Nuovo Ospedale Marche Nord: qualche domanda al Presidente Ceriscioli sulla prossima entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti.

Stupisce, davvero, il fatto che nessuno, ma proprio nessuno, abbia posto una semplice domanda al Presidente Ceriscioli riguardo un’affermazione, contenuta sia nel comunicato stampa del 16 marzo in cui si annunciava la ricezione del primo progetto per Marche Nord arrivato dalla Inso Sistemi Spa sia, da ultimo, nell’intervista rilasciata dal Presidente ancora ieri al Resto del Carlino.

Ieri Ceriscioli auspicava l’arrivo di altri progetti per Marche Nord “prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti”.
Ma che succederà il 19 Aprile, data probabile di entrata in vigore del nuovo Codice, di così grave da spaventare il Presidente e costringerlo a fare così in fretta, su un’opera pubblica così strategica, così importante ma nel contempo così controversa per questo territorio provinciale? E, soprattutto, perché nessuno glielo ha mai chiesto?

Noi, come Sindacati, non abbiamo sicuramente titolo a porre veti sui siti in cui potrebbe essere realizzato il nuovo ospedale che riteniamo comunque essere una infrastruttura assolutamente necessaria per questo territorio.

Chi sostiene il contrario, chi pensa che i due ospedali possano restare così come sono, secondo noi, mette a rischio la sopravvivenza non solo dell’Azienda Ospedaliera in quanto tale ma la possibilità per i cittadini di usufruire di un Ospedale che abbia la dignità di chiamarsi tale e per i professionisti di operare in un contesto professionalizzante e sicuro.
Tutto ciò, ovviamente, ha come inevitabile premessa, affatto scontata, che il Governo e la Regione garantiscano le risorse, umane e finanziarie, per i livelli essenziali di assistenza.
Al netto di tutto ciò, il sito di Fosso Sejore appare davvero, dal punto di vista dell’accessibilità, dei vincoli ambientali e dei costi, quello meno adatto.

E’ preoccupante che un Presidente di Regione affermi di fare in fretta perché altrimenti entra in vigore il nuovo Codice degli Appalti. Un impianto normativo, ricordiamolo, fortemente voluto dal
Governo, dalle parti sociali, da tutti coloro che hanno a cuore il tema della legalità e delle garanzie per il lavoro in un sistema, quello degli appalti, che secondo le stime vale nel paese 250 miliardi di euro, che recepisce finalmente importanti Direttive europee e che, anche secondo le dichiarazioni del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffale Cantone può davvero determinare una svolta sulla legalità nel sistema italiano, quello della sanità soprattutto, avvelenato dalla corruzione e dalle infiltrazioni criminali. Un impianto normativo, almeno secondo CGIL, ancora imperfetto ma che segna un passo avanti rispetto al quadro attuale.

In particolare il nuovo Codice degli Appalti stabilisce regole più stringenti per il partenariato pubblico privato, per la qualificazione delle stazioni appaltanti, in particolare per le grandi opere pubbliche (non è scontato che per la costruzione del nuovo Ospedale, secondo le nuove regole, sia quella regionale al stazione appaltante con le caratteristiche necessarie) e, infine, ultimo ma non ultimo, all’articolo 22, l’obbligo del dibattito pubblico per la realizzazione delle infrastrutture con un impatto rilevante sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio. Una consultazione partecipata e trasparente che dovrà concludersi entro 4 mesi.

Proprio il 1° Aprile scorso il Consiglio di Stato ha espresso il proprio parere, che ha valore di sentenza, sul nuovo Codice degli Appalti, scrivendo al Governo tra le altre cose, proprio sul
partenariato pubblico privato chiedendo che “nella cornice generale del partenariato pubblico/privato siano chiari la definizione,l’ambito, la portata del rischio e l’ambito della progettazione a
carico del partner privato (art.180 del Codice)”.
Quindi, più garanzie, più sicurezza, perché l’attuale normativa non ne ha.

Ma davvero la Regione Marche, i suoi amministratori, i cittadini, non possono aspettare qualche mese in più per un’opera importantissima per il territorio provinciale, a fronte di una normativa
che a giorni offrirà loro più garanzie in tema di legalità, risorse, canoni di concessione, condizioni di lavoro in appalto e subappalto ?

Non 30 anni, come paventato dal Sindaco Ricci, ma qualche mese in più fanno così paura? Ma davvero dobbiamo essere noi, le cavie, della prima opera pubblica
realizzata con la finanza di progetto, dopo aver visto miseramente fallire quello della Fano Grosseto? Sbagliamo nel chiedere di attendere l’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti e,
un secondo dopo, aprire una discussione partecipata e trasparente sulla più importante opera pubblica del nostro territorio?

Simona Ricci
Segretaria Generale CGIL Pesaro Urbino

Facebooktwitter