“Senza lavoratori non ci sono le aziende”

Durissima replica dei segretari provinciali Cgil Cisl Uil al vicepresidente della Camera di Commercio Pesaro Urbino Salvatore Giordano

Pesaro, 31 marzo – Con vero stupore e senza nascondere un forte disappunto abbiamo letto le esternazioni del vicepresidente della Camera di Commercio in merito alle 508 aziende che vogliono continuare a produrre, adducendo il fatto che le loro produzioni in tutto o in parte sarebbero collegate ai cosiddetti settori essenziali.
Per noi, 508 imprese (tra l’altro ci risulta che siano ancora aumentate) che autocertificano alla prefettura la loro volontà di voler continuare sono numerici eccessive rispetto alla principale necessità economica del momento, quello di fermare al più presto possibile la diffusione dell’epidemia. Prima fermeremo la diffusione del virus prima potremo affrontare l’emergenza economica che già è in atto.
Il lavoro che stiamo tentando di fare con la Prefettura, con difficoltà, viste le ultime dichiarazioni da parte datoriale che sembrano contrastare questa azione, è proprio quello di garantire che le aziende che veramente rientrano nel DPCM 22 marzo possano operare garantendo la sicurezza dei lavoratori e le produzioni essenziali per la sopravvivenza di tutti i cittadini.
Non capiamo come il vice presidente della Camera di commercio, nell’esercizio del suo ruolo istituzionale, possa con così grande disinvoltura, mettere sullo stesso piano il diritto Costituzionale alla tutela della salute e l’interesse economico, tale da giustificare un atteggiamento semplicemente utilitaristico e ai nostri occhi irresponsabile, che fa prevalere l’interesse di parte di alcune imprese a scapito di altre. Non ci pare che con le sue dichiarazioni il vicepresidente della Camera di Commercio abbia dimostrato di garantire a tutte le parti il mantenimento di un giusto e necessario equilibrio nel rappresentare tutte le imprese del territorio e l’interesse dei lavoratori.
Forse, ricoprendo vari incarichi, il vicepresidente Salvatore Giordano, ha rilasciato dichiarazioni ,confondendo il proprio ruolo con l’altro che ancora ricopre cioè quello di direttore di Confindustria, tanto che non abbiamo ben individuato a che titolo ed in rappresentanza di chi stava parlando.
Un altro esempio che deve far riflettere rispetto alla opportunità nel nostro Paese di attribuire più ruoli e incarichi ai medesimi soggetti, esponendoli al rischio di contraddirsi e di fare dichiarazioni “imbarazzanti”, come quelle sulla necessità per i sindacati di far riaprire le aziende altrimenti gli stessi perderebbero gli iscritti.
Ricordiamo all’avvocato Giordano che in questo momento la priorità è la salute dei cittadini e parafrasando le sue parole:” senza lavoratori non ci sono imprese”
Nell’auspicare che il vicepresidente della Camera di Commercio “smentisca” il direttore di Confindustria (ovvero se stesso ) e precisi le sue parole, chiediamo al Presidente della Camera di Commercio Regionale Gino Sabatini, se la linea dell’istituzione che presiede è coerente con quella espressa dal dott. Giordano, oppure se non sia il caso che venga chiarito quale sia la posizione ufficiale della stessa.
Ribadiamo che le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL continueranno a svolgere il ruolo a garanzia della salute dei lavoratori e della comunità.

Roberto Rossini Cgil Maurizio Andreolini Cisl Paolo Rossini Uil

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Troppe incertezze: senza controlli sulla salute e risorse aggiuntive il personale non può reggere

La lettera di Fp Cgil e Cisl Fp al Presidente della Regione Marche, al Servizio Salute della Regione Marche, al Direttore generale AORMN e al Direttore di Asur – Area Vasta 1

Pesaro 30 marzo – Da oltre un mese Fp Cgil e Cisl Fnp stanno portando avanti una battaglia affinché tutti gli operatori sanitari della provincia di Pesaro Urbino possano lavorare in condizioni di salute e sicurezza; ci siamo battuti perché i D.P.I. fossero giustamente garantiti a tutti in quantità e qualità, ci stiamo battendo perché il monitoraggio attraverso l’esecuzione dei tamponi sul personale sanitario e socio sanitario venga effettuato immediatamente e nel rispetto del protocollo sicurezza e prevenzione sottoscritto con il ministero della Salute; abbiamo chiesto da tempo interventi, anche straordinari, per reclutare personale dipendente per l’AORMN e l’Asur Marche – Area Vasta 1 e nel contempo apprendiamo, peraltro in via indiretta, che a breve nella nostra provincia interi servizi ospedalieri verranno appaltati ed esternalizzati al privato che dovrà gestire e garantire l’assistenza a reparti dedicati a pazienti Covid-19 ( vedi Determina del Direttore Generale AORMN n. 151 del 20/03/2020 per un importo complessivo di 4,8 milioni di euro).
Pur comprendendo in generale le motivazioni che sottendono un simile provvedimento a causa dell’elevato numero di operatori sanitari assenti perché risultati Covid positivi e/o in quarantena domiciliare fiduciaria, un simile impegno economico senza alcun provvedimento tendente a compensare e/o premiare gli operatori sanitari ed il personale medico impegnato fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria quotidianamente in prima linea con il naturale aumento esponenziale sia dei carichi di lavoro sia del livello di stress psico-fisico accumulato senza dimenticare il lato emotivo e mediatico delle conseguenze della pandemia, provocherà un differenziazione sociale ed economica tra colleghi difficilmente comprensibile con le sole ragioni aziendali.
Tutto ciò premesso le scriventi sono a richiedere il pagamento con la prossima busta paga del mese di aprile oltre alle spettanze dovute dal Decreto Legge “Cura Italia”:
1. delle relative indennità articolo 86 comma 6 lettera A-B-C nonché commi 7, 8 e 9 del CCNL 21/05/2018 a tutto il personale sanitario utilizzato nei reparti covid e nei reparti potenzialmente a contatto con pazienti covid positivi;
2. tutte le ore di lavoro straordinario così come risultano dalle “timbrature” al 31/03/2020.

Inoltre in considerazione delle possibilità concesse alle aziende dai recenti DPCM e dall’art 1 del DL 18/2020 di incrementare il fondo art. 80 comma 6 del CCNL 21/05/2018 “condizioni di lavoro e incarichi”, le scriventi chiedono che per l’anno 2020 tale incremento di fondo venga destinato al personale sanitario utilizzato nei reparti covid e nei servizi/reparti potenzialmente a contatto con pazienti covid positivi.
Inoltre sono molte le domande rispetto alle quali le scriventi aspettano una celere risposta:
saranno effettuate selezioni a tempo determinato del personale infermieristico e socio sanitario per garantire i livelli essenziali di assistenza?
sarà garantito il monitoraggio del personale, strumento indispensabile per la tutela della salute e sicurezza individuale e collettiva ?
Quali servizi/reparti covid saranno affidati/esternalizzati al privato (quanto personale verrà impegnato in questi reparti, con quale minutaggio assistenziale, con quale contratto e con quale compenso effettivo ) ?
Il personale reclutato dalla protezione civile verrà impiegato nelle nostra provincia ? Anche in questo caso con quale compenso ?
Sarà attivato un piano di assistenza domiciliare che, in analogia ai modelli assistenziali già attuati in altre province (ad esempio Piacenza che effettua a domicilio controllo, tampone ed visita ecografica con prescrizioni farmacologiche ) consenta una presa in carico domiciliare dei pazienti con riflesso indiretto di decongestione delle strutture ospedaliere?
Il piano sanitario regionale, obsoleto rispetto alla realtà, verrà aggiornato e con quali prospettive e quali soluzioni?
Infine i sindacati ribadiscono di nuovo le richieste ancora a tutt’oggi senza riscontro:
1. numero di dipendenti, dall’inizio dell’epidemia ad oggi, sottoposti a tampone;
2. numero di dipendenti , dall’inizio dell’epidemia ad oggi, sottoposti ad isolamento domiciliare fiduciario risultati poi con tampone negativo;
3. numero di dipendenti , dall’inizio dell’epidemia ad oggi, sottoposti ad isolamento domiciliare fiduciario risultati poi con tampone positivo;
4. numero di dipendenti ricoverati e numero di familiari di dipendenti ricoverati e/o deceduti;
5. numero di denunce di infortunio ad oggi inoltrate alla sedi inail competenti.
Le organizazioni sindcali hanno scritto sia ad AORMN sia ad Asur Marche Area Vasta 1 segnalando le criticità e cercando di dare un contributo utile per risolvere problemi nell’ambito di questa emergenza sanitaria, le risposte spesso non sono arrivate, altre volte sono state insufficienti ed hanno lasciato trapelare insofferenza per i nostri interventi.
Abbiamo la responsabilità di rappresentare i lavoratori e garantire i loro diritti che, mai come in questo contesto, diventano elementi imprescindibili anche a tutela della salute pubblica.
Ci aspettiamo un riscontro urgente, in assenza del quale saremo costretti ad agire nelle sedi opportune ivi compreso la Procura della Repubblica.

FP Cgil di Pesaro – Urbino Cisl Fp Marche – Territorio di Pesaro e Urbino
Vania Sciumbata Alessandro Contadini

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Autonomi e Somministrati e COVID-19

scarica PDF volantino autonomi  –  scarica PDF volantino somministrati

Contattaci, chiedi informazioni, resta aggiornato sulle modalità di richiesta pesaro.nidil@marche.cgil.it

Autonomi

600 euro per il mese di marzo
  • per gli autonomi e co.co.co iscritti alla gestione separata dell’INPS e che non versano ad altre casse private con piva o contratto co.co.co attivi al 23 febbraio 2020
  • per i collaboratori sportivi con un rapporto di collaborazione con una società sportiva o a.s.d. in essere al 23 febbraio 2020
  • per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione speciale dell’ago non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie ad esclusione della gestione separata INPS (rivolgersi alle rispettive associazioni di categoria per informazioni)
Indennità per congedo parentale

per 15 giorni a decorrere da 5 marzo, per autonomi iscritti INPS o in gestione separata INPS, genitori anche affidatari di figli non superiori ai 12 anni o con disabilità grave

Bonus baby sitter fino a 600€

in alternativa all’indennità di congedo, per autonomi con i requisiti del punto precedente anche se non iscritti INPS, previa comunicazione delle rispettive casse previdenziali

Blocco rate del mutuo

per 9 mesi per autonomi e liberi professionisti che autocertifichino in un trimestre successivo al 21/02/2020 calo fatturato superiore al 33% rispetto ultimo trimestre 2020

Somministrati

Attenzione! i somministrati non possono essere lavoratori di serie B. I provvedimenti del d.l. “cura italia” per i lavoratori dipendenti valgono anche per loro

Cassa integrazione

per le aziende che ne fanno richiesta per gli assunti diretti estesa anche ai somministrati o dedicata a loro se richiesta dall’agenzia

Bonus 100 euro

in busta paga per chi deve recarsi sul posto di lavoro

Congedo parentale

per 15 giorni a decorrere dal 5 marzo, per genitori anche affidatari di figli non superiori ai 12 anni o con disabilità grave

Bonus baby sitter

fino a 600 euro per i genitori anche affidatari di figli non superiori ai 12 anni o con disabilità grave

Congedo parentale non retribuito

per genitori non beneficiari di sostegni al reddito e in assenza di genitori non lavoratori, con figli tra i 12 e i 16 anni, fino alla riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, con mantenimento del posto di lavoro.

Sospensione dei licenziamenti

per motivi economici (giustificato motivo oggettivo)

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Sicurezza, questa sconosciuta (anche in epoca di pandemia)

Potremmo definire quella che stiamo vivendo una “guerra silenziosa”, se non fosse che il silenzio ogni tanto viene interrotto da sparate mediatiche, fragorose quanto inutili, da parte di personaggi che dovrebbero rappresentare le aziende e le istituzioni, ai quali più volte ci siamo rivolti come sindacati metalmeccanici per avere un dialogo alla ricerca di soluzioni comuni per far fronte alla crisi già in atto e a quella ancor maggiore che dovremo affrontare una volta passata l’emergenza sanitaria.
Come Fim Fiom Uilm ci siamo espressi più volte, non solo ai tempi del Covid 19, su quanto sia importante, oggi potremmo dire vitale, che nelle aziende si facciano investimenti per garantire la tutela della salute e sicurezza ai lavoratori e lavoratrici, ma ancora oggi, con una pandemia in corso, pur nella difficoltà di adeguarsi a decreti e protocolli in continua evoluzione, ci sembra che non ci sia nemmeno la volontà da parte di molti imprenditori a mettersi pienamente in regola, mentre apprendiamo tristemente di aziende che stanno cercando di cambiare il proprio codice Ateco o avere deroghe dal Prefetto per poter lavorare ugualmente nonostante non siano produttori di beni essenziali, mettendo a rischio la salute dei lavoratori e gli sforzi sociali fatti dai cittadini in questo periodo.
Dopo esserci rivolti alle istituzioni chiedendo di attenzionare il territorio pesarese per far rispettare le regole sulla sicurezza e tutelare la salute dei lavoratori, in tutta risposta apprendiamo dai giornali che l’Asur, di concerto con la Regione Marche, in appena 3 giorni lavorativi, ha effettuato 353 controlli tra sopralluoghi e contatti telefonici nelle aziende senza trovare irregolarità, mentre i feedback che ci arrivano dai lavoratori “in trincea” ci raccontano di fabbriche tali e quali a prima del Coronavirus, senza le adeguate misure e tutti i dispositivi di sicurezza. Del resto, se tutti si lamentano che negli ospedali mancano le mascherine, come fanno ad averle le aziende?

In questo scenario, stanno uscendo fuori tutte le fragilità del nostro sistema capitalistico, dove chi rispetta le regole è sfavorito rispetto a chi le trasgredisce, facendo concorrenza sleale, e nel quale i problemi della classe dirigente si scaricano sempre sui più deboli, mentre sarebbe il momento, a nostro vedere, di rimboccarci tutti assieme le maniche, dimenticare gli individualismi e provare a fare un salto di qualità, iniziando a rispettare le regole e soprattutto ad investire in sicurezza per tutelare la salute dei lavoratori che fanno sacrifici in prima persona per mandare avanti le aziende.

Pertanto, ora più che mai continueremo a batterci per il rispetto delle norme sulla sicurezza, come abbiamo sempre fatto, invitando le istituzioni a fare altrettanto.

Pesaro 29.3.2020

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Cgil Cisl e Uil rispondono a Confindustria: “Lavoriamo per tutelare la salute di lavoratori e cittadini”

Pesaro, 28 febbraio – Abbiamo letto con attenzione l’intervento del presidente di Confindustria Marche Nord Mauro Papalini in merito al COVID 19 e il suo impatto sul mondo del lavoro.
Per questo vogliamo sottolineare che fin dall’inizio di questa crisi per noi la priorità è stata quella di mettere prima di ogni interesse economico, la difesa della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini, operando secondo quanto richiesto dalle Istituzioni affinché le misure di contenimento potessero avere la massima efficacia. Allo stesso modo siamo sempre stati altrettanto consapevoli che alcuni lavoratori più direttamente di altri avrebbero comunque dovuto continuare a lavorare per permettere la sussistenza della collettività costretta a rimanere a casa e per combattere la malattia con in prima linea gli operatori della sanità. Ci siamo battuti fin da subito affinché a questi lavoratori sia garantita la massima sicurezza nei loro luoghi di lavoro, battendoci perché gli venissero assicurati i giusti dispositivi di protezione individuale e fossero messe in atto tutte le misure contenute nel protocollo sulla sicurezza sottoscritto con le imprese a livello nazionale.
Ora, il lavoro che siamo chiamati a svolgere fin da subito assieme alla Prefettura, con la quale da qualche giorni stiamo cercando di sottoscrivere un protocollo di azione, sarà proprio quello di verificare una ad una le situazioni delle singole aziende, con la massima trasparenza e senso di responsabilità, ma certamente segnalando anomalie e situazioni di mancata applicazione delle norme di sicurezza laddove queste ci verranno evidenziate, come del resto abbiamo fatto in queste settimane.
Siamo assolutamente preoccupati per l’economia e le macerie sociali che rischieremo di trovarci di fronte fra non molto e tanto più siamo convinti che questo non sia il tempo per compiere fughe in avanti o mettere in atto comportamenti scorretti non solo verso i lavoratori ma anche tra imprese. Non possiamo permetterci atteggiamenti che abbiano come fine la tutela esclusiva degli interessi di alcune parti a scapito di altre. Se lo facessimo pagheremmo tutti un prezzo altissimo. Alla luce di questo, non comprendiamo l’ennesima frecciata gratuita lanciata dall’arco teso dal Presidente Papalini nei confronti delle scriventi sui giornali, che ci chiama in causa nei suoi monologhi quasi fossimo degli antagonisti, mentre ci saremmo aspettati, in questo momento così difficile per tutti, una chiamata fuori dai riflettori per trovare delle soluzioni comuni.
Per questo chiediamo fin da ora a Confindustria, ma anche a tutte le altre associazioni di rappresentanza degli imprenditori, di sottoscrivere un “Patto dei valori” che si fonda su trasparenza e metta in primo piano la salute dei lavoratori, che abbia lo scopo di garantire la massima sicurezza a chi deve necessariamente lavorare, ma allo stesso tempo che abbai lo scopo di tutelare anche chi non lavorando in settori essenziali deve restare a casa a tutela della salute di tutti.
Un “Patto dei valori” aperto che chiediamo poi di sottoscrivere a tutte le Associazioni datoriali private ed anche ai datori di lavoro pubblico, in primis quelli della sanità, che hanno visto e vedono tanti lavoratori sacrificarsi quotidianamente senza che venga loro garantito un adeguato livello di sicurezza sul lavoro.
A differenza di quanto affermato dal Presidente di Confindustria Marche nord, In questi difficili momenti non abbiamo mai diffuso messaggi di tensione e paura, bensì abbiamo sempre agito nel tentativo di assicurare ai lavoratori la massima attenzione a tutela della loro salute. Questo è il nostro ruolo e lo rivendichiamo. Pensiamo che la difesa della salute venga prima di ogni interesse economico o finanziario.
La nostra non sarà una “battaglia sui codici ATECO” ma un confronto trasparente che nell’interesse anche delle imprese, impedisca comportamenti scorretti di qualcuno a tutela di quanti si comportano correttamente”.
CGIL PESARO CISL PESARO UIL PESARO

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Lettera Fim Fiom Uilm Pesaro Urbino alle aziende metalmeccaniche che chiedono la deroga al prefetto per continuare a lavorare.

Con la presente le scriventi OO.SS, avendo appreso da più canali che molte aziende metalmeccaniche della provincia hanno richiesto autorizzazione al Prefetto per continuare l’attività pur non rientrando tra i produttori di beni essenziali, come previsto dai decreti in materia, sono a diffidare l’azienda dal continuare a richiamare i dipendenti al lavoro, come sta avvenendo in questi giorni.

È nostro dovere avvertirvi che, visto anche il protocollo emanato sulle norme di sicurezza, qualora si verificassero altri casi di contagio e/o episodi che mettano a repentaglio la salute dei lavoratori e delle loro famiglie, ve ne assumerete ogni responsabilità e saremo costretti ad attivarci con ogni mezzo consentito dalla legge per la tutela dei lavoratori.
Inoltre precisiamo che, nel caso in cui qualcuno tra i dipendenti dovesse intentare causa alla ditta per i motivi di cui sopra, ci costituiremo parte civile.

PESARO 26/03/2020

FIM FIOM E UILM
PESARO URBINO

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La rabbia di Fp Cgil e Cisl Fp: “I lavoratori della sanità non sono seminatori di terrore”

Pesaro – Leggiamo sulla stampa locale una dichiarazione da parte di un dirigente dell’Asur Marche – Area vasta 1, che fa seguito a disposizioni interne il cui contenuto è imbarazzante dal momento che individua nei possibili comportamenti degli operatori una delle cause di propagazione del virus, circa il fatto che attribuire il contagio degli operatori sanitari al contesto lavorativo sarebbe una “conclusione sommaria”.

Ora giova ricordare che Inail indica come infortunio sul lavoro quello occorso ad operatori sanitari per cui non sia stato possibile individuare l’origine del contagio dando così una tutt’altro che sommaria interpretazione del rischio connesso al lavoro svolto da medici, infermieri, professionisti sanitari, ausiliari ed oss.
Se ciò non bastasse le molteplici segnalazioni che le scriventi, fin da fine febbraio, hanno mandato alle direzioni delle aziende sanitarie riguardavano la ASSOLUTA CARENZA RISPETTO AI DPI, e in alcuni casi nemmeno idonei, in dotazione al personale e l’assoluta disorganizzazione nella gestione dell’emergenza che portava a promiscuità pericolose e preoccupanti.

E’ bene ricordare a questo punto dell’emergenza che alcuni operatori sanitari venivano additati come seminatori di terrore se indossavano le relative mascherine (chirurgiche) in reparto non si doveva creare allarmismo tra i colleghi e con i degenti Gli stessi operatori che oggi risultano positivi al coronavirus.
Se a questo aggiungiamo che, nonostante le nostre reiterate richieste, gli operatori non sono stati sottoposti a tampone e monitoraggio come avrebbero meritato non solo a garanzia della loro sicurezza ma anche a tutela della salute dei degenti e della collettività, si capisce perfettamente che il contesto lavorativo in cui si trovavano ad operare li stava esponendo a rischi di contagio il cui risultato è drammaticamente ora sotto gli occhi di tutti.

Le recenti positività scoperte tra i degenti e gli stessi operatori sanitari dell’Ospedale di Urbino sono la prova che la gestione da parte delle azienda di emergenza finora è fallita.
I pazienti trasportati a Urbino con il servizio di emergenza territoriale presumibilmente in attesa di verifica del tampone ma ai posteri risultati Covid positivi, in una struttura ospedaliera dichiarata dalla Regione NO COVID, ha ampliato il contagio tra i degenti ricoverati nel reparto di medicina ed indirettamente contagiato gli operatori sanitari in turno.
A questo punto dell’emergenza è assurdo mantenere all’interno del 2° piano dell’ospedale di Urbino posti letto ibridi ovvero una parte di reparto dedicata ai degenti Covid positivi e a distanza di qualche decina di metri un reparto di degenti no covid. Bisogna evitare la promiscuità.
Nel rigettare quindi quel tipo di impostazione, ricordiamo che gli operatori sanitari meriterebbero maggiore rispetto per questo chiediamo ancora una volta: fornitura di idonei DPI, organizzazione del lavoro che preservi più possibile dal rischio contagio, possibilità (ad oggi incredibilmente negata ) che possano fruire degli istituti contrattuali previsti anche dal recente decreto cura Italia per l’assistenza dei figli minori e dei familiari portatori di handicap (la cui fruizione risulta essere sospesa a seguito di una circolare interna della Direzione di area vasta), un necessario riconoscimento economico ed un ancora più necessario percorso di stabilizzazione per tutto il personale precario in deroga ai requisiti previsti dal D lgs Madia 75/2017.
Il rischio infatti è che le regioni limitrofe, più veloci ad adottare le necessarie soluzioni, facciano proposte contrattuali più ragionevoli e che non solo non si riesca ad acquisire più personale ma si perda anche le tante professionalità, con contratto a scadenza, già presenti ed operative nelle nostre aziende sanitarie.

Vania Sciumbata Fp Cgil Alessandro Contadini Cisl Fp

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Fp Cgil Medici chiede una nuova organizzazione delle strutture sanitarie

Emergenza Covid, strutture nel caos: serve una adeguata organizzazione

L’evoluzione dell’infezione dal coronavirus SARS-CoV2 sta assumendo nella realtà pesarese proporzioni drammatiche e numeri preoccupanti, sempre più simili a quelli di altre regioni del nord.
Pur comprendendo le difficolta legate ai margini di imprevedibilità e alla scarsa conoscenza del fenomeno, riteniamo che le scelte organizzative fin qui adottate dalla direzione dell’AORMN lascino dubbi e perplessità.
Le seguenti scelte appaiono contraddittorie:
lo spostamento di interi reparti dal presidio di Fano a quello di Pesaro salvo poi ritornare alla situazione preesistente;
la creazione giusta, ancorcrchè tardiva, rispetto ai tempi di propagazione del virus, di un ospedale dedicato ai casi di COVID, mancando di cogliere precocemente le indicazioni chiare di tutta la letteratura internazionale in materia e riguardanti la necessita della gestione separata dei casi di COVID e l’istituzione di necessari percorsi dedicati atti a garantire l’isolamento immediato dei casi;
la decisione di convogliare su Pesaro i casi sospetti in attesa dell’esito degli esami sul tampone naso-faringeo, salvo poi disporre il ricovero presso l’ospedale di Fano dei casi risultati negativi, messa in campo nelle fasi iniziali e reiterata nelle ultime ore;
il conseguente rischio che i pazienti sospetti, dichiarati negativi all’esito degli esami su tampone, possano essere stati contagiati nel periodo di permanenza in ambiente contaminato, in quanto ricoverati in ambienti perlomeno attigui e assistiti da personale comune con i pazienti poi risultati positivi, venendo anche in questo caso a mancare la scelta organizzativa della separazione ed isolamento dei casi potenziali;
la mancanza di linee di indirizzo sintetiche riguardanti terapia e gestione coordinata dei pazienti che ha spesso generato un sovraccarico di lavoro ovvero uno spreco di risorse;
il caos organizzativo che ha riguardato anche l’infrastruttura informatica che non e stata capace di seguire in tempo reale le variazioni organizzative dei reparti;
l’organizzazione della partecipazione a studi clinici, che consentono l’accesso a terapie innovative, che e stata lasciata piu alla singola iniziativa di pochi che non al lavoro organizzativo e di coordinamento della direzione.
Non ultimo l’invito pressante, segnalato da piu operatori, da parte della direzione, a dirottare precocemente e indipendentemente dalla valutazione delle condizioni cliniche, i pazienti sulle strutture di accoglienza riconvertite per pazienti affetti da COVID, come l’ospedale di Fossombrone e la residenza sanitaria “Galantara”, sembra rispondere piu ad una logica di “maquillage” ospedaliero che non ad una reale strategia di gestione dell’emergenza.
Sono state prodotte molte comunicazioni con indicazioni caotiche e poco fruibili per gli operatori impegnati in prima linea, in assenza di un reale e tangibile coordinamento delle linee di indirizzo diagnostico e terapeutico.
Le decisioni assunte rispetto alle destinazioni dei pazienti trasportati con il servizio di emergenza territoriale ha portato pazienti presumibilmente positivi negli ospedali definiti no-COVID (come quello di Urbino), che ad oggi, infatti, risultano contagiati.
Siamo certi che le nostre osservazioni verranno intese come un contributo utile, in una fase emergenziale assolutamente grave e complessa, per adottare le necessarie misure a tutela della collettività anche con riguardo agli altri territori regionali non ancora in vestiti con la stessa intensità della provincia di Pesaro e Urbino.

FP CGIL MEDICI MARCHE FP CGIL MARCHE FP CGIL PESARO URBINO
K.Pesaresi M.Pintucci V.Sciumbata

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I Segretari di Fiom Cgil Fim Cisl e Uilm Uil scrivono al Prefetto di Pesaro Urbino

Al Prefetto di Pesaro Urbino
Dott.Vittorio Lapolla

Oggetto: verifica delle richieste di proroga al DPCM del 22/03/2020 Covid-19 da parte di rappresentanze datoriali

Siamo costretti ad inviare a Sua Eccellenza come Fim Fiom Uilm provinciali la presente, perché fortemente preoccupati da quanto sta accadendo in queste ultime ore rispetto alle richieste che stanno pervenendo al suo Gabinetto da parte di rappresentanze datoriali in merito a richiesta di deroghe o permessi a continuare l’attività lavorativa da parte di aziende metalmeccaniche della nostra provincia.
Il decreto legge emanato dal Presidente del Consiglio del 22 marzo 2020 ha come unico scopo quello di evitare l’espandersi del contagio del Coronavirus, ritenendo che quanto sin qui emanato dai precedenti decreti non sia stato sufficiente. Per questo motivo il Presidente del Consiglio ha disposto la cessazione di tutte le attività produttive e commerciali al di fuori di quelle elencate nell’allegato 1, identificate attraverso il cod. ATECO.
Riteniamo inconcepibile che, ad oggi, ci siano aziende che, pur non producendo beni identificati come necessari e essenziali, siano a chiedere deroghe o permessi utilizzando come riferimento quanto disposto all’Art.1 lettera D) e G ) del predetto D.M. e confidando che la risposta da parte dell’Ente Preposto (Prefetto) non arrivi o tardi, continuino a mandare avanti la produzione.
Tutto ciò contribuirebbe a rendere inefficaci le misure che faticosamente si stanno prendendo a livello Nazionale per limitare il contagio da Coronavirus, impattando non solo sui dipendenti delle suddette aziende, ma sulla intera collettività.
Invitiamo inoltre ad inviare visite ispettive in loco per verificare se le misure di sicurezza vengano realmente applicate a tutte le aziende che stanno lavorando o che stanno richiedendo deroghe e permessi.

Certi dell’intervento di Sua Eccellenza porgiamo distinti saluti.
I Segretari generali
FIM CISL FIOM CGIL UILM UIL Pesaro Urbino
Leonardo Bartolucci Fabrizio Bassotti Paolo Rossini

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I segretari di Fiom Cgil Fim Cisl e Uilm scrivono al Prefetto di Pesaro Urbino

Oggetto: verifica delle richieste di proroga al DPCM del 22/03/2020 Covid-19 da parte di rappresentanze datoriali

Siamo costretti ad inviare a Sua Eccellenza come Fim Fiom Uilm provinciali la presente, perché fortemente preoccupati da quanto sta accadendo in queste ultime ore rispetto alle richieste che stanno pervenendo al suo Gabinetto da parte di rappresentanze datoriali in merito a richiesta di deroghe o permessi a continuare l’attività lavorativa da parte di aziende metalmeccaniche della nostra provincia.
Il decreto legge emanato dal Presidente del Consiglio del 22 marzo 2020 ha come unico scopo quello di evitare l’espandersi del contagio del Coronavirus, ritenendo che quanto sin qui emanato dai precedenti decreti non sia stato sufficiente. Per questo motivo il Presidente del Consiglio ha disposto la cessazione di tutte le attività produttive e commerciali al di fuori di quelle elencate nell’allegato 1, identificate attraverso il cod. ATECO.
Riteniamo inconcepibile che, ad oggi, ci siano aziende che, pur non producendo beni identificati come necessari e essenziali, siano a chiedere deroghe o permessi utilizzando come riferimento quanto disposto all’Art.1 lettera D) e G ) del predetto D.M. e confidando che la risposta da parte dell’Ente Preposto (Prefetto) non arrivi o tardi, continuino a mandare avanti la produzione.
Tutto ciò contribuirebbe a rendere inefficaci le misure che faticosamente si stanno prendendo a livello Nazionale per limitare il contagio da Coronavirus, impattando non solo sui dipendenti delle suddette aziende, ma sulla intera collettività.
Invitiamo inoltre ad inviare visite ispettive in loco per verificare se le misure di sicurezza vengano realmente applicate a tutte le aziende che stanno lavorando o che stanno richiedendo deroghe e permessi.

Certi dell’intervento di Sua Eccellenza porgiamo distinti saluti.

I Segretari Generali
FIM CISL FIOM CGIL UILM UIL Pesaro Urbino
Leonardo Bartolucci Fabrizio Bassotti Paolo Rossini

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