Servizio Orienta Casa: un errore non coinvolgerci

La nota del segretario provinciale SUNIA Gabriele Belfatto al Comune di Pesaro

PESARO, 8 novembre 2021 – “Apprendiamo che il Comune di Pesaro ha promosso, unitamente a professionisti del settore, la costituzione di un nuovo servizio denominato “Orienta casa”.

Giusto offrire ai cittadini sempre maggiori spazi informativi; ciò che tuttavia suscita perplessità è il mancato coinvolgimento dei sindacati di categoria -inquilini e proprietari- dato che l’offerta informativa riguarda anche la stipulazione di contratti di locazione abitativi e commerciali.

Mancato coinvolgimento tanto più incomprensibile considerando che i sindacati di categoria sono gli unici soggetti titolati a definire accordi territoriali per la stipulazione dei contratti di locazione a canone concordato ed asseverare contratti stipulati sulla base di detti accordi, condizione indispensabile per ottenere benefici fiscali. In buona sostanza svolgono una funzione “certificativa” di rilievo pubblicistico e di interesse generale differentemente da altri soggetti privi di detta potestà.

Nel rimarcare il nostro ruolo, peraltro svolto con proficui rapporti con gli uffici comunali, riteniamo che il Sunia e le altre organizzazioni sindacali anche dei proprietari possano e debbano essere coinvolti nella giusta offerta informativa resa ai cittadini nell’ottica di un servizio ad ampio raggio.

Confidiamo nel ripensamento da parte dell’amministrazione comunale circa l’opportunità di coinvolgere nel nuovo servizio informativo i sindacati di categoria (inquilini e proprietari)”.

Avvocato Gabriele Belfatto

Segretario generale Sunia Pesaro Urbino

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Nuovi criteri assegnazione edilizia popolare: discriminazioni e iniquità

Cgil Pesaro, Silp per la Cgil e Sunia  sulla  nuova legge regionale: “vogliamo discuterne nel merito evitando assurde contrapposizioni ideologiche”

PESARO, 17 luglio 2021 – Il Consiglio regionale ha recentemente approvato la legge che riforma i criteri di assegnazione degli alloggi popolari nella regione Marche, riservando una quota fino al 33% alle famiglie monoparentali, alle persone vittime di violenza domestica, alle famiglie under 35, alle forze di polizia e ai vigili del fuoco.

 Inoltre, come da manuale, oltre a rivedere i requisiti di accesso per i cittadini extracomunitari con residenza fiscale fuori dall’Italia, si introduce un obbligo di certificazione reddituale che sostituisce l’autocertificazione che di fatto renderà impossibile per la grande maggioranza di questi fare  richiesta (considerata la condizione radicalmente diversa della normativa della maggior parte dei paesi extraeuropei).

Sarebbe auspicabile analizzare nel merito i possibili e molto probabili effetti che tale norma avrà nell’assegnazione degli alloggi con le evidenti storture che provocherà e sappiamo già che il problema verrà etichettato come la solita battaglia tra destra e sinistra e sulla stucchevole e offensiva accusa di non avere a cuore i lavoratori delle forze di polizia e i vigili del fuoco. Si tratta di  accuse prive di senso, ma solo per il fatto di provare ad aprire un ragionamento siamo sicuri che anche questa volta ci cadranno addosso.
Siamo consapevoli che la politica residenziale e abitativa oggi sia un problema trasversale. Colpisce tutti indistintamente, anche i lavoratori del comparto sicurezza.

Pensiamo a un genitore separato che deve lasciare l’immobile, in affitto o di proprietà, su cui grava un mutuo, provvedere al mantenimento dei figli e avere la possibilità di una continuità genitoriale: è auspicale mandarlo a dormire in una caserma o in un alloggio collettivo di servizio?  NO.

 Quindi ben venga la proposta di far concorrere le Forze di polizia ad una abitazione popolare, ma nel contempo è possibile muovere una critica nel caso in cui una coppia giovane, senza figli, magari entrambi lavoratori, possa scavalcare in base alla sola appartenenza alle Forze di polizia una famiglia monoreddito magari con disabilità presenti? NO, noi non ce la sentiamo di avallare tale scelta.

E non c’entra nulla essere necessariamente di sinistra per sostenere una tesi simile o volersi contrapporre a coloro che garantiscono la sicurezza nelle nostre città. E’ un problema di equità sociale

Provocatoriamente, ci chiediamo, perché allora non includere in questi criteri anche il personale sanitario e non sanitario delle aziende del sistema pubblico? Dopo aver definito queste categorie di lavoratori come “eroi” forse sarebbe stato comprensibile non dimenticarli. Forse avremmo potuto pensare alla loro condizione di coppie residenti per motivi di lavoro in città diverse da quelle nelle quali le stesse hanno la loro rete parentale?

 Un’altra domanda: perché escludere i lavoratori delle polizie locali, sono forse meno meritevoli di altri operatori alla sicurezza dei nostri territori?

A questo punto, a forza di evidenziare particolarità e categorie professionali, elencando chi sarebbe più meritevole di altri di rientrare in questa lista, riteniamo seriamente di aver contribuito ad una equa assegnazione di questi alloggi?

E ancora: mettere insieme le persone vittime di violenza domestica, con le coppie under 35, le famiglie monoparentali, con i lavoratori delle forze di polizia, a quale logica risponde?

 Francamente non si capisce.

 Non sarebbe stato meglio prevedere un percorso differenziato distinguendo tra chi è in condizione di bisogno perché ha subìto una violenza, da chi invece è in condizione di bisogno malgrado abbia fatto una scelta di lavoro? 

Crediamo che questa nuova legge avrà effetti distorsivi e iniqui e rischierà di far apparire agli occhi dei cittadini gli appartenenti alle forze di polizia come soggetti privilegiati, anziché lavoratori da tutelare perché soggetti esposti a un disagio particolare.

Questa norma, che vuole evidentemente “strizzare l’occhio” dimostrando vicinanza ai lavoratori delle forze di polizia, rischia di essere  un boomerang verso questa categoria, soprattutto dal punto di vista  di un cittadino comune che pur avendo la stessa condizione reddituale si vedrebbe scavalcato nella sua legittima domanda di tutela.

Infine, definire ingiusta la richiesta di certificazioni impossibili da reperire, sulla condizione reddituale per la maggior parte dei cittadini extracomunitari, pena l’impossibilità di fare domanda, riteniamo sia discriminate, ma considerando la logica populista sottesa a tale decisione siamo scettici che il Consiglio regionale su questo vorrà ritornare sui suoi passi. 

 Sarebbe auspicabile infatti che il Consiglio regionale riveda i criteri adottati, a partire da un’analisi dei bisogni reali, che rispondano all’applicazione di quei principi di equità e giustizia sociale che tutti vorremmo veder rispettati.
Sarebbe auspicabile anche  vedere approvate norme che favoriscano l’edilizia agevolata,   fondi a garanzia delle cooperative di lavoratori, specie in un momento storico in cui il danaro ha costi irrisori, provando anche tramite l’approvazione di nuove norme urbanistiche a rileggere e riprogettare le nostre città e il nostro modo di vivere la comunità.

 Speriamo davvero che qualcuno voglia cogliere il nostro tentativo di aprire una discussione di merito, anche se temiamo che il tutto si risolverà nella solita pretestuosa polemica.

Roberto Rossini                                                      Pierpaolo Frega                                  Gabriele Belfatto

Segretario generale Cgil                            Segretario generale Silp per la Cgil          Segretario Sunia

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Contributi a fondo perduto per la riduzione dei canoni di affitto

Il segretario provinciale Sunia: “è un intervento normativo equilibrato, a tutela di entrambe le parti”

PESARO, 9 luglio 2021 – L’Agenzia delle Entrate ha finalmente pubblicato il provvedimento, atteso dalla fine del 2020 e ripetutamente sollecitato dal SUNIA (Sindacato inquilini) anche attraverso una diretta richiesta al direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Nel provvedimento sono indicate modalità e termini per l’erogazione del contributo a fondo perduto per la riduzione effettuata dal locatore, del canone di locazione previsto nel  “Decreto Ristori“.

Con l’allegato provvedimento del Direttore sono state stabilite le modalità operative per richiedere il contributo a fondo perduto, per l’anno 2021, al locatore di immobile adibito ad abitazione principale, che riduce il canone di locazione.

Il Decreto Ristori  prevede che il  fondo è destinato a finanziare a fondo perduto, per l’anno 2021, il locatore di immobile ad uso abitativo, ubicato in un Comune ad alta tensione abitativa, che sia  l’abitazione principale del conduttore , che riduce il canone di locazione di contratto  in essere alla data del 29 ottobre 2020. Il contributo non può superare il  50 per cento della riduzione del canone nel limite massimo annuo di 1.200 euro per singolo locatore.

Come previsto al comma 3 dell’ art. 9-quater, il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate stabilisce  le modalità applicative, la percentuale di riduzione del canone con  riparto proporzionale in relazione alle istanze presentate, le modalità di monitoraggio delle comunicazioni.

“Per noi questo provvedimento è molto importante poiché accoglie finalmente una nostra specifica richiesta –  l’avvocato Gabriele Belfatto, segretario provinciale del Sunia– che si inserisce in un quadro di interventi richiesti atti a contenere gli effetti negativi della pandemia favorendo la rideterminazione dei canoni in un’ottica di salvaguardia dei contratti a tutela, dei soggetti più colpiti.

Si tratta di un intervento normativo equilibrato – conclude l’avvocato Gabriele Belfatto –  a tutela di entrambe le parti”.

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