CONTRATTAZIONE SOCIALE TERRITORIALE: RISORSA PER IL TERRITORIO

La nostra capacità di tradurre in proposte le esigenze reali e quotidiane dei lavoratori e dei cittadini.

Da un decennio la contrattazione sociale territoriale è asse portante dell’agire CGIL. Grazie anche all’unicità dell’esperienza delle Camere del Lavoro, è cresciuta infatti la consapevolezza di dover affiancare alla tradizionale contrattazione nelle aziende quella con i diversi soggetti del territorio, sia su temi sociali che di sviluppo locale, per ricollegare con forza i diritti nel lavoro con i diritti di cittadinanza.

In un contesto di progressiva riduzione delle risorse e di tagli che investono i cittadini, l’organizzazione, la qualità e l’accessibilità dei servizi e degli spazi e la loro corrispondenza con i bisogni del territorio stesso, sono elementi essenziali per la qualità di vita delle persone e delle comunità.

La contrattazione sociale territoriale che è nata come pratica di negoziazione a livello territoriale e con soggetti prevalentemente pubblici – Comuni, Aziende di servizi, Ambiti sociali e Aree Vaste dell’ASUR – in materia di prestazioni e tariffe, è divenuta il terreno che contribuisce più in generale all’integrazione dei servizi e al sistema complessivo del welfare territoriale.

Ecco perché attraverso lo sviluppo e il consolidamento della propria esperienza, il Sindacato unitario propone ai diversi soggetti del territorio con cui prima dialogava singolarmente, una PIATTAFORMA NEGOZIALE COMPLESSIVA, ovvero un piano sintetico del lavoro a livello territoriale che vuole intercettare protagonisti e strategie per l’inclusione sociale, la tutela dei diritti e lo sviluppo del territorio attraverso richieste specifiche e proposte concrete a 360° a livello comunale e sovra comunale.

Nelle sezioni dedicate sarà possibile consultare la documentazione relativa ai tavoli, alle piattaforme e agli accordi sottoscritti negli ultimi anni con Amministrazioni comunali, Aziende di servizi pubblici locali, Ambiti sociali e Aree Vaste dell’ASUR Marche.

La CGIL ha avviato, ormai da tempo, una riflessione sul tema della contrattazione sociale con l’obiettivo di una sua maggiore diffusione e qualificazione, nei contenuti e nei processi partecipativi, anche in termini di formalizzazione e classificazione dell’insieme delle attività che sono svolte nella dimensione territoriale.

L’emergenza corona virus ha ulteriormente evidenziato, se ce ne fosse stato bisogno, l’importanza dell’attività negoziale, che vede coinvolte tutte le categorie della nostra organizzazione anche nella capacità di rappresentanza, nella definizione delle piattaforme dei bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, delle cittadine e dei cittadini.

Con la pandemia sono cambiate, da parte dei cittadini la percezione e la consapevolezza della necessità dei servizi: in particolare è emerso quanto siano indispensabili un servizio sanitario e socio-sanitario pubblico, efficiente ed efficace e una forte rete di servizi territoriali integrati, come abbiamo sempre sostenuto.

Molte/i compagne e compagni sono già impegnati nella contrattazione sociale e territoriale per rispondere alle nuove esigenze create dall’emergenza sanitaria e affrontando le enormi difficoltà che questo comporta.

Tra le novità di cui non possiamo non tener conto ci sono le ingenti risorse, nazionali ed europee, stanziate per mitigare le enormi difficoltà sociali ed economiche.

Le perduranti ed aggravate disuguaglianze hanno generato un malessere sociale grave e pericoloso, anche per i rischi di avventate strumentalizzazioni, come già accaduto in questi giorni.

La nostra visibile e capillare presenza sul territorio diventa ancora più importante anche per la tenuta democratica del Paese.

Si può osservare che l’attività di contrattazione sociale nella dimensione territoriale/regionale, nella quasi totalità delle intese che intervengono con le Amministrazioni competenti è a carattere unitario e in larga misura coinvolge – in considerazione degli ambiti di negoziazione – anche le Federazioni dei Pensionati.

Da questo punto di vista emerge la necessità di una maggiore sistematicità, per definire unitariamente linee guida, ipotesi di percorso, modalità di validazione e partecipazione, protocolli e intese con ANCI, UPI e Conferenza delle Regioni, a partire dal livello nazionale.

Politiche e scelte operate dalle Amministrazioni Pubbliche (Comuni, Province, Regioni), ai diversi livelli, hanno un impatto diretto sulle condizioni di vita delle cittadine e dei cittadini dei territori.
Tale assunto vale per le diverse tipologie di prestazioni sociali, di servizi di varia natura, di imposizione fiscale locale e di tributi.

Entità e diffusione dei servizi a domanda individuale, il tema della domiciliarità, dei servizi di trasporto pubblico, della presenza e dell’organizzazione dei servizi socio-sanitari nel territorio, dei servizi d’istruzione, della politica delle entrate di un comune o di una regione, delle esenzioni totali o parziali per particolari categorie di utenti dal pagamento di alcuni tributi producono un riflesso diretto e indiretto nella capacità di reddito delle persone e nell’aver accesso a servizi fondamentali.

Da un lato crescono e si diversificano i bisogni, dall’altro i nostri sistemi di protezione sociale e di programmazione/erogazione dei servizi alla cittadinanza e per la cittadinanza mostrano elementi di debolezza.

La risposta, è evidente, non può essere l’agire nella sola dimensione territoriale, ma devono esserci sintonia e interazione tra i diversi livelli di contrattazione per risolvere adeguatamente l’insieme delle complesse problematiche che attraversano la nostra società e le sempre più gravi fratture sociali.

Settembre 2020

Rossana Dettori Segretaria confederale della CGIL Nazionale

Sono presenti solo gli enti con cui si sono firmati accordi o verbali

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