci, su un fenomeno assolutamente trasversale, pervasivo, nascosto e legato a stereotipi. Una narrazione distorta che deve essere cambiata perché le infiltrazioni della criminalità organizzata nelle

attività economiche del nostro territorio, ne determinano forme e modalità diverse ma allo stesso tempo altrettanto allarmanti. La CGIL è impegnata a livello nazionale e nei singoli territori come il nostro a svolgere la sua parte per contrastarlo come ad esempio nel caso giunto a sentenza della Cassazione del 2018 sulla vicenda dei lavoratori dei cantieri per la costruzione della terza corsia della A14. La vicenda processuale è stata illustrata dall’avvocatopenalistadel Foro di Pesaro Nicola Maria Ciacci, che collabora con la Cgil la quale si era costituita parte civile nel processo.

Così come in un altro procedimento giudiziario che è ancora in corso e che attiene allo sfruttamento di lavoratori di nazionalità pakistana ad opera di propri connazionali.

 Una vicenda molto complessa per l’omertà, almeno nella fase iniziale delle indagini, che è l’espressione della paura di denunciare lo sfruttamento in ragione delle possibili e concrete pericolose conseguenze.

La legislazione penale ha fatto un notevole passo avanti grazie anche alle necessarie rivolte di braccianti stranieri contro atti di violenza, campagne di mobilitazione dei lavoratori sfruttati e dei sindacati e l’impegno di diversi politici affinché in Italia per il caporalato venisse istituita la fattispecie di reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.

Da quel momento in poi è stato possibile perseguire penalmente per un reato specifico i responsabili dello sfruttamento dei braccianti agricoli o dei muratori, i cosiddetti “caporali”, ma anche le aziende o i singoli datori di lavoro. 

Il primo punto di rottura sono state le rivolte dei braccianti del 2010 e del 2011, seguite dall’approvazione della legge del 2011 e dalla riforma del reato previsto dall’articolo 603 bis del codice penale, poi riformato nel 2016.

L’azione del sindacato nel costituirsi parte civile è stata affrontata da Luciano Silvestri (responsabile dell’ufficio Legalità e sicurezza della Cgil nazionale). E’ molto importante per la tutela delle vittime del caporalato e per conoscere i tanti aspetti del fenomeno a tutti i livelli. Il ruolo della Cgil e di tutte le sue categorie è cercare, indagare, alzare le antenne e capire attraverso il dialogo e la presenza nei luoghi di lavoro. Queste persone non verranno nei nostri uffici a denunciare il reato, ha sottolineato, siamo noi che dobbiamo captare certi segnali e poi aggredire il fenomeno con tutti gli strumenti a disposizione e la sinergia del lavoro di forze dell’ordine, magistratura, sindacati e organizzazioni per la tutela della legalità.

A questo proposito è stata ricordata l’attività svolta nella Fattoria della Legalità di Isola del Piano, dove i beni confiscati sono stati messi a disposizione della collettività e ogni anno lì si organizzano campi estivi per gli studenti per una formazione e una cultura della legalità. A causa della pandemia lo scorso anno e anche nel 2021 probabilmente, queste attività importanti nel quadro complessivo dei mezzi di prevenzione del fenomeno sono ferme.

Ma il ruolo formativo e culturale nel contrasto alla criminalità organizzata è fondamentale come sottolineato dal coordinatore di Libera provinciale Peppe Puntarello e da Peppino Paolini presidente della Provincia e sindaco di Isola del Piano, che tanto si è battuto per l’utilizzo di questo bene confiscato alla criminalità e per acquisirlo a patrimonio di una cultura solida di contrasto alle mafie.  Anche il ruolo dell’Ispettorato del Lavoro non può prescindere da un lavoro di rete sia tra istituzioni sia tra associazioni per intervenire con maggiore rapidità svolgendo un’azione di controllo supportata da tutti. Lo ha spiegato il dott. Antonio Vincenzo Alessi responsabile vigilanza Ispettorato del Lavoro di Pesaro Urbino.

Ha moderato la discussione Silvia Cascioli, segretaria confederale Cgil Pesaro Urbino e ha introdotto la discussione il segretario generale della Cgil Pesaro Urbino Roberto Rossini che ha posto l’accento sulla convinzione errata di un fenomeno che sarebbe presente soltanto nel Sud del Paese, vittime i braccianti agricoli, soprattutto extracomunitari. Una narrazione parziale e incompleta che deve essere cambiata. E la Cgil vuole continuare a tenere questa luce accesa sul fenomeno sempre più pervasivo e contrastarlo senza sosta.  

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Mercoledì 24 luglio sciopero generale dei trasporti

PESARO – I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Pesaro Urbino ricordano che domani mercoledì 24 luglio, è stato proclamato uno sciopero generale nazionale di tutti i settori del trasporto che comprendono: il trasporto pubblico locale, ferrovie, porti, merci e logistica autotrasporto, strade e autostrade, Anas. (altro…)

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