Continuano a crescere gli infortuni sul lavoro nelle Marche. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’INAIL ed elaborati dalla CGIL Marche.

Nei primi sei mesi dell’anno sono stati denunciati 9.438 infortuni, 78 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,8%) e in controtendenza rispetto al livello nazionale in cui si registra un calo (-0,2%). Nelle Marche crescono in particolare gli infortuni in occasione di lavoro (+1,5%) mentre quelli in itinere presentano una diminuzione (-3,3%).

Il territorio che presenta un incremento significativo di infortuni è quello di Ancona (+5,7%), mentre il  fenomeno è stabile a Pesaro Urbino. In calo gli infortuni denunciati a Fermo (-3,4%), Macerata (-3,2%) e Ascoli Piceno (-1,8%).

Secondo Daniela Barbaresi, Segretaria generale della CGIL Marche :“Insufficienti investimenti dell’Asur in prevenzione, aumento dell’età pensionabile e precariato dilagante: un mix devastante che mette sempre più a rischio la sicurezza dei lavoratori. I dati dell’Inail relativi ai primi 6 mesi del 2019 tracciano un trend negativo in cui stanno aumentando pericolosamente le denunce di infortuni sul lavoro e gli incidenti mortali. Un campanello d’allarme da non sottovalutare. Questi dati evidenziano la necessità di un’azione forte e decisa da parte di tutti, dalle imprese alle Istituzioni, investendo in sicurezza, prevenzione, formazione, lavoro stabile e di qualità e condizioni di lavoro dignitose. Vanno incrementati gli organici dedicati ai controlli e alla vigilanza, cosi come alla repressione dei fenomeni di irregolarità”.

 Osservando gli infortuni in occasione di lavoro, emerge che i più colpiti sono i lavoratori dell’industria manifatturiera dove peraltro gli infortuni crescono dell’1,0%. Crescono in particolare nel settore delle calzature e abbigliamento (+23,9%), nella chimica, gomma, plastica (+16,1%), nel legno-mobile (+9,0%), mentre sono in calo nella meccanica (-8,1%). Rilevante l’incremento nelle costruzioni (+16,3%), nel commercio e riparazioni (+11,9%) e in agricoltura (+11%). Aumentano gli infortuni anche nella sanità e assistenza sociale (+3,8%) e nei trasporti (+3,5%).

In un’ottica di genere, va rilevato che il maggior numero di infortuni colpisce gli uomini, ma il fenomeno è in leggero calo, mentre per le donne che si assiste significativo incremento di infortuni denunciati (+3,6%).

Osservando i dati per classi di età degli infortunati, emerge che i più compiti continuano ad essere i giovani e in particolare coloro che hanno meno di 19 anni per i quali gli infortuni crescono dell’8,5%. Anche i migranti sono tra i più coinvolti dal fenomeno: per i lavoratori extra comunitari gli infortuni denunciati sono cresciuti in modo rilevante (+10,9%), così come anche per i lavoratori provenienti da altri Paesi dell’UE (+3,4%). In calo gli infortuni per i lavoratori italiani (-0,7%).

Drammatico il bilancio degli infortuni mortali. Sono 14 i lavoratori che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno: 2 donne e 12 uomini. A livello nazionale gli infortuni mortali sono stati 482: una strage continua che deve essere fermata.

Prosegue Giuseppe Santarelli, Segretario regionale CGIL Marche e Responsabile salute e sicurezza: “i più colpiti sono i giovani e i migranti, cioè coloro che maggiormente vivono in condizioni di lavoro precario, instabile o senza formazione adeguata. Per questo è necessario mettere fine alla crescita del lavoro precario o frammentato così come è necessario ripristinare norme più stringenti in materi a di appalti.

“Le scelte del Governo stanno andando nella direzione sbagliata: dal Decreto “Sblocca cantieri”, che ha abbassato diritti e tutele per i lavoratori, ancora più esposti al rischio di infortuni, al Decreto interministeriale di alcuni mesi fa, che ha ridotto i premi INAIL a carico delle imprese mediamente del 32%, veicolando il messaggio pericoloso che la sicurezza è un costo per le imprese da ridurre”.

 Continua a essere elevato anche il numero delle malattie professionali. nei primi 6 mesi dell’anno ne sono state denunciate 3.290, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono (-0,8%). Andando nel dettaglio, però, emergono aspetti rilevanti a partire dal significativo incremento delle malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo che peraltro costituiscono i due terzi delle malattie denunciate.

 

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