Autorizzazione e accreditamento dei servizi sociali territoriali: gli elementi di preoccupazione di Cgil Cisl riguardo la scelta dei comuni degli ambiti sociali territoriali di Cagli, Fossombrone e Carpegna.


Il 1 agosto i tre ambiti sociali territoriali di Cagli, Fossombrone e Carpegna hanno pubblicato il bando pubblico per la creazione di un albo dei fornitori da cui attingere per l’erogazione dei servizi sociali territoriali quali l’assistenza domiciliare, il sostegno scolastico, il trasporto, i percorsi di inclusione attiva e tanti altri.

Si tratta di una sperimentazione che, grazie anche all’intervento dei sindacati, è divenuta oggetto di un monitoraggio della Regione Marche.
Si tratta della prima esperienza in questo senso a livello regionale che avrà un forte impatto sull’attuale gestione dei servizi sociali erogati dai comuni. Infatti questi ultimi, una volta che il sistema andrà a regime, non faranno più gare di appalto ma forniranno alle famiglie un “buono servizio” e, sotto la supervisione, almeno in alcuni casi, dei servizi sociali, le stesse acquisteranno dai fornitori i servizi di cui hanno bisogno e a cui avranno diritto.

Solo in extremis e grazie all’intervento di Cgil e Cisl, si sono ottenuti un incontro in Regione il 18 luglio scorso e un ultimo incontro a Fossombrone il 26 luglio, per tentare di fronteggiare le criticità più evidenti, inerenti i rischi occupazionali, l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro, la regolazione dell’apporto del volontariato e, soprattutto, prevedere l’inserimento di questa sperimentazione dentro un quadro di indirizzo che la Regione Marche dovrà delineare nelle prossime settimane.
L’impianto iniziale rappresentava infatti una sorta di “fuga in avanti” determinata dalla carenza di risorse, anche umane per la gestione dei servizi, in particolare nei comuni dell’entroterra, dalla scarsa capacità di programmare risorse per il welfare, sempre più scarse e incerte nei tempi, a partire da quelle erogate dal Governo e dalla Regione.

Aldilà della sperimentazione in ballo, il fatto che nei prossimi anni le risorse per i servizi saranno prevalentemente quelle del Fondo Sociale Europeo, pone il sistema dei servizi sociali di fronte a
cambiamenti epocali non tutti positivi.
Per quello che ci riguarda segnaliamo in particolar modo il rischio di una ulteriore precarizzazione/voucherizzazione dei rapporti di lavoro in questi settori, già segnati da basse retribuzioni e da marcate discontinuità contrattuali che potrebbe portare ad una destrutturazione del sistema.

Il nostro impegno a vigilare, insieme a Regione e Centrali cooperative, su tale sperimentazione e, più in generale, sugli assetti del welfare territoriale, è garantito: la qualità dei servizi sociali erogati alle persone e alle famiglie e la qualità del lavoro sono questioni per noi prioritarie, soprattutto in tempo di crisi.

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