Salviamo la sanità marchigiana!

Manifestazione regionale
ore 9.00

Corteo Manifestazione in Piazza IV Novembre – Concentramento in Piazza Cavour

Il Servizio Sanitario Regionale delle Marche è in grande difficoltà e i suoi gravi problemi sono sotto gli occhi di tutti

Visite specialistiche e prestazioni diagnostiche inaccessibili per le liste d’attesa infinite. Soluzioni? O il privato o rinunciare a curarsi.

Caos nel pronto soccorso e per questo si ricorre alle Cooperative dei Medici.

Mancano Medici, Infermieri e Operatori socio sanitari in qualsiasi settore, specie quello Medicina Generale.

Personale sfiancato da turni massacranti e ripetuti; senza ferie e riposo adeguato; mal ricompensato per i rischi e lo stress dell’emergenza pandemica.

Servizi di Prevenzione sottodimensionati, specie nell’area salute e sicurezza sul lavoro.

Assistenza Territoriale e Servizi dei Distretti ai minimi termini: anziani, persone con disabilità con disturbi mentali spesso lasciati soli.

Cure domiciliari inadeguate e non integrate con l’Assistenza domiciliare erogata dai Comuni.

Rette carissime nelle strutture residenziali socio sanitarie, specie quelle per anziani.

Rete ospedaliera regionale frammentata, disomogenea e poco efficiente: i cittadini cercano soluzioni fuori Regione, con costi elevati per il sistema marchigiano.

Servizi di Emergenza – Urgenza sottodimensionati, specie nelle Aree Interne.

Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità senza un chiaro progetto di sviluppo.


A quasi tre anni dall’insediamento della Giunta regionale, non uno di questi problemi è stato affrontato e risolto.

IN COMPENSO

La riforma del Servizio Sanitario Regionale approvata con la legge 19-2022 va a rilento generando confusione e incertezza.

La proposta di Piano Socio Sanitario che la Giunta ha approvato è insoddisfacente: non dettaglia obiettivi, azioni e tempi di finalizzazione.

Per CGIL CISL UIL delle Marche, queste sono le PRIORITÀ da affrontare

Ridurre la mobilità passiva recuperando risorse per potenziare l’offerta pubblica di servizi, a partire dalle aree più critiche.

Contenere i tempi di attesa riorganizzando il CUP regionale e rendendo più trasparenti le attività in libera professione.

Riordinare la Rete ospedaliera e le reti cliniche approvando Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali più efficienti ed omogenei su scala territoriale.

Aumentare le risorse per la Prevenzione e per l’Assistenza Territoriale

Progettare il rafforzamento dei Distretti Sanitari con Case ed Ospedali di Comunità supportate da infermieri di famiglia/comunità.

Investire nelle strutture residenziali e semi-residenziali socio sanitarie – a partire da quelle per anziani non autosufficienti – e nelle Cure domiciliari integrate con i Servizi di Assistenza Domiciliare dei Comuni.

Finanziare il fondo di solidarietà per aiutare anziani, disabili e persone con disturbi mentali nelle strutture socio sanitarie.

Dare impulso alla Medicina di genere, alla Medicina d’iniziativa, alla Teleassistenza e alla Telemedicina.

Allineare i confini dei Distretti e degli Ambiti Territoriali Sociali, in modo da rendere più fluida l’integrazione socio sanitaria.

Stabilizzare tutto il personale precario delle Aziende Sanitarie regionali.

All’indifferenza della Regione rispetto a queste proposte, CGIL CISL UIL Marche rispondono con un percorso di MOBILITAZIONE

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Calo occupazione: donne e giovani sotto i 30 anni più penalizzati

Dati Inps elaborati da Ires Cgil Marche. Silvia Cascioli segretaria confederale Cgil Pesaro: serve ripensare le politiche del lavoro, fiscali, di sostegno al reddito e contrattuali

Pesaro, 5 gennaio 2022 – L’Ires Cgil Marche ha elaborato i dati Inps su come si è caratterizzato il lavoro dipendente nel 2020 , anno della drammatica crisi sanitaria economica e sociale causata dalla crisi pandemica da Covid19, che ha prodotto gravi ripercussioni sulla situazione occupazionale e salariale.

Nel 2020 nella provincia di Pesaro e Urbino risulta occupato un totale di 105 mila lavoratori dipendenti privati, con una riduzione di circa il 2% rispetto all’anno precedente : tale decremento è causato dagli effetti della pandemia anche se questi sono stati sicuramente mitigati dal massiccio intervento di ore di Cassa integrazione.

Andando ad analizzare I dati più specifici della tipologia contrattuale si evince che, nonostante siano cresciuti complessivamente i lavoratori a tempo indeterminato, un lavoratore su tre ha un rapporto di lavoro part-time ed è aumentato il numero dei lavoratori stagionali; si evince anche un numeto importante di lavoratori dipendenti con contratti di somministrazione e contratti intermittenti, anche se in diminuzione rispetto al 2019, sicuramente dovuto a una contrazione degli addetti in particolare nel settore del turismo e del terziario in generale dove vi è un uso frequente di questi contratti precari.

Quello che però viene purtroppo confermato dalla analisi dei dati è che sono le donne che hanno pagato maggiormente il calo dell’occupazione (nel 2020 risulta il 2,4 % di lavoratrici in meno e l’1,7 % di lavoratori in meno)e gli occupati under 30 ( il crollo maggiore rispetto alle altre fasce di età) che sono lavorarori dipendenti prevalentemente precari e con orario parziale .

Anche per quanto che riguarda le retribuzioni medie lorde annue percepite nella provincia di Pesaro e Urbino registriamo un decremento rispetto all’anno 2019 del 7% : dentro questo dato negativo delle retribuzioni generali si registra purtroppo una forte differenza retributiva di genere: le lavoratrici percepiscono in media il 35 % in meno dei loro colleghi maschi, differenza dovuta ovviamente anche dal maggior utilizzo per le lavoratrici del part-time o dei contratti a termine. Ma anche nei rapporti di lavoro a tempo pieno e indeterminato le lavoratrici percepiscono il 16,4 % in meno dei colleghi maschi.

Oltre alla differenza di genere si registra anche dal lato retribuzioni una perdita di reddito importante nela fascia dei giovani lavoratori con meno di 30 anni , I quali sono esposti a lavori precari discontinui o part time involontari .

“Ancora una volta quindi – sottolinea Silvia Cascioli, segretaria confederale CGIL Pesaro Urbino -, a rischio di povertà sono soprattutto le donne e i giovani.

I dati complessivi rivelano che c’è una questione salariale complessiva da affrontare con urgenza, perchè la scarsità retributiva incide inevitabilmente sul futuro pensionistico delle persone, che rischia di essere sempre più incerto e povero ; bassi livelli retributivi implicano anche un ripensamento delle politiche del lavoro, delle politiche fiscali, di sostegno al reddito e delle politiche contrattuali”.

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L’Asilo del Porto, un modello di welfare che nasceva dal basso

La presentazione mercoledì 17 novembre alle 16 nella chiesa di Santa Maria del Gonfalone a Fano

FANO, 16 novembre 2021 –  Mercoledì 17 novembre, nella chiesa di Santa Maria del Gonfalone, in via Rinalducci, alle ore 16, Cgil e Spi, in collaborazione con il Comune di Fano, presentano, assieme alle autrici Luciana Agostinelli e Mariella Leonardi la ricerca dal titolo “L’asilo del Porto”.

“Noi della CGIL e dello SPI abbiamo incontrato le due ricercatrici (che autonomamente hanno deciso di condurre la ricerca) perché stavamo lavorando sulla storia e memoria del porto fanese, degli uomini e delle donne che – in mare e sulla terra ferma – hanno duramente lavorato per mantenere la famiglia e far crescere i figli – spiegano Cgil e Spi -.

Conoscere le due ricercatrici e il loro lavoro di ricerca è stato davvero una fortuna: a fianco del mare, della pesca, delle reti da riparare, della filanda e delle filandaie abbiamo potuto considerare anche un esempio importante e antico di welfare.

 Già alla fine dell’ 800 i bambini della zona più marginale della città, il  porto, potevano frequentare una scuola; un “Asilo” che era su misura anche delle mamme filandaie, dei loro  orari di lavoro; un “Asilo” per tutti, che non lasciava a casa chi non riusciva a pagare la retta, un “Asilo” dove i pasti consumati a scuola erano preziosi non solo per i bambini delle famiglie più povere; un “Asilo” che costruiva in ognuno, partendo al momento giusto, la capacità di stare insieme agli altri con la propria identità personale.

Noi, oggi, stiamo attraversando una fase terribile, dove anche il mare è oppresso dal nostro modo di vivere; dove il nostro modo di vivere sociale è improvvisamente negato da altri organismi viventi. Abbiamo bisogno di produrre cultura nuova, visioni condivise, forme di cooperazione solidale. L’Asilo   del Porto che nasce dal basso, come tipico esempio di welfare locale, ci aiuta senz’altro a cercare e trovare soluzioni nuove. Ci aiuta a riconoscere i limiti del welfare esistente indagando con accuratezza i bisogni reali degli uomini e delle donne che vivono nelle comunità locali.

Se oggi Luciana Agostinelli e Marinella Leonardi – tra eventi, turismo, food, beach e yacht – trovano interessante ricostruire la storia dell’”Asilo del Porto”, allora possiamo tirare un respiro di sollievo:       siamo sulla strada giusta. Percorriamola con gli atti della iniziativa sociale (la solidarietà praticata)    e politica (l’Asilo del Porto” sembra la prima materializzazione di “Fano città dei bambini”); ci porterà   lavoro e sviluppo corretto e, con essi, convivenza di qualità, libertà e giustizia. La nostra solidità anche economica sarà – come sempre – intimamente legata alle qualità sociali che sapremo costruire”.

All’iniziativa, che verrà tramessa in diretta streaming sulla pagina Fb della Cgil Pesaro e Urbino, interverrà per un saluto il sindaco di Fano Massimo Seri, per l’introduzione la segretaria generale Spi Cgil provinciale Loredana Longhin, le autrici del volume Luciana Agostinelli e Marinella Leonardi, Fausto Antonioni del Movimento di cooperazione educativa, Angela Genova ricercatrice dell’Università di Urbino, l’esperto di politiche sociali Giovanni Santarelli e per le conclusioni la parola a Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche.

Silvia Cascioli, segretaria confederale della Cgil provinciale modera il dibattito.

Durante l’incontro ci saranno anche i cori di “Canta che ti passa” dello Spi, diretto dai maestri Giovanna Donini e Tomas Facchini.

E’ richiesto il Green Pass

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Sanità: cosa chiediamo alla Regione

CGIL CISL UIL Marche vogliono porre l’attenzione sulle gravi condizioni della sanità nelle Marche, anche dopo le pesanti ripercussioni della crisi pandemica, per ribadire che il diritto alla salute deve essere assicurato a tutti, garantendo la centralità del servizio pubblico e l’universalità delle prestazioni. Per questo chiedono alla Giunta regionale che si apra subito un confronto concreto ed efficace, che finora non c’è stato, fatto salvo un recente incontro.

A livello regionale, i problemi aperti, numerosi e urgenti, riguardano: tempi di attesa, Pronto soccorso e rete dell’emergenza-urgenza, servizi territoriali e integrazione socio-sanitaria, prevenzione, rete ospedaliera, Case della Salute e cure primarie e intermedie, mobilità sanitaria, organici insufficienti e precariato, progressiva privatizzazione della sanità.

Pertanto, per rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini chiediamo:

  • Un forte potenziamento delle attività e interventi efficaci di riduzione dei tempi di attesa.
  • Il rafforzamento della sanità sul territorio, come previsto anche dal PNRR: riorganizzazione e sviluppo delle cure primarie, delle cure intermedie, potenziamento delle strutture socio-sanitarie e dell’assistenza domiciliare, Piano della cronicità e interventi per la non autosufficienza.
  • Un progetto condiviso e trasparente sulla dislocazione, il potenziamento e l’operatività delle Case della Salute/Case e Ospedali di Comunità, anche in attuazione del PNRR, orientando i MMG ad operare all’interno delle Case della Salute/di Comunità.
  • Riqualificare le funzioni dei Distretti sanitari e avviare un percorso per renderli coincidenti con gli Ambiti territoriali sociali, ed i Servizi per il Lavoro, a garanzia dell’integrazione socio sanitaria e dello sviluppo di percorsi di inclusione sociale, lavorativa e di contrasto alla povertà.
  • L’aumento delle risorse per la Prevenzione, con particolare attenzione alla salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, superando il forte sottofinanziamento. Definire subito il Piano Mirato e i Piani Tematici di Prevenzione.
  • Una rete dell’emergenza – urgenza capillare ed efficace, capace di integrare l’attività dei Pronto Soccorso ospedalieri con quella del Sistema 118, della continuità assistenziale, delle postazioni territoriali di emergenza, dei mezzi sanitari e dei Punti di Assistenza Territoriale attivati negli Ospedali di Comunità.
  • Attenzione alla Medicina di Genere, potenziamento dei Consultori familiari e piena applicazione della

legge 194 del 1978.

  • Chiarezza sugli assetti istituzionali della sanità marchigiana: competenze e rapporti tra Servizio Sanità, ASUR, ARS, INRCA, Aziende Ospedaliere, Aree Vaste e Distretti Sanitari; qualificazione e sviluppo delle reti ospedaliere: la funzionalità delle strutture periferiche (ospedaliere e territoriali) è cruciale per consentire agli ospedali di I e II livello di svolgere al meglio l’attività di elevata intensità assistenziale. Completare e realizzare i nuovi e moderni ospedali ricorrendo all’appalto, nel rispetto del DL 77/2021.
  • In tema di personale, è necessario un consistente adeguamento e un rafforzamento delle dotazioni organiche con un massiccio piano di assunzioni. Vanno completati i percorsi di stabilizzazione e data piena e corretta attuazione agli istituti contrattuali (compresa premialità Covid) così da salvaguardare la dignità professionale del personale.
  • Fermare la progressiva privatizzazione della sanità e garantire il governo dei soggetti privati accreditati. Il Servizio Pubblico deve esercitare una forte funzione di committenza e di controllo, sia dei servizi erogati che delle condizioni contrattuali, economiche e normative, dei loro dipendenti con un impegno concreto per la parificazione dei trattamenti tra lavoratori pubblici e privati.
  • Adeguata partecipazione a livello regionale e territoriale, sia sulle politiche occupazionali che sull’assetto e l’operatività dei servizi, a partire dall’applicazione dell’art. 3 comma 3 della legge 13 del 2003.

Avviare subito un confronto sullo sviluppo progettuale e attuazione nelle Marche degli interventi previsti dalla

Missione 6 – Salute del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR):

  • Casa della Comunità e presa in carico della persona” quali luoghi delle cure primarie (32 Case della Comunità da attivare nelle Marche entro il 2026);
  • Casa come primo luogo di cura e telemedicina”: potenziare l’assistenza domiciliare fino a prendere in carico anziani, malati cronici e/o non autosufficienti (più di 38.000 prese in carico) e attivazione delle Centrali Operative Territoriali (COT);
  • Rafforzamento dell’assistenza territoriale intermedia e delle sue strutture” con l’obbiettivo di attivare a livello nazionale 381 Ospedali di Comunità;
  • Interventi per innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario.

La SALUTE è un diritto. CGIL CISL UIL Marche si mobilitano per promuoverlo

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“Difendiamo i diritti delle donne per costruire il futuro”

In programma il 16 giugno con Daniela Barbaresi (Cgil Marche) e Ivan Pedretti (Spi Cgil nazionale)

PESARO, 14 GIUGNO 2021Difendiamo i diritti delle donne per costruire il futuro”: è il titolo dell’iniziativa in programma mercoledì 16 giugno alle ore 14,30, che vedrà la partecipazione della Segretaria Generale Cgil Marche Daniela Barbaresi e del Segretario generale nazionale Spi CGIL Ivan Pedretti, sul sito di Collettiva.ite sulla pagina Facebook Spi CGIL Marche.

Si parlerà di come affrontare questo tema e delle eventuali azioni di contrasto  da mettere in campo.

In questi ultimi anni assistiamo ad una volontà di riportare indietro la condizione delle donne relegandole ad un ruolo marginale e subalterno, annullando lo spazio di libertà e di autodeterminazione.

Alcune amministrazioni di centro destra, sia regionali che comunali, in Abruzzo, Molise, Marche e Umbria hanno assunto provvedimenti tesi a limitare l’emancipazione e le libertà di scelta delle donne.

In particolare:

  • Nelle Marche afferma Vilma Bontempo Segretaria regionale Spi CGIL Marche: “sono state escluse le Rappresentanti di Cgil Cisl Uil dalla Commissione Regionale delle Pari Opportunità (CPO). Inoltre è stata avanzata una proposta di legge che prevede l’allargamento della CPO, con una corsia preferenziale, alle madri e/o alle disabili. Altra proposta di legge regionale è quella sulla famiglia, che fa esplicito riferimento alla famiglia tradizionale legata dal vincolo matrimoniale. Una visione fuori dal tempo che certifica le disuguaglianze di genere. Le donne pensionate respingono qualunque tentativo di limitare i diritti e le libertà conquistate con le loro lotte e saranno al fianco delle più giovani per difenderle e per segnare un avanzamento nella parità fra donne e uomini.
  • In Abruzzo e Molise, a febbraio 2021, l’assessora regionale alla Sanità, Nicoletta Verì raccomandava alle ASL regionali che la somministrazione della pillola RU 486 venisse praticata in ospedale e non nei Consultori. Nel vicino Molise, questa criticità si riscontra da diversi anni.

Il Comune di Pescara ha approvato, a marzo dello scorso anno, una mozione che impegnava il sindaco e la giunta a trovare un’area del territorio comunale dove “piantumare un albero per ogni bambino mai nato”. Nell’aprile di quest’anno, sempre a Pescara, viene presentata una mozione che prevede incentivi alle donne che decidono di non abortire.

  • In Umbria, a giugno2020, la giunta regionale ha ripristinato l’obbligo dell’ospedalizzazione di tre giorni per la somministrazione della pillola RU 486, delibera revocata a seguito della mobilitazione delle donne. Nonostante questa sconfitta, la giunta regionale ha continuato a produrre atti contro l’autodeterminazione delle donne. Ha proposto, con il sostegno dell’associazione “Pro Vita”, la modifica del Testo Unico della Sanità e Servizi Sociali nella parte relativa agli interventi per la famiglia. Inoltre ha proposto di introdurre un nuovo regolamento sul funzionamento dei centri antiviolenza che ne rende più ardua e difficoltosa la loro attività di programmazione e gestione. Il comune di Foligno, con delibera, ha istituito “la Giornata per la Santità della Vita”, su proposta della consigliera leghista Luciana Collarini.

Tutto questo accade mentre nel dibattito politico nazionale ed europeo la valorizzazione del genere è considerata una risorsa indispensabile per la ripresa e il futuro.

Quando un diritto sancito per legge viene negato, si indebolisce anche la democrazia.

Come donne e uomini dell’organizzazione SPI CGIL siamo consapevoli del pericolo che queste azioni possono rappresentare sul piano culturale e sociale, riportando indietro l’orologio del tempo   indebolendo la dignità delle donne e il valore delle loro le conquiste.

Noi donne e uomini dello SPI CGIL, siamo pronti e determinati a non farci sopraffare da questi tentativi politici reazionari. Non permetteremo che i risultati di tante lotte femministe e sindacali vengano cancellati.

Le segreterie regionali  SPI CGIL   ABRUZZO MOLISE MARCHE UMBRIA

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CGIL Marche: iscritti in crescita tra lavoratori e giovani

 La CGIL Marche chiude il tesseramento del 2018 con 175.653 iscritti e iscritte, pari al 13,2% della popolazione marchigiana con più di 15 anni. I dati fanno riferimento alle persone iscritte e identificate tramite codice fiscale.

Nel 2018 il tesseramento alla CGIL presenta un aumento con 1.189 iscritti in più, pari a +0,7% rispetto al 2017. (altro…)

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Cassa integrazione Marche II trimestre: aumento preoccupante della cassa strordinaria

Più di 130 tavoli di crisi aperti nella regione

L’analisi del II trimestre  delle ore di Cig autorizzate nelle Marche da un esito molto preoccupante. E’ quanto emerge dai dati Inps rielaborati dall’Ires Cgil Marche che mettono in risalto, confrontato il dato del secondo semestre 2019 con lo stesso periodo del 2018, un notevole aumento del ricorso alla cassa integrazione straordinaria. Nello specifico la Cig per crisi o riorganizzazione si attesta a oltre mezzo milione di ore praticamente quintuplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente  (+265%) e per la solidarietà sono state autorizzate 200mila ore (+37%). (altro…)

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Marche, situazione preoccupante: 14 morti in sei mesi e 9.438 infortuni denunciati

Continuano a crescere gli infortuni sul lavoro nelle Marche. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’INAIL ed elaborati dalla CGIL Marche.

Nei primi sei mesi dell’anno sono stati denunciati 9.438 infortuni, 78 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,8%) e in controtendenza rispetto al livello nazionale in cui si registra un calo (-0,2%). Nelle Marche crescono in particolare gli infortuni in occasione di lavoro (+1,5%) mentre quelli in itinere presentano una diminuzione (-3,3%).

Il territorio che presenta un incremento significativo di infortuni è quello di Ancona (+5,7%), mentre il  fenomeno è stabile a Pesaro Urbino. In calo gli infortuni denunciati a Fermo (-3,4%), Macerata (-3,2%) e Ascoli Piceno (-1,8%). (altro…)

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