Firmato il protocollo di intesa sul Bilancio 2020 con il Comune di Pesaro

Pesaro – Nei giorni scorsi i segretari generali di Cgil Cisl e Uil Pesaro e Urbino hanno sottoscritto con il Comune di Pesaro il protocollo di intesa sul bilancio per il 2020.
Prevede lo stanziamento di 250 mila euro e l’impegno dell’Amministrazione a non innalzare l’addizionale Irpef (Pesaro è uno dei pochi Comuni che non ha applicato il massimo), stessa cosa per quanto riguarda la Tari.
“Sono punti qualificanti – spiega il segretario della Cgil Roberto Rossini. Inoltre il Comune, nelle linee del bilancio preventivo 2020, si è impegnato a destinare altri 250 mila euro che chiederà alla società partecipata Marche Multiservizi di mettere a disposizione per lo sostenere i costi delle bollette di luce, gas e acqua per quelle famiglie che versano in stato di difficoltà economica”.
Le modalità di accesso degli interventi verranno definite entro il mese di marzo dopo aver concordato con la stressa Amministrazione comunale i criteri. L’obiettivo è di giungere alla pubblicazione del bando entro il mese di aprile”.

Si conferma un percorso di confronto e condivisione con il Comune di Pesaro con cui negli anni sono stati sottoscritti protocolli importanti sugli stessi interventi a sostegno dei lavoratori e delle famiglie in difficoltà.

“Nello stesso protocollo abbiamo condiviso con il Comune l’importanza dei contenuti di un nuovo protocollo sugli appalti – spiega Rossini – che stiamo elaborando da qualche mese con le altre sigle sindacali confederali, le parti datoriali e diverse Istituzioni, grazie al lavoro della Prefettura che ha svolto e sta svolgendo un forte ruolo di promozione e coordinamento di tutti i soggetti; unitariamente come sindacati abbiamo ribadito la nostra partecipazione attiva nel confronto su progetto Pesaro 2030, un’agenda che comprende anche la rivisitazione urbanistica e non solo della Pesaro del futuro”.

Ma per il sindacato c’è un obiettivo ancora più grande da raggiungere e che non è contenuto nell’ipotesi di accordo 2020 sul bilancio comunale.

“E’un nuovo percorso – dice il segretario della Cgil Pesaro Urbino – per il quale lo stesso Comune si è impegnato a promuovere, a partire dal confronto con i soggetti di rappresentanza del lavoro e delle imprese, che porti ad aprire una discussione utile rispetto al consolidamento e al potenziamento dei servizi sociali nel territorio. Tale discussione avrà anche l’obiettivo di integrare in un’ottica complementare e non concorrenziale i servizi garantiti dal welfare pubblico con quelli del welfare contrattuale. Un’integrazione necessaria per rendere più organico e che rafforzerebbe il sistema del welfare, e che potrebbe arginare derive privatistiche che nessuno di noi auspica”.

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Filcams Filctem Fisascat, buone le performance di Eden Viaggi anche grazie al contratto integrativo

Le organizzazioni sindacali di Filcams – CGIL, Fisascat – CISL e UILTuCS non possono che esprimere soddisfazione per le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dall’AD di Eden Viaggi.
In un periodo in cui il lavoro è alla ribalta delle cronache solo per parlare di crisi aziendali, di esuberi, di licenziamenti, ci fa piacere che nel nostro territorio ci siano aziende “che tengono” e che fanno performance oltremodo positive – questo è il commento di Longhin, Montillo e Bontà.

In una provincia come la nostra da sempre a vocazione manifatturiera, è lusinghiero, che ci sia un’azienda di un settore innovativo che investe in infrastrutture materiali e immateriali.
La crisi che dal 2008 ha colpito il nostro settore produttivo tradizionale, ci ha insegnato che chi in questi anni ha saputo innovare, investire, resistere, ora può vedere la luce in fondo al tunnel.
L’industria turistica è una rarità a Pesaro, ma ci suggerisce che il turismo è un settore su cui è necessario puntare sia in termini occupazionali che per l’economia e lo sviluppo della città.

Come organizzazioni sindacali tuttavia ci preme sottolineare che a maggio è stato rinnovato il contratto integrativo, (il precedente era stato sottoscritto nel 2017 con la vecchia proprietà) per tutti i dipendenti che grazie ai risultati positivi riportati dall’azienda, ha fatto scattare la fascia più alta del premio.
Un contratto integrativo davvero innovativo che oltre al premio di risultato prevede altri diritti per i lavoratori: part- time, flessibilità in entrata e in uscita, smart – working, ferie solidali; contrasto alla violenza e molestie sul lavoro, formazione per tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Un contratto che nasce dalla volontà di risolvere le esigenze concrete di chi si impegna quotidianamente, che si candida da un lato ad aumentare i salari, e dall’altro a rendere più moderna l’organizzazione del lavoro.
Il valore aggiunto è averlo fatto con il sindacato, condividendo un obbiettivo comune.
Tutto ciò non era scontato, per questo pensiamo che le buone prassi vadano valorizzate, e fatte conoscere.
E’ chiaro che come organizzazioni sindacali non possiamo non essere orgogliosi di aver sottoscritto con l’azienda questo contratto integrativo, perché significa che laddove esistono relazioni sindacali solide è possibile migliorare le condizioni di lavoro sia in termini economici che di diritti.

Ci auguriamo pertanto che l’ottimo risultato economico raggiunto dall’azienda sia foriero di ulteriori passi in avanti nella contrattazione con il sindacato.

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Natale amaro per i lavoratori della Item

Non c’è pace per i lavoratori della Item Srl azienda che opera nel settore delle telecomunicazioni in appalto per importanti player nazionali tra cui la Telecom, si trovano ad affrontare ormai da tempo un gravissimo disagio, dovuto all’incertezza per il futuro, ai continui ritardi del pagamento degli stipendi e alla continua mancanza di informazioni sulle prospettive aziendali. L’ azienda ormai da diverso tempo non retribuisce i lavoratori con regolarità. La situazione nell’ultimo periodo è peggiorata in quanto non abbiamo più un interlocutore con il quale discutere per affrontare le criticità sopra descritte e dare risposte ai lavoratori. Nonostante i numerosi tentativi di mediazione non abbiamo ad oggi ricevuto nessuna comunicazione che prospettasse l’apertura di un tavolo ufficiale di confronto, ed è per questo che abbiamo chiesto ufficialmente l’intervento del prefetto, della regione Marche e del sindaco di Fano al fine di portare l’azienda ad un tavolo di confronto istituzionale. Infatti nonostante l’ennesima richiesta di chiarimento in merito al pagamento degli stipendi e al mancato rispetto degli accordi sul pagamento, non solo l’azienda non ci ha dato risposte in merito alla situazione ma addirittura ha buttato benzina sul fuoco tenendo una condotta che riteniamo antisindacale e ritorsiva verso i lavoratori che va anche a ledere il diritto di sciopero sancito dalla costituzione italiana, infatti la stessa ha inviato un proprio responsabile dalla sede di Jesi per comunicare la messa in libertà dei lavoratori senza alcuna motivazione, costringerli a depositare i mezzi aziendali, che normalmente hanno in uso anche per recarsi presso le proprie dimore, aggravandone il disagio, mortificandoli moralmente e soprattutto senza dare alcuna notizia in merito al pagamento degli stipendi arretrati. Le mancate risposte, la mancanza di trasparenza e l’incertezza più totale in cui versano i lavoratori rischiano di creare un allarme sociale che a causa del protrarsi da tempo di questa situazione è diventata insostenibile per i lavoratori e per le loro famiglie. Durante l’assemblea in sciopero di oggi pomeriggio si è deciso insieme ai lavoratori lo sciopero ad oltranza, fino a quando l’azienda non si siede ad un tavolo e da garanzia e la certezza immediata a tutti i lavoratori sul pagamento degli stipendi.

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Pensionati in piazza: le ragioni della mobilitazione

PESARO – Mercoledì 18 dicembre, a Pesaro, in piazzale Collenuccio, dalle 10 alle 13, si svolgerà una mobilitazione dei pensionati Cgil Cisl e Uil.
Tra le varie ragioni della protesta dei sindacati c’è la legge di bilancio che non “affronta e non risolve le tante questioni che riguardano milioni di pensionate e pensionati”, si legge nel documento sottoscritto da Catia Rossetti (segretaria generale Spi Cgil), Vittorio Calisini (Cisl pensionati) e Paolo Sacchi per i pensionati Uil.

“Nonostante si affermi continuamente il contrario, i numeri dicono che i pensionati italiani sono una categoria sociale ormai prossima alla povertà. Nelle Marche, l’importo medio di una pensione INPS di vecchiaia è di 953,12 euro mensili lordi. Quasi l’80% delle pensioni di anzianità, vecchiaia e superstiti hanno un importo inferiore a 1.500 euro mensili lordi”, aggiungono.

Queste le richieste: il ripristino di un sistema di rivalutazione delle pensioni più equo e capace di conservare il potere d’acquisto dei trattamenti,la ricostituzione del montante contributivo come base di calcolo per chi ha subito il blocco della rivalutazione negli anni precedenti, l’allargamento della platea dei destinatari della 14ma mensilità, l’adozione di un paniere ISTAT più adeguato ai consumi reali dei pensionati,
riduzione della pressione fiscale sui pensionati italiani, che oggi “subiscono” un fisco tra i più pesanti di tutta l’UE e contrasto forte e severo dell’evasione e dell’elusione fiscale.

A questi si aggiungono la completa inadeguatezza delle istituzioni nei confronti della legge sulla non autosufficienza.
I sindacati chiedono da tempo una legge a favore della non autosufficienza che riguarda 3 milioni di persone, la maggior parte delle quali sono anziane. “Una vera e propria emergenza nazionale”, sottolineano.
“Chiediamo che venga approvata una legge nazionale che definisca livelli essenziali di prestazioni sociali e socio sanitarie alle quali abbiano diritto tutte le persone in condizione di non autosufficienza. Prestazioni da finanziare attraverso un Fondo nazionale di consistenza ben diversa da quella attuale, che ammonta a circa 500 milioni di euro l’anno”.

E poi il Servizio sanitario nazionale che deve realmente garantire a tutti il diritto alla salute come stabilito dalla Costituzione.
“Per questo chiediamo l’abolizione almeno del super ticket regionale –concludono- e la riduzione effettiva dei tempi di attesa per visite, prestazioni e ricoveri in modo che a tutti i cittadini italiani siano garantiti i livelli essenziali di assistenza sanitaria, è inoltre necessario potenziare la medicina del territorio, le cure intermedie e l’assistenza domiciliare”.
Mercoledì prossimo in piazzale Collenuccio continuerà la raccolta delle firme per la legge sulla non autosufficienza.

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Andrea Piccolo eletto segretario generale Filctem Pesaro Urbino

PESARO – Cambio alla guida della Filctem Cgil Pesaro Urbino. Questa mattina, l’Assemblea generale, ha eletto Andrea Piccolo nuovo segretario generale al posto di Claudio Morganti. Toscano di nascita, 36 anni, Andrea Piccolo nel 2005 si trasferisce a Urbino per frequentare la facoltà di Giurisprudenza. Nel 2007 viene eletto presidente del Consiglio studentesco e membro del Senato academico. Sono gli anni in cui si avvicina alla Cgil. Dopo la laurea entra in Cooss Marche e nel 2017 il distacco per ricoprire il ruolo di funzionario intercategoriale Fiom, Filctem e Fillea dell’Alto Montefeltro.
Nella relazione Andrea Piccolo ha analizzato dapprima la situazione generale della nostra economia sia livello nazionale sia nel complesso scenario europeo.

Sulle condizioni del territorio ha ricordato come “fino al 2008 il nostro era un tessuto industriale incentrato sul settore del mobile, nel post crisi il settore della meccanica ha superato il legno ed è diventato il settore manifatturiero traino della provincia” Dopo l’analisi delle diverse realtà produttive e delle condizione dei lavoratori iscritto alla Filctem, si è soffermato sul settore tessile, su quel che ne è rimasto.

“Provengo dalla vicina Toscana ed ho sempre sentito parlare del Montefeltro come la Valle del Jeans – ha detto -. Laboratori tessili erano nati ovunque, in magazzini abbandonati, garage, case. Non esisteva famiglia tra Urbania, Sant’Angelo e Fermignano che non avesse almeno una donna impiegata nelle fabbriche tessili. Nate per caso dall’intuizione dei jeans che mettevano in risalto le forme si erano trasformate in un’eccellenza pesarese anche a fronte dei bassi salari che le donne del Montefeltro erano disposte ad accettare non appena si era cominciato ad abbandonare l’agricoltura. Complice l’avvento della globalizzazione, il ricorso spasmodico alla delocalizzazione, il cambiamento del modello di consumo ed il basso costo della produzione nei paesi emergenti della valle del jeans è rimasta solo la valle”.

Questo per quanto riguarda il passato mentre per il futuro Andrea Piccolo auspica il “recupero della consapevolezza della mia generazione e di quelle più giovani che la conoscenza della storia e l’impegno sindacale sono indispensabile per migliorare la propria condizione attraverso un nuovo modo di fare sindacato: dobbiamo uscire ancor di più dal “palazzo” per incrementare il numero di assemblee, trasmettere valori e competenze che abbiamo acquisito”.

Il segretario uscente Claudio Morganti, tra i fondatori della categoria che tenne a Pesaro il proprio congresso costitutivo, a latere dell’Assemblea ha detto di voler ringraziare la Cgil:
”La Cgil mi ha formato, mi ha dato tanto e io ho dato tanto a questa organizzazione che è stata una famiglia, dove abbiamo lottato insieme per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Qui ci sono compagni e compagne con i quali nel corso degli anni abbiamo costruito legami di amicizia che non si scioglieranno mai”.

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Cgil Pesaro, lezioni sul lavoro e le sue regole agli ospiti del centro Sprar

Pesaro – Per favorire una effettiva integrazione dei migranti dello Sprar di Pesaro, questa mattina, il segretario della Cgil Pesaro Urbino Roberto Rossini ha tenuto una lezione sul lavoro, le sue leggi, i contratti collettivi, i diritti e i doveri dei lavoratori.

In collaborazione con la cooperativa Labirinto, il senso di questa iniziativa è favorire l’integrazione non solo con l’insegnamento della lingua italiana che per i migranti è il primo passo per poter vivere in un paese straniero ma in aggiunta anche la conoscenza del lavoro e delle sue regole è uno strumento valido per inserire nella collettività persone informate.

Un approccio diverso rispetto a chi considera i migranti unicamente un costo sociale, senza la volontà di apprendere e di integrarsi.

La lezione che si è svolta nella sede della biblioteca Bobbato di Pesaro avrà certamente un seguito. “Noi crediamo nel valore della solidarietà e nell’importanza della formazione ad ogni livello – ha detto Rossini- e la nostra organizzazione sarà sempre disponibile per queste iniziative”.

Pesaro, 4 dicembre 2019

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Rossini Center: i sindacati contro l’apertura nel giorno di Santo Stefano

A maggioranza assoluta il comitato di gestione del centro commerciale Rossini Center, ha deciso di non accogliere l’appello delle organizzazioni sindacali di categoria e va dritto verso l’apertura nel giorno di Santo Stefano.

Fervono i preparativi alla Grande I che oggi batte bandiera Conad e che ha fortemente voluto l’apertura, per reperire le disponibilità dei lavoratori che pur potendo scegliere di non prestare la propria attività nei giorni festivi, vivono il disagio di doversi sottrarre ad una chiamata al lavoro che oggi arriva direttamente dal proprietario che ha rilevato l’attività da Finiper. Il contratto nazionale attribuisce infatti al lavoratore il diritto alla festa senza che nulla sia trattenuto decide di astenersi dalla prestazione, ma non è di certo semplice rigettare una richiesta quando forte è la paura che il diniego si tramuti in qualche ripercussione.

Per i 180 lavoratori del punto di vendita Conad e per tutti i lavoratori del centro commerciale impiegati negli oltre 30 negozi della galleria, non sarà quindi un Natale all’insegna della tradizione perché nelle Marche la tradizione prevede oltre all’albero di Natale, il presepe e il panettone, la chiusura di tutte le attività commerciali nel giorno di Natale, Santo Stefano e primo gennaio.

La scelta operata dal centro commerciale che rischia di innescare il classico “effetto a catena” tra gli operatori del settore, riapre il problema delle aperture domenicali e festive che necessitano di una regolamentazione di legge diversa. La soluzione non può che passare per l’attribuzione della materia alla potestà legislativa regionale, per l’esclusione di alcune festività dalle deroghe all’obbligo di chiusura e per il contenimento del numero di aperture complessive.

Le tante proposte di legge in materia che avevano come minimo comun denominatore l’abrogazione dell’articolo 31 del cosiddetto “decreto Salva Italia” con il quale il governo Monti ha liberalizzato gli orari commerciali, giacciono in Parlamento schiacciate forse dagli interessi della grande distribuzione organizzata che si è opposta con forza alla traduzione in legge.

Noi restiamo convinti che non è moltiplicando le occasioni di acquisto che si appianano i bilanci degli esercizi commerciali; servono strategie commerciali che puntano sul prezzo, sugli assortimenti adeguati alle esigenze della clientela locale sul servizio, e sul rispetto dei propri collaboratori che oltre ad essere “commessi” sono anche clienti affezionati alle proprie aziende.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil regionali, invitano il centro commerciale a rivedere la propria decisione, la cittadinanza ad evitare ogni acquisto nel giorno di Santo Stefano ed i lavoratori del centro commerciale ad astenersi dalla prestazione festiva che è e resta un giorno da passare con i propri cari.
Filcams Cgil
Fisascat Cisl
Uiltucs Uil
Marche

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