Lo statuto della CGIL
Lo Statuto della CGIL è la “carta” che definisce i principi costitutivi e le regole della vita interna della Confederazione. “È il codice etico dell’organizzazione” ha detto il Segretario generale nazionale Susanna Camusso al XVII Congresso di Rimini del 6, 7 e 8 maggio 2014 al termine del quale il Congresso lo ha approvato.
Esso è composto da V titoli: Principi costitutivi (I), Delle strutture e delle forme organizzative (II), Organi della confederazione (III), Dell’amministrazione (IV) Della Giurisdizione interna (V) e 25 articoli. Il primo articolo stabilisce, tra le altre cose, che:
“La Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL) è un’organizzazione sindacale generale di natura programmatica, unitaria e democratica, plurietnica, di donne e uomini, che promuove la libera associazione e l’autotutela solidale e collettiva delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti o eterodiretti, di quelli occupati in forme cooperative e autogestite, dei parasubordinati, dei disoccupati, inoccupati, o comunque in cerca di prima occupazione, delle pensionate e dei pensionati, delle anziane e degli anziani.
L’adesione alla CGIL è volontaria. Essa comporta piena eguaglianza di diritti e di doveri nel pieno rispetto dell’appartenenza a gruppi etnici, nazionalità, lingua, fedi religiose, di orientamento sessuale, di identità di genere, culture e formazioni politiche, diversità professionali, sociali e di interessi, nonché l’accettazione dei principi e delle norme del presente Statuto, in quanto assumono i valori delle libertà personali, civili, economiche, sociali e politiche della giustizia sociale quali presupposti fondanti e fini irrinunciabili di una società democratica”