La lettura comparata dei bilanci consuntivi 2013 effettuata anche quest’anno da IRES CGIL Marche per i comuni del nostro territorio provinciale e regionale, offre una interessante prospettiva di lettura politica di ciò che sta accadendo da tempo al nostro sistema delle autonomie locali e della “trappola della virtuosità” in cui sono caduti. Trappola che oggi appare ancora più paradossale e per certi versi suona come una beffa nel momento in cui al governo siede proprio un ex sindaco.

Nel 2014 e nel 2015, infatti, la situazione delle finanze comunali è notevolmente peggiorata per effetto del taglio dei trasferimenti, nazionali e regionali, con contestuale aumento dei vincoli di bilancio che determineranno un ulteriore peggioramento dei dati che già si possono desumere dai consuntivi 2013. Se si guarda ai dati di bilancio, infatti, i comuni del nostro territorio appaiono tutti virtuosi, alcuni anche come campioni di virtuosità, in ogni senso. Hanno un avanzo di amministrazione decisamente superiore alla media nazionale e marchigiana, un indebitamento pro capite bassissimo ( con forti e preoccupanti differenze tra piccoli comuni e i 2 comuni di Fano e Pesaro con più di 50.000 ab), una spesa corrente pro capite più bassa della media marchigiana e nazionale, una spesa per il funzionamento dell’amministrazione più bassa e, ultima ma non ultima, almeno dal nostro punto di vista e dei cittadini, una spesa per welfare che nonostante i pesantissimi tagli si mantiene costante e in valori assoluti pro capite in misura decisamente superiore alla media marchigiana e nazionale. Quindi? Quindi tutto cambia se i medesimi dati e altri ancora, che si possono leggere in dettaglio nella ricerca IRES CGIL Marche, si osservano dalla prospettiva dei cittadini e dei dipendenti degli enti locali che, da questo punto di vista, appaiono senz’altro tutti quali vittime di una folle politica restrittiva sui comuni che continua da anni e che sta conducendo tutti, virtuosi e non ,a sbattere contro un muro.

I comuni non fanno investimenti: soprattutto quelli del nostro territorio (la trappola della virtuosità, appunto), appena 96 euro pro capite, a fronte di una media marchigiana di 136 euro.
Per Pesaro e Fano siamo addirittura a 67 euro, a fronte di una media Marche di 129. Una tragedia per lo sviluppo locale e per i cittadini. Dal 2011 al 2013 il calo è stato addirittura del 22%. Si pensi solo a come questo dato abbia contribuito in termini negativi alla crisi economica in atto. La pressione tributaria è in costante aumento e, sicuramente, con l’applicazione della TASI nei consuntivi 2014 aumenterà considerevolmente. 490 euro pro capite, decisamente più alta nei piccoli comuni. La spesa per il personale, sia nei valori pro capite sia in termini di incidenza sulla spesa corrente diminuisce sensibilmente, per effetto del blocco delle assunzioni e, ecco qui l’evidente paradosso, aumenta di oltre il 30% la spesa sostenuta per pagare i servizi forniti da terzi: dai 351 euro pro capite del 2011 siamo passati ai 458 del 2013.

Per questo servirebbe un moto d’orgoglio dei sindaci e, speriamo presto, anche della Regione Marche che, come tutte le altre regioni, almeno quelle virtuose, è essa stessa vittima, del governo, e carnefice, nel confronti dei comuni.

Simona Ricci
Segretaria Generale CGIL Pesaro Urbino

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