Progetto Bussola 2021: a giugno incontri pubblici su salute, consumi e invecchiamento attivo

Nell’ambito del Progetto Bussola 2021 finanziato dalla Regione Marche, lo Spi Cgil, insieme a Federconsumatori e Asur (Dipartimento Nutrizione), hanno organizzato, per il mese di giugno, una serie di incontri per discutere con le persone e dare risposte concrete sui temi inerenti l’alimentazione, le dipendenze patologiche, la tutela dei consumatori, la consulenza sulle problematiche dei pensionati e sull’invecchiamento attivo.

Dopo più di un anno in cui siamo stati obbligati all’isolamento per arginare l’emergenza sanitaria, e dopo un periodo altrettanto lungo in cui abbiamo imparato a convivere con il virus, grazie al vaccino stiamo pian piano ritornando alla normalità.

Finalmente è arrivata l’ora di incontrare le persone, ascoltarle, capire i loro bisogni e dare loro risposte certe ed efficaci.

E’ fondamentale che lo spazio entro cui dobbiamo agire è il territorio, là dove si svolge la vita sociale collettiva di una comunità.

La pandemia ci ha insegnato a guardare con occhi nuovi: la nostra funzione è quella di essere dei punti di riferimento per i tanti cittadini e pensionati che guardano oggi più che mai il territorio come fattore di cambiamento.

Il ciclo di incontri si svolgerà in forma di Infopoint durante il mese di giugno nelle seguenti località:

  • Gabicce, 15 giugno dalle 16 alle 19 presso il piazzale Davanti il Conad – Zona Tavollo;
  • Urbino, 22 giugno dalle 16 alle 19 in pizza della Repubblica
  • Fossombrone, 21 giugno dalle 9 alle 12 presso largo Caio Sempronio Gracco (Porta Fano)
  • Mondolfo, 28 giugno dalle 9 alle 12 in via Cavour 7.

I collaboratori di Spi, Federconsumatori, e Asur saranno presenti, nei giorni prestabiliti, distribuendo materiale informativo, per fornire informazioni e riposte sui temi delle insidie per i contratti di gas, acqua, e telefonia e sui corretti stili di vita e alimentazione.

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13 NOVEMBRE – SCIOPERO TREMILA LAVORATORI “MULTISERVIZI”: TUTTE LE INIZIATIVE NELLE MARCHE

Domani, 13 novembre, scioperano per l’intera giornata i circa tremila lavoratori di Multiservizi delle Marche, la maggior parte addetti alle pulizie e alla sanificazione. La ragione dello sciopero è il mancato rinnovo contrattuale.

Molti di questi lavoratori, per il 70% donne, sono part-time involontari con retribuzioni medie mensili di 300/400 euro lordi: la condizione, quindi, di disagio economico e di precarietà è diffusa. Eppure sono gli stessi che svolgono un ruolo ritenuto essenziale con la pulizia degli ospedali e dunque nel contenimento del contagio sia nei nosocomi sia nelle Rsa sia nelle case di cura e anche negli uffici pubblici e privati. Nonostante questo impegno, le aziende e le associazioni datoriali hanno deciso di non rinnovare il contratto da ben sette anni creando ulteriori difficoltà e impoverimento a migliaia di lavoratori.

Le richieste del sindacato per il nuovo contratto riguardano un aumento della retribuzione, il mantenimento della malattia, la garanzia del cambio di appalto e le norme su salute e sicurezza.
L’emergenza pandemica ha messo in evidenza l’importanza dell’attività di questi lavoratori definiti spesso cavalieri ed eroi ma che non hanno bisogno di titoli ma del giusto riconoscimento del lavoro prestato e di maggiori diritti e tutele.

Per l’occasione, nelle Marche, si svolgeranno quattro iniziative: ad Ancona, alle ore 11, presidio davanti all’ospedale regionale di Torrette, a Pesaro, presidio in Piazza del Popolo alle ore 9,30 e ad Ascoli Piceno presidio alle ore 13,30 davanti al Pronto soccorso dell’ospedale di San Benedetto del Tronto, a Fermo il presidio alle 13,30 davanti alla sede dell’ospedale Murri.

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Sicurezza, questa sconosciuta (anche in epoca di pandemia)

Potremmo definire quella che stiamo vivendo una “guerra silenziosa”, se non fosse che il silenzio ogni tanto viene interrotto da sparate mediatiche, fragorose quanto inutili, da parte di personaggi che dovrebbero rappresentare le aziende e le istituzioni, ai quali più volte ci siamo rivolti come sindacati metalmeccanici per avere un dialogo alla ricerca di soluzioni comuni per far fronte alla crisi già in atto e a quella ancor maggiore che dovremo affrontare una volta passata l’emergenza sanitaria.
Come Fim Fiom Uilm ci siamo espressi più volte, non solo ai tempi del Covid 19, su quanto sia importante, oggi potremmo dire vitale, che nelle aziende si facciano investimenti per garantire la tutela della salute e sicurezza ai lavoratori e lavoratrici, ma ancora oggi, con una pandemia in corso, pur nella difficoltà di adeguarsi a decreti e protocolli in continua evoluzione, ci sembra che non ci sia nemmeno la volontà da parte di molti imprenditori a mettersi pienamente in regola, mentre apprendiamo tristemente di aziende che stanno cercando di cambiare il proprio codice Ateco o avere deroghe dal Prefetto per poter lavorare ugualmente nonostante non siano produttori di beni essenziali, mettendo a rischio la salute dei lavoratori e gli sforzi sociali fatti dai cittadini in questo periodo.
Dopo esserci rivolti alle istituzioni chiedendo di attenzionare il territorio pesarese per far rispettare le regole sulla sicurezza e tutelare la salute dei lavoratori, in tutta risposta apprendiamo dai giornali che l’Asur, di concerto con la Regione Marche, in appena 3 giorni lavorativi, ha effettuato 353 controlli tra sopralluoghi e contatti telefonici nelle aziende senza trovare irregolarità, mentre i feedback che ci arrivano dai lavoratori “in trincea” ci raccontano di fabbriche tali e quali a prima del Coronavirus, senza le adeguate misure e tutti i dispositivi di sicurezza. Del resto, se tutti si lamentano che negli ospedali mancano le mascherine, come fanno ad averle le aziende?

In questo scenario, stanno uscendo fuori tutte le fragilità del nostro sistema capitalistico, dove chi rispetta le regole è sfavorito rispetto a chi le trasgredisce, facendo concorrenza sleale, e nel quale i problemi della classe dirigente si scaricano sempre sui più deboli, mentre sarebbe il momento, a nostro vedere, di rimboccarci tutti assieme le maniche, dimenticare gli individualismi e provare a fare un salto di qualità, iniziando a rispettare le regole e soprattutto ad investire in sicurezza per tutelare la salute dei lavoratori che fanno sacrifici in prima persona per mandare avanti le aziende.

Pertanto, ora più che mai continueremo a batterci per il rispetto delle norme sulla sicurezza, come abbiamo sempre fatto, invitando le istituzioni a fare altrettanto.

Pesaro 29.3.2020

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