Marinella Meschieri, segretaria nazionale FILLEA CGIL, sulle ragioni dello sciopero nazionale del settore legno arredo industria del 28 ottobre 2016.
A Fossombrone, in occasione dell’Attivo unitario interregionale quadri e delegati settore legno e arredo, abbiamo chiesto a Marinella Meschieri (FILLEA CGIL) di illustrarci le ragioni dello sciopero. Ecco cosa ci ha detto.

Il comunicato della FILLEA CGIL Nazionale

Trattativa interrotta, blocco delle ore di flessibilità e straordinario, sciopero nazionale di 8 ore il 28 ottobre: questa è l’amara conclusione dell’ennesimo incontro tra Feneal Filca Fillea e Federlegno per il rinnovo del contratto del settore Legno – Arredo Industria, che gli addetti del settore attendono da sei mesi. “La mobilitazione – spiegano le segreterie nazionali delle tre sigle – è la nostra risposta alle proposte indecenti avanzate questa mattina a Milano dalla controparte, secondo la quale i dipendenti del legno dovrebbero lavorare concedendo il massimo della flessibilità, lavorando anche il sabato e la domenica, con un aumento della quota di lavoratori precari con contratti a termine e in somministrazione, vanificando così la contrattazione di secondo livello.

Inoltre, Federlegno propone un aumento salariale pari praticamente a zero euro e meccanismi annuali di verifica e restituzione. Ciò vuol dire che, qualora a livello nazionale il tasso di inflazione fosse inferiore a quello previsto dagli indicatori, i lavoratori si vedrebbero decurtare una somma dalla tranche di aumento programmata per l’anno successivo. Il rischio è che i lavoratori debbano restituire una parte dello stipendio, una follia senza precedenti.”

I sindacati proseguono: “a Federlegno vogliamo semplicemente ricordare che nei recenti rinnovi dei contratti di due settori simili, il cemento e il lapideo, gli aumenti sono stati rispettivamente di 90 e di 103 euro. Le condizioni del settore legno-arredo sono positive, è quindi impensabile avere aumenti al di sotto di queste cifre.”

Infine, per i sindacati “è  da irresponsabili tenere da più di 6 mesi tutti questi lavoratori senza contratto, dopo oltre 15 incontri e nonostante la piattaforma sindacale sia stata inviata alla controparte nei tempi previsti, vale a dire nel settembre 2015, quando mancavano ben sei mesi alla scadenza del contratto.” 

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