Qualche domanda per il Presidente Ceriscioli che ad oggi non ha dato alcuna risposta concreta.


Se esiste il detto “l’Epifania tutte le feste si porta via”, si spera che con queste la Befana si porti via anche l’epidemia di influenza che a cavallo delle feste ha colpito migliaia di cittadini della nostra provincia.

Di certo se lo augurano gli operatori sanitari del pronto soccorso dell’Ospedale Marche Nord e dell’Ospedale di Urbino che nel periodo delle feste natalizie hanno dovuto far fronte ad un incremento esponenziale di pazienti presso le due strutture ospedaliere che, come ogni anno in questo periodo, malgrado le inevitabili difficoltà, carenze e dilatazione dei tempi di attesa, si sono impegnati al massimo delle loro possibilità per assistere ogni persona in difficoltà.

Qualche numero: negli ultimi 20 giorni gli accessi ai Pronto Soccorso del Marche Nord ad esempio, hanno subito un incremento di più del 5% (che in un periodo dell’anno dove sono massimi gli accessi è un numero importante!), che unitamente alla cronica mancanza di posti letto che si acuisce nei periodi festivi ha portato alla permanenza media ogni giorno di 20 pazienti in barella, in attesa di ricovero, per più di 24 ore con picchi di 72 ore. Questo malgrado un’azione filtro dei sanitari che ricovera meno di 10 utenti su 100 che si presentano in Pronto Soccorso, dato tra i più bassi d’Italia.

Riteniamo che non sia importante e mai scontato ricordare quanto sia importante e fondamentale il lavoro svolto nel silenzio della quotidianità dalla stragrande maggioranza dei lavoratori del servizio sanitario e nello specifico dei pronti soccorso, a cui troppo spesso non si da il giusto valore.
Allo stesso tempo l’abnegazione degli operatori non può esimerci dal ricordare che molti dei problemi che ciclicamente ogni anno si ripropongono, potrebbero essere risolti o quantomeno attenuati nei loro effetti da scelte organizzative e di politiche sanitarie che ad oggi ancora stentano ad essere assunte.

Il Piano Sanitario è scaduto da due anni e, senza alcuna visione strategica, si susseguono delibere che stravolgono gli assetti del Servizio Sanitario Regionale, tutti nell’ottica di tagli imposti da Roma e tradotti in un modello marchigiano che, per la prima volta, vede un’apertura senza precedenti ai gestori privati.

Si annunciano piani di assunzioni “mirabolanti” e poi le assunzioni vere e proprie vengono fatte con il contagocce, mettendo a bilancio i relativi risparmi.

La rete dei posti letto nella nostra provincia ha delle carenze inaccettabili, sia sulla costa che nell’entroterra, il sistema dell’emergenza è sottoposto a tagli e cambiamenti organizzativi senza che vi sia alcun percorso propedeutico a quel cambiamento, a partire dai cd Pat, i Punti ambulatoriali territoriali.

Nell’attesa che si giunga prima o poi ad una vera riforma che abbia al centro un nuovo rapporto tra strutture sanitarie e medici di base al fine di risolvere il problema degli afflussi impropri al pronto soccorso, non possiamo che sottolineare le preoccupazioni ingenerate in questo senso dalla riorganizzazione in atto degli ospedali di comunità e la chiusura dei punti di primo intervento sostituiti dai cosiddetti Pat.

Invece di preparare cittadini e personale al cambiamento, si comprano pagine dei quotidiani locali per vendere un’organizzazione degli Ospedali di Comunità che ancora è solo sulla carta, in particolare per i Punti Ambulatoriali Territoriali, creature strane e indistinte che sono improvvisamente apparse senza che ci sia un atto ufficiale che ne sancisca la nascita.

Per quale ragione ancora oggi il Direttore Generale dell’Asur Marche dott. Marini non ha ancora emanato alcuna determina ne linea guida con le quali dare contenuto e sistematizzare il ruolo dei Presidi di Assistenza Territoriale che dovrebbero sostituire negli ospedali di comunità della Regione i punti di primo intervento?

Come si raccorda la nuova organizzazione con l’Azienda Ospedaliera Marche Nord?

Allo stesso tempo mentre attendiamo ancora il riequilibrio dei posti letto promesso dal Presidente Ceriscioli in campagna elettorale, senza il quale difficilmente si potranno sciogliere i tanti nodi irrisolti della sanità provinciale, ci chiediamo quando le aziende ed i presidi ospedalieri si decideranno ad applicare modelli assistenziali più moderni al fine di efficientare l’utilizzo dei posti letto oggi a disposizione e gestiscano l’acceso alla struttura sanitaria privilegiando gli utenti acuti che si presentano in Pronto Soccorso rispetto agli accesi programmati, emancipandoci così dal vecchio modello di gestione primariale del posto letto di reparto.

Una piccola grande riforma che consentirebbe da sola ricoveri e dimissioni più celeri.

Quando nella nostra area vasta verranno attivati i venti posti letto di riabilitazione e lungo degenza annunciati nel mese di novembre dalla direzione del Marche Nord e dell’Area Vasta?

Quando verrà fatta chiarezza riguardo i rapporti con i gestori privati nel nostro territorio?

Quando troverà concretezza e quali rapporti avrà con il privato il nuovo Ospedale Marche Nord e quanto residuerà dell’attuale offerta sanitaria?

Una clinica privata a Fano e un nuovo ospedale, ridimensionato, a Pesaro costruito con soldi dei privati?

Gli Ospedali di Comunità dell’entroterra dati in gestione ai privati? Per arrivare dove?

E perché solo quelli del nostro territorio, quasi che noi dovessimo fungere da cavie? In base a quale strategia e quale programmazione?

Qual’è il rapporto costi /benefici di questa strategia, se la vogliamo chiamare così? E perché dovremmo affidare il futuro del servizio sanitario regionale ai privati quando, dati Asur alla mano, ad esempio, la riabilitazione intensiva pubblica dell’Ospedale di Pergola è enormemente più efficiente e meno costosa di quella erogata dal Santo Stefano presso l’Ospedale di Cagli?

Fin qui, a questi importantissimi interrogativi il Presidente Ceriscioli non ha dato alcuna risposta coerente e concreta. Noi continueremo a porli finché quelle risposte non arriveranno.

Pesaro, 12 Gennaio 2017

Simona Ricci – Segretaria Generale CGIL Pesaro Urbino
Roberto Rossini – Segretario Generale Funzione Pubblica Cgil Pesaro Urbino.

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