A PROPOSITO DI SPI

Questi lunghi mesi di restrizioni e isolamento dovuti alla pandemia hanno sterilizzato i rapporti sociali e ci hanno fatto riflettere su quanto sia importante trovare modi alternativi per comunicare e tener vivo quel sentimento di collettività e appartenenza.
Per questo abbiamo deciso di scrivere questo “Giornalino” per raccontarvi quello che lo Spi sta facendo e continuerà a fare per rappresentare le esigenze degli anziani ma anche delle nuove generazioni.

IL PUNTO SULLA CAMPAGNA VACCINALE

Quello che sta succedendo in questi giorni sulla somministrazione dei vaccini agli anziani ultra ottantenni è davvero troppo.
Lo Spi è seriamente preoccupato per come si sta involvendo la situazione vaccinale.
Si è davvero passato il limite, non si può trattare in questo modo le persone, e a maggior ragione quelle che hanno bisogno di più protezione e tutela.
Sono giorni ormai che apprendiamo delle disfunzioni legate alla logistica per l’inoculazione dei vaccini.
Noi l’avevamo già denunciato, che così, come era stato approntato, il piano vaccinale non andava incontro alle esigenze degli anziani.
Le scene che abbiamo visto in questi giorni, con gli assembramenti che si sono creati davanti al Centro Monaldi di Pesaro perché le dosi previste non erano ancora arrivate e si è lasciato aspettare gli anziani all’aperto per ore, non si devono più ripetere.

E’ stato uno spettacolo di cui tutti avremo fatto a meno, dopo tutto quello che in questi mesi hanno sofferto gli anziani chiusi nella solitudine ad aspettare un vaccino.

E’ inaudito quello che sta succedendo, non si fanno altro che sommare disfunzioni a disfunzioni, e tutto sulla pelle delle persone più deboli.
Sapevamo tutti che questa sarebbe stata la più grande campagna di vaccinazione di massa e ci siamo arrivati nelle condizioni peggiori, senza avere una programmazione seria e ponderata. Si poteva fare meglio? Sicuramente averebbero potuto studiare e organizzare una logistica migliore, avrebbero potuto essere più celeri nel trovare un accordo con i medici di base per vaccinare le persone fragili.
Sono mesi che chiediamo chiarimenti sull’organizzazione della vaccinazione, e ancora oggi assistiamo a scene indecorose.
Alla politica chiediamo un cambio di passo chiaro e deciso, la nostra Regione è tra quelle che ha vaccinato di. meno, segno che esistono delle evidenti difficoltà organizzative, ci auguriamo che si recuperi velocemente
I giorni scorsi, in un incontro con i consiglieri regionali di minoranza, abbiamo spiegato le difficoltà che vivono i nostri anziani e l’urgenza di dare impulso alla campagna vaccinale. Perché anche quando arriveranno i vaccini i nodi da risolvere sono ancora molti: è necessario trovare altri punti vaccinali, è necessario trovare personale disponibile a farli i vaccini, quelli che sono attualmente disponibili non sono sufficienti. E ancora l’accordo con i medici di base, così come è stato fatto non è sufficientemente adeguato.

I NOSTRI NUOVI SERVIZI

S.O.S. VACCINI
TI SERVE AIUTO? RIVOLGITI ALLO SPI – CGIL

E’ una corsa contro il tempo, quella dei vaccini, e si sa che per correre bisogna avere delle buone gambe, per questo è necessario fare presto e fare bene.

Dobbiamo dircelo con grande chiarezza e franchezza: ogni giorno, ora o minuto perso ha una diretta e drammatica conseguenza in termini di vite umane, in particolare nella categoria degli anziani e delle persone fragili.
Tuttavia, non sfugge a nessuno che proprio la popolazione più anziana è quella che ha la maggior difficoltà a destreggiarsi con gli strumenti tecnologici.

Come sindacato dei pensionati ci siamo messi a disposizione collaborando per la campagna vaccinale più grande della storia. Di fronte al più grande sforzo collettivo a cui siamo tutti chiamati nel Paese, il sindacato pensionati sta facendo la sua parte.

Lo Spi , e la Cgil hanno un’organizzazione molto radicata in tutto il territorio provinciale, che ci permette di offrire un’informazione diffusa e capillare.

Per questo abbiamo deciso di avviare uno “sportello” dedicato per aiutare, per offrire un consiglio a chi ne ha bisogno per la prenotazione vaccinale.

Solo se sapremo collaborare tutti insieme riusciremo a centrare l’obbiettivo, ma soprattutto potremo restituire fiducia e serenità ai nostri anziani e cittadini, che sono duramente provati da mesi di emergenza sanitaria, di crisi sociale ed economica senza precedenti.

A TUTTO SPID …
UN NUOVO SERVIZIO PER NUOVI BISOGNI

Se c’è una cosa che ci ha insegnato la pandemia è che non torneremo indietro rispetto l’utilizzo della tecnologia.

L’isolamento imposto dalla pandemia è stato difficile per tutti, e in questo periodo molti anziani sono riusciti a rimanere in contatto con il mondo esterno, proprio grazie all’uso degli strumenti tecnologici ed informatici che nei fatti si sono rivelati di grande aiuto.

Però è anche vero che non siamo tutti uguali e che le tecnologie, dagli smartphone ai social media, non sono di facile utilizzo per tutti.

Allora per venire incontro anche alle esigenze di chi non ha ancora molta dimestichezza con la tecnologia, il Sindacato Pensionati ha deciso di fornire consulenza ed assistenza per l’attivazione dello Spid strumento diventato ormai indispensabile per poter accedere ai vari servizi della pubblica amministrazione come per esempio Inps, servizi sociali, servizi anagrafe.

Lo Spid che letteralmente significa SISTEMA PUBBLICO DI IDENTITA’ DIGITALE diventerà sempre più necessario per svolgere le azioni della nostra attività quotidiana.

Per il Sindacato è importante che anche i pensionati possano beneficiare dei vantaggi offerti dalla tecnologia, per questo abbiamo pensato di dare vita a questo servizio, per dare una tutela globale alle esigenze degli anziani, per non lasciare indietro nessuno a partire dalle persone più deboli.

SPORTELLO DIRITTI INESPRESSI
LA PENSIONE RITROVATA

Sono chiamati “diritti inespressi”, si tratta di quelle prestazioni previdenziali dell’Inps alle quali un pensionato non sa di aver diritto. Si tratta delle maggiorazioni sociali, gli assegni al nucleo familiare, la quattordicesima le integrazioni al minimo; sono qulle prestazioni che i pensionati spesso non richiedono, ma alle quali hanno diritto e che l’Inps non riconosce in automatico.

Per poterne godere bisogna richiederle, ma accade che anche i pensionati non sempre ne siano a conoscenza. Così non si chiedono.

Si finisce quindi per perdere un sostegno economico, magari, fondamentale per la vita quotidiana, soprattutto in questo momento di pandemia.

Lo Spi – Cgil ha lanciato una campagna proprio per recuperare questi diritti inespressi.

Per lo Spi – Cgil di Pesaro e Urbino, questa è una battaglia di civiltà.

In questo progetto ci avvaliamo del prezioso contributo di operatori esperti, che opereranno in stretta collaborazione con il patronato Inca della Cgil.

Sia che si tratti di richieste di riconoscimento di cifre sostanziose, o di richieste più esigue, per lo Spi – Cgil sono pur sempre diritti. Perché rinunciarvi?

Per tutte le informazioni che desideri puoi contattare direttamente il Sindacato Pensionati piu’ vicino a te

PER SAPERNE DI PIU’ E PER FAR VALERE I TUOI DIRITTI VIENI A TROVARCI NELLA SEDE PIU’ VICINO A TE E TROVERAI UNA RISPOSTA QUALIFICATA AI TUOI PROBLEMI

6 ANNI DI ESPERIENZE COLLETTIVE
SULLA STORIA E LA MEMORIA

Siamo partiti con una grande motivazione qualche solida convinzione. Abbiamo cercato di sistemare innanzi tutto l’archivio storico e la biblioteca. Nel 2015 abbiamo deciso di parlare di una figura forte del movimento operaio pesarese e del movimento delle donne: Adele Bei, dirigente sindacale delle tabacchine e antifascista rigorosa, una delle 21 donne che fecero la nostra Costituzione tra il ’46 e il ’48. Era nata a Cantiano. Abbiamo quindi promosso la conoscenza della sua storia della sua vita, abbiamo registrato le testimonianze di tabacchine e boscaioli, abbiamo visitato musei del tabacco e luoghi particolari legati a quelle vicende.

Ci siamo così trovati con un quarto carattere fondamentale: la ricostruzione di una vicenda storica con la partecipazione attiva di un centinaio di pensionate e pensionati che hanno partecipato, hanno conosciuto, cantato, recitato, letto, discusso.

Nel 2016 abbiamo cercato di fare di più e meglio: abbiamo costruito una serata al Teatro della Fortuna di Fano per parlare di Marcinelle, 8 agosto ’56, a 60 anni esatti dalla tragedia. Un libro che ricostruisse la emigrazione pesarese del dopoguerra nelle miniere del Belgio; il coro fanese “Canta che ti passa”a cui si erano aggiunti tanti quadri ed operatori sindacali; i ricordi delle mogli e delle famiglie di quegli sfortunati lavoratori; documentari di grande qualità, testi letterari, immagini, tra cui – indimenticabile – il ragazzo con il pettirosso che Simone Massi – grafico apprezzato a livello internazionale – ha fatto per noi: sono stati questi gli strumenti con cui abbiamo cercato di raccontare una vicenda così lontana dai problemi della nostra società nell’agosto del 2016.

Il Teatro della Fortuna era stracolmo, la gente nostra ma anche semplici cittadini ci hanno detto di apprezzare la lettura storica proposta: è il lavoro che costruisce i valori nelle nostre società; sono i minatori che hanno sostenuto e permesso la ricostruzione del dopoguerra, il miracolo economico e anche la ricchezza attuale delle nostre terre che da esportatrice di mano d’opera oggi è diventata terra ospitale (e magari non sempre) per donne e uomini che a loro volta in Italia cercano lavoro.

Abbiamo continuato quindi utilizzando ancora quello schema organizzativo: la storia, la memoria, il lavoro, la partecipazione di massa alla ricostruzione e alla comunicazione con i più diversi strumenti.

Ci siamo fatti aiutare da storici di qualità (che cos’è la storia, cos’è la memoria, e la storia “orale” …?). Abbiamo imparato che il coro non è solo un modo per comunicare, in musica e in forma attiva; il coro è anche una comunità che può esprimere solidarietà: una signora irachena e una moldava hanno cantato con noi per narrare il contributo delle insegnanti alla costruzione della scuola di massa alla fine degli anni ’60; a Fermignano, abbiamo cantato per il 25 aprile del 2019 invitando esplicitamente alla festa della libertà dell’Italia anche lavoratori stranieri, che apprezzano e difendono la libertà conquistata nel ’45 nel territorio nazionale e per tutti coloro che lo vivono.

Il Covid ancora ci blocca e ci impedisce. Ma siamo pronti a riprendere, cercando prima di tutto l’entusiasmo vostro.

Sarà sempre nostra convinzione che se vogliamo imparare qualcosa dalla storia la dobbiamo conoscere, praticare, percorrendo insieme i sentieri della ricerca rigorosa e sapendo comunicare all’intera società le convinzioni che abbiamo consolidato.

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO NUMERO!!!

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