Riteniamo doveroso collocare le scelte di riforma sanitaria delle Marche nel quadro nazionale che, alla luce dalla Legge di Stabilità 2017, va ulteriormente precisato.

Il fondo sanitario Nazionale per l’anno 2017, sulla base di quanto previsto dal Def salirà da 111 a 113 miliardi con un recupero di un miliardo rispetto alla previsione iniziale, ciò in conseguenza della forte pressione esercitata in sede di Conferenza delle Regioni.
Tuttavia 1,3 miliardi sono quote vincolate per la copertura delle spese relative a nuovi farmaci, anche oncologici, per il piano vaccini e per le assunzioni; si ritiene, dunque, che tali risorse non riescano ancora a garantire le risposte ai bisogni di salute per tutte le macrovoci di spesa (prevenzione, ospedale e territorio).

Negli ultimi anni i tagli alla spesa sanitaria unitamente alla crisi economica hanno determinato un aumento della spesa sanitaria privata e un sempre maggior numero di cittadini rinuncia alle cure e alla prevenzione. Per l’anno 2018 il Fondo Sanitario Nazionale previsto è di 114 miliardi, anziché 115, sempre con quote vincolate. Restano confermati i tagli previsti che le Regioni dovranno effettuare ed a tale proposito occorrerebbe aprire un confronto con la Regione Marche per mettere in trasparenza le scelte della Regione riguardo i fondi a disposizione per il Servizio Sanitario Regionale e i tagli che sono all’orizzonte.

LA RIFORMA SANITARIA NELLA PROVINCIA DI PESARO
Come CGIL, CISL e UIL esprimiamo forte preoccupazione per la situazione del servizio sanitario nel territorio provinciale pesarese e per la mancanza di un chiaro progetto che identifichi in maniera trasparente e condivisa un progetto di riforma e riassetto dei servizi sanitari. Sottolineiamo che, a partire dalla primavera dello scorso anno abbiamo, unitariamente, aperto il confronto attraverso assemblee territoriali sulla base di un documento rivendicativo e, dopo numerose sollecitazioni abbiamo avviato un confronto con le Direzioni dell’ Azienda Ospedaliera Marche Nord e dell’Area vasta 1, con l’obiettivo di comprendere i progetti delle due realtà sanitarie della provincia riguardanti la realizzazione della nuova struttura Ospedaliera, la attivazione degli Ospedali di Comunità, i servizi socio sanitari dell’entroterra, le questioni riguardanti il personale e il gravissimo problema delle liste di attesa e della mobilità passiva. Tale confronto, tuttavia si è praticamente interrotto per responsabilità delle due direzioni.

Peraltro sulla stampa locale si leggono dichiarazioni di diversi politici regionali che sembrano, avanzare soluzioni affatto previste dalle stesse deliberazioni della Giunta Regionale, quali la gestione privatistica di ben due ospedali di comunità (Cagli e Sassocorvaro), mentre per Fossombrone continua una lenta agonia.

Rete Ospedaliera
E’ noto che, in attuazione del Decreto cd Balduzzi (DM 70/15) la Giunta regionale, con la Delibera 159/16 ha previsto la rideterminazione dei posti letto e la loro riduzione, modificando gli ex Ospedali di Polo di Fossombrone, Cagli e Sassocorvaro ( DGR 139/16) in Ospedali di Comunità trasformando, a decorrere dal primo gennaio 2017, i posti letto di lunga degenza in posti letto di cure intermedie. Ad oggi, questa operazione sembra essere stata definita solo sul piano formale, mentre si affacciano ipotesi di allargamento al privato, senza che sia chiarito né quale dovrà essere il suo ruolo né come si articolerà il rapporto con gli indispensabili e prioritari servizi pubblici. Mancano inoltre all’appello molti dei posti letto sia per acuti che di cure intermedie che erano pur previsti sia nella Dgr 735/13 che nella stessa Dgr 139/16. A tutto ciò va aggiunto che il territorio pesarese è quello che ha subito il più pesante taglio di posti letto, con forti penalizzazioni delle popolazioni dell’entroterra, dove l’Ospedale di Urbino mostra quotidianamente le sue insufficienze strutturali e di personale, mentre l’Ospedale di Pergola dopo un periodo di grave de-potenziamento, solo a seguito di una sentenza del TAR, recupera il suo Primario di chirurgia e, sulla base di dichiarazioni dello stesso Presidente Regionale, si appresterebbe a ricevere le risorse professionali necessarie per recuperare, almeno in parte la sua funzionalità, ma è tutto da verificare. Tutto ciò, comunque, risulta essere ancora insufficiente per dare le risposte attese ai cittadini del territorio collinare e montano, anche a causa della difficile viabilità. Non esiste, a tutt’oggi, un progetto per le post-acuzie e per le cure intermedie per le città di Pesaro e Fano, di Case della Salute neanche l’ombra: il tutto determina un gravissimo problema nei percorsi di dimissioni in particolare dai reparti di medicina e lungodegenza, già carenti di posti letto, con un gran numero di ricoveri impropri presso le Residenze Protette della costa.

Sistema dell’emergenza e urgenza

Riscontriamo ancora preoccupanti carenze nell’attuale sistema, soprattutto con riguardo alle aree interne, sia per quanto riguarda le postazioni, sia per la insufficienza del parco macchine che del personale.

La chiusura dei Punti di Primo Intervento e la loro trasformazione in Punti Ambulatoriali Territoriali dal 1/1/17, questi ultimi ancora privi di un chiaro assetto giuridico, professionale, organizzativo e strutturale di carattere regionale, ha scaricato migliaia di accessi, anche impropri, presso il Pronto Soccorso di Urbino, già in sofferenza, e anche su quelli di Fano e Pesaro.

Azienda Ospedaliera Marche Nord Prendiamo atto, anche con molte riserve, che il Presidente della Giunta regionale ha stabilito che il nuovo nosocomio sarà costruito a Pesaro, in località Muraglia, ed a tal fine è già stato previsto il finanziamento per la sua progettazione, inoltre, secondo quanto dichiarato dallo stesso Presidente, la costruzione sarà finanziata attraverso un contratto di disponibilità : con tale contratto si affida, a rischio e a spesa dell’affidatario, la costruzione e la messa a disposizione a favore dell’amministrazione aggiudicatrice di un’opera di proprietà privata destinata all’esercizio di un pubblico servizio, a fronte di un corrispettivo.
Dunque, di fatto la Regione contrae un debito che sarebbe interessante conoscere come, negli anni sarà onorato. Altre ipotesi sono o il “project financing” o il mutuo. Delle tre ipotesi sarà fatta un’analisi comparativa. In un solo anno siamo passati dall’ipotesi esclusiva del project financing fino all’apertura a tutte e tre le possibilità. Ci saranno altri cambiamenti?! Sempre a proposito di dichiarazioni e annunci, si legge che il Presidio Ospedaliero Santa Croce di Fano resterà Ospedale (quale tipologia non è dato sapere). Allo stesso tempo si ipotizza una clinica privata a Fano, perché la Regione sembra scommettere, nel senso proprio del termine siamo nel campo dell’azzardo, che solo una clinica privata possa combattere la mobilità passiva. Ma a quali criteri corrisponde questa programmazione. O è improvvisazione? In quale contesto e in quale Piano Sanitario si inseriscono queste scelte? I lavoratori e i cittadini hanno il sacrosanto diritto di conoscere, e di non farlo attraverso la stampa, quale sarà il futuro dei servizi sanitari del proprio territorio. Nel frattempo è necessario che le strutture esistenti siano in grado di rispondere adeguatamente alla domanda di sanità evitando inutili e pesanti pellegrinaggi fra le tre strutture esistenti, come purtroppo si verifica. Prendiamo sicuramente atto positivamente dei maggiori investimenti fatti sull’Azienda Ospedaliera, ma segnaliamo come, in particolare in tema di assunzioni, lo scarto tra numeri annunciati e realtà dei fatti è ancora alto e come queste maggiori risorse giungano dopo almeno 5 anni di tagli consecutivi e di promesse mancate.

Liste di attesa e Mobilità Passiva
Sono le due grandi emergenze che ancora attendono risposte significative. Per altro, i dati relativi a tale fenomeno sono incompleti a tardivi, ma resta il fatto che molti cittadini della nostra provincia sono troppo spesso costretti a rivolgersi alle strutture private a pagamento, o fuori regione, per potere usufruire di prestazioni specialistiche, e/o ricoveri ospedalieri ( questi ultimi anche per carenza di posti letto).

Riteniamo altresì doveroso che sia affrontato il problema delle cure palliative pediatriche, tenuto conto delle disponibilità finanziare e logistiche per l’implementazione e l’avvio della struttura suddetta.

Sono diverse decine i milioni che la nostra regione è costretta a spendere per pagare, ad altre regioni, le prestazioni che non vengono erogate nella nostra provincia.

I piani per abbattere le liste di attesa sono risultati inefficaci o quanto meno parziali ed occorre fare investimenti sia in termini tecnologici che di personale, oltre a prevedere anche percorsi di appropriatezza da realizzare d’intesa con i medici di medicina generale. Riteniamo essere ormai tempo che si conosca il reale progetto sulla sanità del nostro territorio e non è più tollerabile che informazioni, spesso contraddittorie fra loro, siano affidate in maniera disarticolata a dichiarazioni estemporanee e senza che sia evidenziato il quadro generale entro cui costruire un nuovo modello di sanità, pur necessario.

Occorre, dunque una programmazione sanitaria seria, trasparente e condivisa, pertanto, riteniamo non più rinviabile aprire una fase di confronto e di partecipazione, con le Istituzioni per conoscere:
– il progetto complessivo che si intende realizzare per la sanità provinciale che, prima di ogni altra cosa, richiede un riequilibro dei posti letto, un investimento, in mezzi e risorse, sulla rete dell’emergenza/urgenza e la realizzazione delle Case della Salute, sempre annunciate ma mai realizzate.
– il ruolo che si intende attribuire al privato, con una comparazione costi/benefici
– con quali risorse si finanzierà il Nuovo Ospedale Marche Nord,
– come si garantirà un adeguato servizio per i cittadini dell’entroterra,
– quali sono le strategie per abbattere definitivamente le liste di attesa e la mobilità passiva.

Attendiamo, al più presto l’apertura di un confronto che consenta alle parti sociali, ai lavoratori ed ai cittadini di confrontarsi e partecipare alle scelte per costruire una sanità in grado di dare le risposte che si attendono.

Pesaro,2 marzo ’17.
CGIL CISL UIL
Segreterie e Coordinamenti Provinciali di Pesaro Urbino

Facebooktwitter