A pochissimi giorni dalle elezioni amministrative, Cgil Cisl e Uil provinciali scrivono un documento anche ai candidati sindaco della città di Fano.
Questo contiene le priorità che i sindacati indicano alla futura amministrazione a nome dei lavoratori, dei pensionati e di tutti quelli che rappresentano.
“Come organizzazioni sindacali confederali sentiamo la responsabilità di dare voce ad istanze che mettano al centro il benessere collettivo con l’obiettivo di poter garantire prospettive di miglioramento ai cittadini – si legge nel documento -. Per questo occorre rifuggire facili scappatoie demagogiche di chi strumentalizza, amplificandole, paure, ansie e chiusure; sentimenti che non vanno sottaciuti, bensì affrontati con saggezza, fiducia, richiamo al senso civico di convivenza; aprendosi a prospettive più ampie e non ritirandosi dietro trincee sempre più fortificate.
Lavoro, welfare, sviluppo, coesione e integrazione sono i temi contenuti nel documento unitario.
Sulla sanità, della quale tento si è discusso e si discute, la posizione dei sindacati è molto chiara. In merito alla realizzazione di una clinica privata a Fano, Cgil Cisl e Uil sono categoriche: “Ribadiamo la nostra contrarietà in merito alla decisione assunta di voler realizzare la nuova clinica privata per acuti per la quale è stata assunta apposita delibera comunale. La nostra contrarietà non è motivata da ragioni ideologiche, pur ribadendo la nostra posizione di chiara e netta difesa della sanità pubblica, bensì dal fatto che non ne si capisce il ruolo e gli obiettivi strategici nel contesto del modello di sanità provinciale che la Regione vuole adottare. Riteniamo prioritario infatti che prima della realizzazione della clinica privata la regione debba definire con chiarezza il ruolo e la natura dell’ospedale Marche Nord, prevedendo a monte la riassegnazione dei posti letto al sistema pubblico e non a quello privato”.
Fano 22 maggio 2019
Documento per i candidati a Sindaco della città di Fano
Anche se in questi anni si è intrapreso un percorso virtuoso di ritorno alla normalità, è indubbio che questa città e questo territorio risentono ancora degli effetti della crisi economico e produttiva, pur mantenendo la sua caratteristica di intreccio di diversi fattori portanti: manifattura, commercio, turismo, logistica e pubblico impiego.
In questo quadro siamo convinti che solo nella saldatura armonica tra sviluppo, lavoro e cura, cioè tra crescita economica e crescita sociale, il territorio può davvero realizzare le sue potenzialità.
Per questo riteniamo fondamentale che il Comune, con il concorso di tutti i soggetti sociali ed economici e i principali poli produttivi e formativi, sia motore di rilancio, progettando e realizzando una serie di azioni positive secondo una visione più condivisa a cominciare dalla massima valorizzazione di tutte le forme di partecipazione alla costruzione delle scelte: vale per i singoli cittadini, vale per le associazioni di interesse; vale per le organizzazioni sociali ed economiche, che debbono poter contare su tavoli permanenti e strutturali di confronto.
Come organizzazioni sindacali confederali sentiamo la responsabilità di dare voce ad istanze che mettano al centro il benessere collettivo con l’obiettivo di poter garantire prospettive di miglioramento ai cittadini. Per questo occorre rifuggire facili scappatoie demagogiche di chi strumentalizza, amplificandole, paure, ansie e chiusure; sentimenti che non vanno sottaciuti, bensì affrontati con saggezza, fiducia, richiamo al senso civico di convivenza; aprendosi a prospettive più ampie e non ritirandosi dietro trincee sempre più fortificate.
Crediamo che se l’Amministrazione comunale che verrà eletta si dimostrerà capace di assicurare questa prospettiva di apertura e di crescita alla città, potrà cogliere e valorizzare quei fattori di rilancio che si intravedono, favorendo la realizzazione di iniziative e forme progettuali capaci di affrontare e risolvere anche le criticità i ritardi le debolezze che tuttora permangono.
Come organizzazioni sindacali vogliamo porre all’attenzione pubblica alcuni temi che riteniamo prioritari:
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Gestione Politico Amministrativa dell’area vasta
Dobbiamo registrare che per scelte legislative sbagliate e che a nostro parere andrebbero rielaborate, la Provincia non svolge più il suo ruolo di coordinamento e controllo su molte politiche del territorio. La Regione è un’entità troppo lontana, ancora legata alla sua matrice di ente regolatore e non di ente erogatore di servizi. Per i territori come il nostro che necessitano di una programmazione ragionata nell’utilizzo di risorse economiche e finanziarie, regionali ed europee, da destinare a investimenti e sviluppo, occorrerebbe una maggiore capacità di intervento da parte dell’Ente regione. Manca invece del tutto un luogo di confronto e di condivisione di idee in cui la pianificazione strategica possa trovare la necessaria sintesi, con tutti i soggetti della rappresentanza collettiva. E’ in questi luoghi che le tematiche del lavoro che noi rappresentiamo devono ritrovare centralità. Il lavoro deve essere al centro della programmazione e deve essere un lavoro di qualità, un lavoro il più possibile stabile e pienamente dignitoso, un lavoro sul quale si investe e al quale si restituisce parte del valore aggiunto che si produce, attraverso la promozione e il sostegno verso relazioni industriali di qualità. Anche per questo le relazioni e le reti con gli altri comuni, almeno i più importanti, debbono essere strutturate e devono avere continuità. Temi come la sanità così come quello dei servizi sociali, così come quello delle infrastrutture, ormai non possono che essere visti a livello sovra comunale in una ottica di interdipendenza e integrazione.
Fano, come terza città delle Marche senza dubbio può e deve essere capace di condizionare positivamente a livello di programmazione le decisioni di enti sovraordinati a partire dalla Regione, finalizzate allo sviluppo del proprio bacino. Ancor meglio riuscirà a svolgere il suo ruolo se tale azione verrà coordinata e progettata con le amministrazioni del medesimo ambito territoriale.
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Progettare il futuro della città grazie anche alle vecchie aree
Una città che cambia e si evolve si deve porre l’interrogativo di come recuperare i tanti contenitori vuoti esistenti. In questo contesto è necessario un impegno che riesca a coniugare la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, rilanciando il settore edile e attuando politiche di contenimento dei consumi energetici. Riattivare canali stabili di finanziamento dell’edilizia residenziale pubblica, con l’obiettivo di interventi manutentivi ordinari e straordinari del patrimonio esistente e contemporaneamente un incremento sostanziale dello stock residenziale disponibile, in un territorio dove il disagio abitativo è un problema sempre più sentito.
Altresì importante è la rivisitazione del trasporto pubblico locale, favorendo la mobilità sostenibile e il collegamento con le zone produttive e abitate
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Lavoro e infrastrutture
La nostra città, nonostante tutto, rimane una città dove l’attività manifatturiera è determinante. Questi anni di crisi hanno devastato settori portanti come il mobile, l’edilizia e i laterizi/manufatti in cemento. Abbiamo comunque eccellenze che sono locomotrici di interi settori. La nautica dopo anni di crisi profonda si sta stabilizzando con una prospettiva di crescita che va accompagnata favorendo lo sviluppo dell’area portuali. E’ necessario quindi agire con più determinazione sulle infrastrutture che favoriscono le attività produttive tutte. L’altra priorità quindi il collegamento con le regioni limitrofe. Superare i ritardi della Fano – Grosseto diventa oggi un obiettivo non più rinviabile.
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Coesione sociale
Se è pur vero che il Comune di Fano ha realizzato in questi anni un importantissimo sforzo per mantenere le risorse destinate al welfare, è altrettanto vero che le risorse regionali ad esso dedicate sono state quasi integralmente sostituite, a volte ridotte, dal Fondo Sociale Europeo, ponendo serissimi problemi di programmazione e gestionali. E’ necessario quindi uno slancio che coinvolga tutti gli attori interessati, Comuni, Ambito sociale e altri avendo anche, come obiettivo, progetti di innovazione del welfare e renderli omogenei su tutto il territorio coinvolgendo le Amministrazioni comunali dell’intero Ats.
Particolare attenzione va dedicata alle politiche giovanile per l’orientamento al lavoro per una incisiva azione di contrasto alla disoccupazione giovanile al fenomeno dei cosiddetti “neet” e per la creazione di spazi ed eventi culturali.
Riteniamo centrale anche il tema della integrazione con altre culture, che in questa epoca storica, anche e soprattutto per effetti legati al nostro modello di sviluppo, sono venute in contatto con la nostra comunità. Riteniamo che in questo campo e su questi aspetti, l’amministrazione futura debba svolgere un ruolo ancor più attento e proattivo, per costruire, con tutti i limiti esistenti nell’attuale normativa nazionale, dei progetti e delle buone prassi di inclusione sociale a partire dal confronto e dalla comprensione dell’altro, rifuggendo in modo chiaro e netto qualsiasi tentativo di semplificazione e facile allarmismo.
• Sistema sanitario e rete ospedaliera
In merito al sistema sanitario provinciale e regionale, riteniamo che la futura amministrazione debba ricercare fortemente da parte della Regione un chiarimento rispetto al modello sanitario che la stessa intende implementare.
Dopo anni di incertezze e di conflittualità con le comunità locali, riteniamo che sia fondamentale chiarire quale modello sanitario la Regione intenda realizzare.
La sanità non è solo sanità ospedaliera, ma comprende una serie di servizi territoriali, sui quali poco o quasi nulla si è detto in questi anni, sui quali la carenza negli organici, nelle risorse ad essi destinate nella prospettiva di indirizzo, si è sentita pesantemente l’assenza. Eppure questi servizi sanitari, impattano maggiormente nella vita delle persone.
Crediamo quindi opportuno che la discussione sul nuovo ospedale, sulla sua natura e sulla opportunità o meno della sua realizzazione debbano prima inquadrarsi nel contesto generale dei servizi sanitari, in una prospettiva organica e di relazione con questi e non in una autonoma e isolata discussione. Vanno salvaguardate e potenziate alcune importanti esperienze sviluppatesi in questi anni, come nel campo della salute mentale, nella prevenzione, nella campo delle dipendenze patologiche o nell’assistenza domiciliare piuttosto che nelle unità multidisciplinari dell’età evolutiva o dell’età adulta e negli altri servizi.
In merito al nuovo ospedale ribadiamo la nostra posizione che è la stessa da anni: riteniamo importante e utile per l’intera provincia e l’intera regione la realizzazione del nuovo ospedale Marche Nord, organizzato per intensità di cura, e che venga realizzato in coerenza con i modelli architettonici ospedalieri rispettosi delle più efficaci e moderne modalità di costruzione, nel rispetto dell’ambiente e dei massimi standard di sicurezza.
Un ospedale pubblico, per acuti e che abbia come elemento centrale l’obiettivo di intercettare la maggior parte della “mobilità passiva” di cittadini marchigiani verso altre regioni e in particolare vero l’Emilia Romagna.
Per questo chiediamo che l’amministrazione comunale futura chieda alla Regione di chiarirne le finalità per comprendere la natura giuridica e la tipologia ospedaliera ai sensi dell’attuale normativa in materia di presidi ospedalieri.
Allo stesso tempo ribadiamo le nostre critiche e perplessità rispetto alle modalità annunciate di realizzazione, chiedendo a questo proposito che vengano chiariti tutti gli aspetti e soprattutto i costi del project financing. Riteniamo fondamentale sapere fin da subito il costo reale dei canoni d’affitto e per quanto tempo questi dovranno essere pagati, in relazione a quanto costerebbe l’opera utilizzando i consueti sistemi di finanziamento per la realizzazione di opere pubbliche.
Ribadiamo infine la nostra contrarietà in merito alla decisione assunta di voler realizzare la nuova clinica privata per acuti, per la quale è stata assunta apposita delibera comunale. La nostra contrarietà non è motivata da ragioni ideologiche, pur ribadendo la nostra posizione di chiara e netta difesa della sanità pubblica, bensì dal fatto che non ne si capisce il ruolo e gli obiettivi strategici nel contesto del modello di sanità provinciale che la regione vuole adottare. Riteniamo prioritario infatti che prima della realizzazione della clinica privata la regione debba definire con chiarezza il ruolo e la natura dell’ospedale Marche Nord, prevedendo a monte la riassegnazione dei posti letto al sistema pubblico e non a quello privato.
Fano, maggio 2019
CGIL CISL E UIL