CGIL: al via la campagna di informazione nel merito della riforma della Costituzione.

Anche a Pesaro, a breve, la Cgil darà il via ad una campagna di informazione sui contenuti della riforma costituzionale, accompagnata da un giudizio molto critico contenuto in un documento approvato dal Comitato direttivo nazionale il 24 maggio scorso.

Pur non aderendo ad alcun comitato, la Cgil esprime  il suo giudizio, articolato e nel merito, anche sulla base del proprio Statuto che all’articolo 2 recita:  “La Cgil basa i propri programmi e le proprie azioni sui dettati della Costituzione della Repubblica e ne propugna la piena attuazione”.

In sintesi sono tre i punti critici che la Cgil ha individuato nel bocciare la riforma.

In primis, la Costituzione andrebbe sottratta alla sterile contrapposizione politica, puntando così il dito sulla “polarizzazione del dibattito”

“La Costituzione è la base delle regole comuni che una collettività si dà e per questo la sua modifica deve essere sottratta  alla polarizzazione di un dibattito politico – scrive la Cgil –  determinato nel tempo, per appartenere alla dimensione storica che le è propria”, e per questo: “il risultato dell’eccessiva polarizzazione del dibattito che si è avuto dentro e fuori il Parlamento ha di fatto precluso lo sviluppo di un sereno confronto sul merito delle proposte in discussione, generando una sterile contrapposizione tra “innovatori” e “conservatori”.

Il “nuovo” Senato, nato dal ddl Boschi, e siamo al punto numero due, per la Cgil non garantisce un’adeguata rappresentanza e rappresentatività di Regioni e autonomie.

Il superamento del bicameralismo perfetto, per come è stato ideato, attribuisce alla Camera, e di conseguenza al Governo espressione del partito di maggioranza, il potere di determinare le politiche pubbliche in un quadro di evidente squilibrio tra potere esecutivo e legislativo”.

“Uno squilibrio aggravato dall’indebolimento degli organi di garanzia (presidente della Repubblica, giudici costituzionali e membri “laici” del Csm) la cui imparzialità non è più assicurata”.

La Cgil  sostiene di essere da sempre favorevole al superamento del bicameralismo perfetto ed al riequilibrio del rapporto tra Stato ed Enti territoriali, ma la  necessità di correggere la riforma del Titolo V della nostra Costituzione si è tradotta in una centralizzazione delle competenze e in una riduzione dell’autonomia delle istituzioni territoriali.

“Si intravede una eccessiva centralizzazione dei poteri dello Stato e il rischio di un ‘deficit democratico’, frutto del combinato tra la riforma elettorale denominata “Italicum” e quella costituzionale.

“Il rischio concreto – aggiunge – è di generare ulteriori crepe nel tessuto socio-politico del paese. Infatti, le Regioni ritenute ‘virtuose’ avranno la facoltà di legiferare su materie importanti come il lavoro, l formazione, le politiche sociali, mentre le Regioni ‘a ridotta capacità legislativa’ sconteranno una sostanziale riduzione delle loro competenze”.

Al terzo punto la Cgil si concentra sugli strumenti della “Democrazia diretta e degli spazi di rappresentanza”.

Anche qui molte ombre.

“Le  modifiche relative agli strumenti di democrazia diretta – contraddicono l’intenzione di favorire la partecipazione dei cittadini”.

Il perché è presto detto: la riforma prevede infatti : “L’innalzamento da 50.000 a 150.000 firme necessarie per le leggi di iniziativa popolare e i regolamenti parlamentari, che con “l’Italicum” saranno di fatto votati a maggioranza assoluta dal partito di Governo, ne detteranno i tempi di esame e votazione.

“E’ evidente che la riforma costituzionale – conclude la Cgil – dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi, opera una modifica dell’assetto istituzionale rafforzando i poteri del Governo e della maggioranza, senza introdurre adeguati bilanciamenti. Un rafforzamento che, combinato con “l’Italicum”, rischia di operare una modifica arbitraria dell’ordinamento parlamentare”.

Per queste ragioni, la Cgil ribadisce il proprio  giudizio negativo, definendo questa riforma una occasione persa per introdurre quei cambiamenti positivi per innovare e modernizzare le istituzioni del nostro Paese.

Nei prossimi giorni, come si diceva, la Cgil provinciale darà il via ad una campagna per far conoscere agli iscritti e a tutti gli interessati, il proprio giudizio.

 

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