Marcinelle: lunedì 8 agosto, al Teatro della Fortuna di Fano, l’iniziativa della CGIL Pesaro Urbino per ricordare le vittime di quell’immane tragedia.

60 anni fa, l’8 agosto 1956 si incendiava il Bois de Caziers, una vecchia e malandata miniera di Marcinelle (Charleroi), in Belgio.

La mattina del 23 agosto i conti furono precisi e drammatici: 262 morti, di cui 136 italiani e poi – a scendere – belgi, polacchi, greci, tedeschi, ungheresi, algerini, francesi, 1 britannico, 1 olandese, 1 russo e 1 ucraino. 12 morti sono marchigiani e 9 della nostra provincia; ben 5 dell’area del nuovo comune Vallefoglia o dei comuni limitrofi.

La miseria del dopoguerra (le Marche erano considerate la regione più povera del Centro Nord; e nelle Marche era Pesaro la provincia più disagiata), la fuga dalle campagne e dalla mezzadria, avevano facilitato la scelta di partire per il Belgio e le sue miniere di carbone. Il 23 giugno del ‘46 i governo belga e italiano avevano concordato di scambiare carbone con minatori; e furono 50.000 – come da accordo – gli italiani che andarono a cavare carbone in Belgio.

C’è un solo modo per dare valore alle morti di Marcinelle, alle sofferenze dell’emigrazione: non relegarle in un passato tanto glorioso quanto lontano; chiederci invece quante radici di questa nostra provincia, dell’Italia, di questa nostra Europa ancora oggi affondano nella vita di quelle 262 persone, delle migliaia di minatori o di quei milioni di emigrati, italiani e non solo.

Vogliamo dare un senso a quelle lontane vicende, ricostruirne un significato preciso.

 

8 agosto 2016 -Teatro della Fortuna – Fano- PARTIRE PARTIRÒ, PARTIR BISOGNA racconti e canzoni


Saranno proposti racconti, interviste, immagini, i segni lasciati nella memoria personale e collettiva, a cominciare dalla parole in musica, le canzoni dialettali, di lavoro, di lotta, tradizionali, popolari o d’autore. La produzione culturale ispirata dai minatori del carbone e dall’emigrazione è davvero straordinaria anche in letteratura (Germinal di Zola), come nella rappresentazione per immagini. Per tutti, ricordiamo un maestro riconosciuto del cinema, l’olandese Joris Ivens: dal suo
Misère au Borinage del 1933 proporremo la descrizione della vita, del lavoro dei minatori e delle loro lotte. Nel dopoguerra, Ivens insegnò al giovane Pontecorvo a fare cinema; e nel ‘56 sarà a Pergola – con Pane e zolfo – per raccontare la chiusura della miniera di zolfo a Cabernardi.

È nel ’52 che Pergola si lega a Marcinelle: dopo l’epica lotta dei “sepolti vivi” che si battevano contro la decisione della Montecatini di chiudere la miniera, l’accordo sindacale raggiunto tutela centinaia di famiglie; ma altri dovettero prendere la strada dell’emigrazione verso il carbone del Belgio.

Questa vivacità culturale legata alle miniere, al carbone e a Marcinelle, la vogliamo continuare con la bella immagine del “ragazzo col pettirosso”, disegnata per noi dall’artista pergolese Simone Massi.

La serata dedicata alla memoria cercherà di mantenere la complessità dei diversi punti di vista: italiani e belgi, le donne e gli uomini, i loro figli, gli emigrati e quelli rimasti in Italia. C’è ovviamente anche il punto di vista della CGIL: è il lavoro di quegli uomini, i sacrifici di quelle famiglie che hanno permesso di superare i disastri della guerra e permettere il “miracolo economico” del dopoguerra.

Tutto è stato possibile con l’aiuto spassionato di tanti esperti e professionisti che la CGIL e lo SPI hanno sollecitato e incontrato; in particolare con l’intervento del coro fanese Canta che ti passa. Le interpretazioni sarebbero state migliori delegando per intero al coro e ad attori veri; abbiamo invece preferito coinvolgere dall’inizio decine di uomini e donne della CGIL, sindacalisti e delegate, lavoratrici e pensionati: facendo hanno imparato su Marcinelle e sull’emigrazione, e saranno sul palco a leggere e cantare.

È il nostro modo di rendere omaggio alle famiglie degli emigrati presenti, alla memoria dei minatori caduti a Marcinelle, a quell’Italia migliore, che per ottenere sviluppo sa riconoscere diritti e opportunità anche a chi ha solo braccia per lavorare, una cultura da diffondere e contaminare, un mondo intero in cui costruire una vita che non sia “come una barchetta in mezzo al mare”.

CgilPu_programma

 

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