I sindacati e i lavoratori dei Centri per l’impiego delle Marche hanno proclamato lo stato di agitazione.

Da CGIL MARCHE

Alla Regione, in un documento, sindacati e lavoratori chiedono una sede e un confronto per discutere delle difficoltà delle strutture, un quadro dell’attuale situazione con tutta la dotazione organica, le carenze e i servizi, una ricognizione di eventuali affidamenti e collaborazioni esterne, un piano di rafforzamento dei servizi per garantire i livelli essenziali delle prestazioni. E ancora: un intervento nei confronti del Ministero che sembra aver escluso le Marche dalla ripartizione di una prima quota di 1000 assunzione per i centri per l’impiego.

Alla Regione e al Governo, dunque, sindacati e lavoratori chiedono di investire sulle politiche attive per il lavoro anche perché il nuovo modello organizzativo richiede obbligatoriamente un rafforzamento delle strutture regionali e locali per finanziare progetti di riqualificazione del personale.


DOCUMENTO APPROVATO DALL’ASSEMBLEA REGIONALE DELLE OPERATRICI E DEGLI OPERATORI DEI CENTRI PER L’IMPIEGO DELLE MARCHE
12 MAGGIO 2017


Le politiche attive per il lavoro possono realmente esercitare un ruolo di sostegno per i lavoratori, i giovani, occupati e disoccupati ma per far ciò occorrere investire su di esse con significative risorse aggiuntive certe e quindi non frutto di possibili economie.

Nel ritenere condivisibile che la definizione degli indirizzi generali in materia di politiche attive per il lavoro ed il loro coordinamento risieda in un unico soggetto pubblico e nazionale, giudichiamo doveroso evidenziare che l’organizzazione dei servizi per il lavoro e la gestione delle misure di politica attiva spettano alla regione.

Il piano di utilizzo coordinato di fondi nazionali e regionali, come definito nell’ambito delle convenzioni con le Regioni, prevede una spesa del Ministero Lavoro e Politiche Sociali per il funzionamento dei servizi per l’impiego a mala pena sufficiente per la retribuzione del personale e non certo in un’ottica di innalzamento dei livelli quali-quantitativi come dovrebbe invece essere.

Le Operatrici e gli Operatori dei Centri per l’Impiego delle Marche chiedono al Governo ed alla Regione Marche di investire realmente sulle politiche attive per andare a sanare i troppi ritardi accumulati dall’Italia nel quadro europeo.
Il nuovo modello organizzativo richiede obbligatoriamente un investimento nelle strutture regionali e locali per finanziare progetti di riqualificazione del personale a partire dal bisogno di formazione per gli operatori dei CPI.
Infatti, i Decreti attuativi della Legge Delega 183 del 2014, hanno determinato per i Centri per l’Impiego oltre ad un sensibile aumento del carico di lavoro, anche l’urgente necessità di aggiornare le competenze professionali per essere all’altezza delle diverse responsabilità e compiti.

Inoltre, occorre definire urgentemente l’avvio di un percorso di stabilizzazione degli operatori precari ponendo così fine anche alle ambiguità prodotte dal passaggio della loro titolarità dalle province alle regioni e predisporre un piano di assunzioni di giovani laureati e da impegnare in particolare nelle funzioni più innovative così come previsto dal D.lgs.150/15.

È fondamentale altresì che a livello nazionale sia posta l’attenzione anche alla situazione del personale dell’INAPP e ANPAL SERVIZI, sia dipendenti che collaboratori, in termini di tutela nella continuità e nella stabilità del posto di lavoro e del loro livello di qualità professionale.

Le Operatrici e gli Operatori dei Centri per l’Impiego intendono denunciare il clima e lo stato di incertezza in cui si trovano ad operare in mancanza di chiarezza rispetto agli scenari futuri. Non è più rinviabile la definizione di un modello organizzativo chiaro e trasparente.

Governo e Regione non possono scaricare sulle Province il peso della gestione in una situazione economica estremamente critica a causa dei pesanti tagli operati sulle Amministrazioni Provinciali.

Le Operatrici e gli Operatori dei Centri per l’Impiego chiedono alla Regione Marche :

 una sede ed una modalità di confronto sindacale, integrato con una rappresentanza degli operatori Ciof, per analizzare e affrontare i nodi problematici dei Centri per l’Impiego ;

 un quadro dell’attuale situazione dei Centri per l’Impiego ovvero una fotografia dell’esistente composta da : dotazione organica e carenze, servizi resi e modalità di svolgimento, analisi procedure e carichi di lavoro, ricognizione dei profili professionali (natura e contenuti) del personale impiegato al fine di
valorizzare le professionalità acquisite;

 Una ricognizione di eventuali affidamenti e collaborazioni esterne nonché la consistenza del precariato e il ruolo ricoperto ;

 un piano di rafforzamento e riorganizzazione dei servizi per garantire i livelli essenziali delle prestazioni in tutti i centri e per garantire il mantenimento degli standard qualitativi minimi dei servizi già erogati e in rapporto alle nuove funzioni che ai Centri vengono assegnate dal Dlgs 150, prevedendo anche un finanziamento di progetti di riqualificazione del personale; oltre ad una procedura di mobilità del personale verso i Ciof e un impegno a superare i limiti posti dalle attuali dotazioni organiche per consentire necessari processi di riqualificazione del personale che svolge mansioni superiori;

 un intervento nei confronti del Ministero che sembrerebbe aver escluso le Marche dalla ripartizione di una prima quota di 1000 nuove assunzioni destinate ai centri per l’impiego di tutte le regioni;

 un impegno all’attuazione del Dlgs n.151/2015 per la parte di competenza regionale.

In attesa di risposte concrete in merito ai punti sopra elencati, si proclama lo stato di agitazione e si valuteranno iniziative territoriali e regionali per portare a conoscenza e sensibilizzare sulla delicata situazione dei servizi per l’impiego delle Marche.

Le Segreterie Regionali Marche
CGIL – CISL – UIL
FP – FPS – UIL FPL

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