Appuntamento al Teatro Comunale Bramante di Urbania lunedì 1 luglio ore 21


URBANIA – Vogliamo ricordare il lavoro delle donne, attraverso un racconto fatto di videointerviste, poesie, filmati e musica. Canzoni di mezzo mondo saranno interpretate dal coro promosso dal Sindacato Pensionati della CGIL che si è costituito nell’entroterra mobilitando le energie di Urbino, Fermignano, Cagli, Fossombrone, Tavernelle e – appunto – Urbania.

Ma ci saranno anche ragazze e ragazzi a leggere le poesie di Paolo Volponi, della Maraini, della Valduga, della Szymborska; a dare voce ai protagonisti di allora.

Continua così l’impegno della CGIL a ricostruire una corretta memoria collettiva iniziato anni fa con il ricordo di Adele Bei, del Piano del Lavoro pesarese del 1952 e proseguito con Marcinelle, Italia (2016) e Bread and Roses (2017).

Anche per IN FABBRICA, le donne, la serata della memoria è accompagnata dal lavoro di 17 ricercatrici e ricercatori dell’Università Urbinate, guidati dal prof. Giuseppe Travaglini, dedicato allo sviluppo della nostra provincia e descritto con un approccio di genere. La CGIL pesarese ha promosso e ha pubblicato la ricerca con Ediesse.

La storia economica e sociale è così accompagnata dalla viva voce di 21 ragazze degli anni ’60, che vivevano a Pergola, Orciano, Mondavio, Calcinelli e in tutta la vallata fino a Fossombrone, Fratterosa, Fermignano, Urbania, Cagli ed Acqualagna. E lavoravano alla CIA, alla Lions Baby, alla Ronco, alla Garcia, alla Incom, alla Oda…

In quei decenni migliaia di donne non solo lasciarono la terra ma anche le rigide strutture tradizionali della grande famiglia contadina, dove le donne lavoravano intensamente (e le statistiche neanche se ne accorgevano).

Con il loro lavoro, donne e uomini, emigrati in provincia, in Alta Italia o in Europa, hanno moltiplicato la ricchezza di questa provincia, una delle più povere e tradizionali aree del Centro Nord.

A migliaia – anche ragazze giovanissime – entrarono nelle nuovissime fabbriche dell’abbigliamento. Entrarono anche per una voglia di libertà. Diventavano così operaie con una paga “tutta per se’”, in gran parte per i loro nuovo consumi; una paga guadagnata in fabbriche moderne dove il lavoro non nascondeva le sue asprezze, i ritmi, la monotonia, l’alienazione.

Ma impararono insieme i termini del Contratto collettivo di lavoro e li misurarono con le condizioni concrete del loro lavoro; impararono che la catena di montaggio richiede l’organizzazione sindacale, la lotta delle lavoratrici, un alto livello di solidarietà, anche un impegno civile a difesa della democrazia.

Nel cuore di quella che è stata la “valle del jeans”, ascolteremo le storie di queste donne, fino ad arrivare agli anni ’70. È proprio all’inizio del decennio che avvengono due rilevantissime innovazioni legislative: lo Statuto dei lavoratori e la legge sul divorzio. Anche le donne italiane potranno così rivendicare diritti sul lavoro ma anche diritti nella vita affettiva, di relazione.

“Bread and Roses” (“Dateci il pane, ma dateci anche le rose”): così nel 1912 a Lawrence, in Massachusetts, avevano gridato migliaia di immigrate italiane durante un sciopero mai dimenticato nelle fabbriche tessili. E così canterà anche il coro dello SPI CGIL.

In Teatro sarà anche allestita la Mostra dedicata al lavoro delle donne FRAMMENTI, di Leonardo Faggi.

La eco-artista interpreta i materiali di scarto della società dei consumi e li trasforma per farli rivivere nel presente con uno sguardo rivolto al futuro. La sua passione per l’intreccio, dice ..” mi porta a unire FiberArt e Arte del Riciclo, materiali di scarto, orditi e trame si fondono insieme creando nuovi punti di vista, nuove sensazioni”. Del lavoro di tessitura che le donne facevano per lavoro con fatica, Leonarda ne trae un’arte che pratica con piacere, rispetto e per libera scelta.


Entrata libera fino a esaurimento posti


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