Ai numerosi appelli alla partecipazione e alla condivisione delle scelte in materia di riforma sanitaria, il Presidente Ceriscioli risponde con una lettera top secret su Marche Nord.

Se non fosse vero sembrerebbe una battuta. Purtroppo è tutto vero e non ci resta che piangere o reagire.
Un sano principio di responsabilità, che come Cgil ci appartiene, ci dice che è un dovere reagire.
La matematica di Ceriscioli diventa un’opinione, la sua, costruita su un algoritmo che, più che altro, sembra un epitaffio sulla tomba della politica. Dopo 5 anni passati a convincere un’opinione pubblica sempre più esterrefatta e indignata che Fosso Sejore era il sito “baricentrico”, gli amministratori regionali, sempre pesaresi, invece di rispondere alle questioni di massima urgenza che anche noi della Cgil da mesi poniamo (liste d’attesa, reti ospedaliere, rapporti con la sanità privata, rete dell’emergenza territoriale, quale piano finanziario e quale progetto per il nuovo Ospedale Marche Nord), mettono sul tavolo della conferenza dei sindaci una busta chiusa. Triste metafora di una resa politica complessiva.
Tutto il resto, che è la sostanza del futuro del servizio sanitario della nostra provincia e della regione tutta, per Ceriscioli è noia: l’assoluta inadeguatezza della rete dell’emergenza territoriale? Si risponde facendo volare le eliambulanze di notte. La palese insufficienza della rete dei posti letto provinciali? Si risponde, dando seguito all’annuncio fatto al Rotary Club di Pesaro nell’oramai lontano ottobre 2015 sui rapporti con la sanità privata, concedendo gli spazi pubblici dell’ospedale di Sassocorvaro ai privati (e chissà quali altri nei prossimi mesi). Gli ospedali di comunità? Si risponde con un accordo economico con i medici prima ancora di aver condiviso con loro e con gli operatori sanitari i parametri di funzionamento di quegli ospedali, tanto che, come si può leggere nell’accordo sottoscritto, “gli indicatori di efficacia e di efficienza della struttura saranno definiti entro 6 mesi dall’Osservatorio Regionale dell’Appropriatezza al fine di fornire specifici report per il continuo miglioramento delle prestazioni rese nella struttura”.
Il contrario di quello che sia il buon senso sia l’esperienza medica dovrebbero insegnare.

Il nuovo ospedale sarà costruito da privati: in cambio di cosa? Nella nostra provincia che, fino a qualche tempo fa, aveva dimostrato di sopravvivere benissimo senza di loro, a differenza di altre province marchigiane, quale “esperimento” si vuole fare? Pesaro Nazionale? Pesaro cavia dei feroci tagli governativi, cui nessun sindaco fa minimamente cenno, presi come sono dalla baruffa generale?

Tra i criteri dell’app per scegliere il sito del nuovo ospedale di Marche Nord leggiamo, non potendo non restare stupefatti, che “ai sindaci della conferenza dell’Area Vasta 1 è consentito di abbattere i tempi di percorrenza totali, calcolati per ciascun sito secondo la procedura al punto E, attribuendo una percentuale da 0 a 10 a determinati criteri”. E come, se è consentito: facendo a gara a chi asfalta le strade provinciali per primo? Tra asfaltare ed essere asfaltati c’è solo un cambio di verbo. In alternativa: ritrovare il verbo della buona politica.

Pesaro, 10 agosto ’16.

Simona Ricci
Segretaria Generale CGIL Pesaro Urbino

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