I sindacati contro il Presidente dell’Ats 6: perché abbiamo abbandonato il tavolo

Dura replica di Cgil Cisl e Uil “La ricostruzione della vicenda è incomprensibile e fantasiosa”

FANO, 10 febbraio 2022 – In merito a quanto dicharato dal Presidente dell’Ats n.6 e assessore del Comune di Fano Dimitri Tinti, nostro malgrado siamo costretti a tornare su questa vicenda a distanza di qualche settimana,  soprattutto per chiarire le ragioni di Cgil Cisl e Uil.

La ricostruzione della vicenda espressa da Tinti appare incompleta incomprensibile e a tratti fantasiosa. 

Infatti, durante l’incontro con l’Ats 6 di martedì scorso, le organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil hanno deciso di esprimere, tramite una dichiarazione da mettere a verbale, la loro posizione in merito alla decisione assunta dall’Ats 6  e dall’assessore Tinti  rispetto al ruolo e al coinvolgimento delle confederazioni sindacali  nella costruzione e nella elaborazione  del Piano di Ambito.

In tempi non sospetti abbiamo criticato aspramente il  fatto che l’Ats 6  abbia scelto di relegare la discussione con le organizzazioni sindacali al solo tema del modello organizzativo che l’Ats dovrà assumere nel prossimo futuro, escludendo però  il sindacato generale e confederale dai tavoli delle politiche settoriali come: inclusione sociale, nuove povertà, giovani, disabili e anziani.

La modalità adottata  dal Presidente di Ats 6 è diversa da quella dagli altri Ambiti territoriali sociali  della nostra provincia per i quali  il sindacato generale e confederale viene coinvolto su tutti i tavoli per discutere anche delle politiche di settore .

Riteniamo che questa sia una scelta estremamente grave e per questo motivo, nell’incontro di martedì, abbiamo comunicato all’Assessore Tinti che, a queste condizioni, non saremmo stati più interessati a partecipare all’unico tavolo al quale l’Ats 6 vorrebbe sedessero i sindacati.

Come già detto, il tavolo è quello sul modello organizzativo, pertanto limitativo rispetto all’insieme dei temi e degli obiettivi che devono essere contenuti nel nuovo piano di Ambito. La discussione che è emersa in questo unico contesto risultata incompleta, parziale e inefficace rispetto alla discussione generale.

Per questo abbiamo deciso di esprimere  il nostro dissenso attraverso  una nota a verbale che è stata illustrata direttamente al tavolo.

Spiace constatare che anche nella ricostruzione dei fatti la scelta dell’Ats 6  sia quella di perseverare in una scelta politica che riteniamo estremamente grave seppur legittima. Come legittime sono le nostre critiche anche aspre. 

Constatiamo infine che questa vicenda ‘ostacolo’  per il mantenimento delle normali relazioni sindacali, venga utilizzata ad arte da qualcuno trasformandone i contenuti con l’obiettivo di raggiungere altre finalità e tentando un coinvolgimento del sindacato su dinamiche politiche nelle quali non vuole e non deve essere coinvolto.

Pertanto, seppur scettici, auspichiamo  che di questa vicenda se ne facciano carico direttamente i sindaci dei Comuni che fanno parte dellAts 6 e che si possa ritornare a una condizione normale e corretta delle relazioni sindacali”.

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Fiom e Flc protestano a fianco degli studenti contro il modello alternanza scuola lavoro

Questa mattina a Pesaro di fronte al Provveditorato. “Non dimenticheremo la morte del giovane Lorenzo Parelli

 Pesaro – La FIOM CGIL e la FLC CGIL Pesaro Urbino di fronte all’infortunio mortale verificatosi venerdì scorso in un’azienda metalmeccanica del territorio di Udine che ha riguardato uno studente di 18 anni, Lorenzo Parelli, impegnato in percorsi di alternanza scuola lavoro, ritengono non più rinviabile la ripresa di un’iniziativa di lotta e di mobilitazione.

Oggi, venerdì 28 gennaio, la  FIOM CGIL e la FLC CGIL Pesaro Urbino per dare seguito alla mobilitazione nazionale degli studenti, sono con loro dinanzi al Provveditorato degli studi di Pesaro in quanto abbiamo bisogno di ripensare dalle fondamenta la scuola, il lavoro, il funzionamento di questa società.

Lo dobbiamo a Lorenzo, lo dobbiamo a tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli, lo dobbiamo al futuro di tutte e tutti noi: incontriamoci, discutiamo, costruiamo l’alternativa, pratichiamola.

La morte di Lorenzo non passerà sotto silenzio.

 

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Cassa integrazione guadagni – Situazione pesante anche nel 2021

Nella provincia di Pesaro Urbino nel 2021 sono state richieste e autorizzate complessivamente 12,2 milioni di ore di Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga). Una cifra ancora rilevante nonostante la riduzione rispetto al 2020 (26 milioni di ore), soprattutto considerando che nel 2019 le ore autorizzate furono solo 1,3 milioni.

“Il dato evidenzia una ripresa del sistema produttivo provinciale, anche se esclusivamente dovuto all’effetto “rimbalzo” – spiega Roberto Rossini, segretario generale CGIL provinciale -, sviluppatosi in seguito alla prima fase della pandemia. Il 2021 è però stato segnato soprattutto in alcuni periodi dell’anno, da una evidente incertezza che i dati manifestano in modo chiaro: non siamo di certo usciti da una lunga crisi economica e produttiva tanto che ancora sono molto lontani i livelli di utilizzo di questo ammortizzatore sociale che avevamo nel 2019. L’auspicio è che il 2022 possa segnare un vero cambiamento di tendenza e che la “ripresa” diventi duratura e di per sè in grado di ingenerare nuova occupazione stabile. Appare chiaro inoltre che per giungere a tale condizione che auspichiamo, il sistema produttivo debba avere il coraggio e la capacità di ripensarsi in chiave futura, assumendo su di sè gli obiettivi di innovazione e sostenibilità che il PNRR indica chiaramente. Rinnovo il mio appello a tutti i soggetti della rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese, nonché alle istituzioni, affinché si apra quella fase di confronto e discussione che come CGIL stiamo invocando da troppo tempo“.

Ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel 2021 per provincia

Ore di Cassa Integrazione Guadagni per anno – provincia di Pesaro e Urbino

Dati INPS elaborati dall’IRES CGIL Marche.

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Cgil e Uil: ecco perché il 16 dicembre è sciopero generale

Nota dei segretari Cgil Pesaro Urbino Roberto Rossini e Paolo Rossini Uil regionale

PESARO, 13 dicembre 2021 – “Insieme per la giustizia” èlo slogan scelto per lo sciopero generale del 16 dicembre proclamato da CGIL e Uil. I contenuti della prossima legge di Bilancio lasciano insoddisfatte le organizzazioni sindacali impegnate a chiedere risposte effettive ed efficaci per i lavoratori e per i pensionati di questo paese.

 In materia previdenziale e sulla riforma del fisco siamo molto critici rispetto alle decisioni assunte così come sulle tanto promesse ma mai  concretizzate in tema di contrasto alla precarietà che colpisce prevalentemente i giovani e le donne; non ci hanno convinto sul contrasto al fenomeno delle delocalizzazioni d’impresa e alla legge sulla non autosufficienza.

 Lo sciopero del 16 è stato proclamato a sostegno delle richieste sindacali, molte delle quali le abbiamo consegnate al governo oltre un anno fa.  Adesso siamo  proprio nella fase in cui il parlamento è chiamato a emanare la legge di Bilancio e auspichiamo che il dibattito parlamentare possa recuperare le distorsioni contenute nella proposta elaborata dal governo. 

In tema di pensioni riteniamo non più rinviabile la predisposizione di una pensione di garanzia per le nuove generazioni che con il sistema attualmente in vigore saranno destinate ad avere pensioni insufficienti a garantire una vita dignitosa da anziani. Non è accettabile condannare i giovani ad andare in pensione a 71 anni di età ripristinando senza alcun intervento migliorativo la legge Fornero. Riteniamo necessario allargare la platea dei lavori gravosi e usuranti sia per l’Ape sociale che per i “lavoratori precoci” così come va abbassato il requisito contributivo per accedere all’Ape sociale per le attività gravose dai 36 ai 30 anni, a partire dall’edilizia e dall’agricoltura. Va riconosciuto ai disoccupati di lunga durata la possibilità di accedere all’Ape sociale e alla norma sui Precoci. Va consentito alle donne di accedere alle prestazioni con requisiti più favorevoli e che riconoscano il lavoro di cura e la maternità.

In materia fiscale la manovra va resa più equa e solidale verso chi ha di meno e verso chi contribuisce concretamente alle entrate fiscali del paese cioè i lavoratori dipendenti e i pensionati. Per questo riteniamo sbagliata la rimodulazione dell’IRPEF proposta dal Governo, proprio perché non soddisfa i bisogni dell’85% dei lavoratori e dei pensionati con redditi inferiori ai 35.000 euro lordi all’anno e che con la rideterminazione delle aliquote, beneficeranno di molto poco a differenza di chi ha redditi più alti.

E’ inoltre incomprensibile e totalmente inaccettabile l’ulteriore taglio dell’IRAP alle imprese perché è una misura che nuovamente penalizza la sanità regionale, tanto più in una fase nella quale dopo gli effetti della pandemia avremmo dovuto scegliere di dedicare tutte le risorse disponibili (l’incremento del fondo sanitario nazionale non è sufficiente) a sostenere e strutturare meglio l’assistenza sanitaria territoriale, per ridurre liste di attesa e garantire un vero diritto alla salute. 

Insufficienti sono state inoltre le risposte che il governo ha dato in tema di politiche industriali e di sviluppo, senza le quali difficilmente riusciremo a garantire una ripresa economica e produttiva stabile nel tempo in grado di frenare i processi di delocalizzazione e di deindustrializzazione del Paese.  Insufficienti o, per meglio dire: assenti le risposte in tema di impiego di investimenti dedicati ad affrontare la transizione ambientale e quella energetica. Gravi lacune anche in materia di digitalizzazione, di politiche per la tutela del lavoro e per contrastare la precarietà. Queste, in sintesi, le ragioni per le quali, come CGIL e UIL, invitiamo i lavoratori, esclusi quelli impiegati a garantire i servizi pubblici essenziali, ad astenersi dal lavoro il 16 dicembre.

 E’ prevista una manifestazione a Roma.  CGIL e UIL della provincia di Pesaro e Urbino hanno messo a disposizione dei pullman. Per prenotare i posti si può telefonare al numero: 0721.4201 della CGIL Pesaro oppure alla UIL al numero: 340.1777780”.

Roberto Rossini – Segretario generale CGIL Pesaro Urbino

Paolo Rossini – Segretario Uil regionale

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INSIEME PER LA GIUSTIZIA – Sciopero generale 16 dicembre 2021

La legge di bilancio e i provvedimenti messi in campo non danno risposte sufficienti. Vogliamo dei cambiamenti concreti per le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati e le pensionate e per rafforzare la coesione sociale e territoriale.

Insieme per contrastare la precarietà e garantire occupazione stabile a partire da giovani e donne

Insieme per un intervento fiscale equo per i redditi bassi e medio bassi e per maggiore redistribuzione e progressività

Insieme per una seria lotta all’evasione fiscale

Insieme per una riforma delle pensioni che consenta flessibilità in uscita, facilitando chi fa lavori gravosi e i lavoratori precoci, prevedendo la pensione di garanzia per i giovani e la valorizzazione del lavoro di cura

Insieme per la scuola e per un sistema di istruzione di qualità a partire dalla stabilità del lavoro

Insieme per nuove politiche industriali per affrontare la transizione ecologica e digitale

Insieme per dare soluzioni alle crisi industriali, contrastando le delocalizzazioni e con un ruolo forte e protagonista dello Stato

Insieme per aumentare le risorse per la sanità e per stabilizzare il personale

Insieme per approvare la legge sulla non autosufficienza e aumentarne le risorse

Insieme per ridurre le disuguaglianze a partire dal Mezzogiorno, perché coesione sociale significa non lasciare indietro nessuno

Insieme si può fare la differenza

Manifestazione nazionale a ROMA

Partenze da:

PESARO – CGIL Via Gagarin – ore 4:45

FANO – Parcheggio zona chiaruggia – ore 5:15

URBINO – Parcheggio centro commerciale Consorzio – ore 5:00

CAGLI – loc. Smirra, presso distributore ESSO – ore 5:30

Per prenotare un posto sui pullman, chiamare lo 0721 4201 o scrivere una mail a pesaro@marche.cgil.it entro le 19.00 di martedì 14 dicembre.

Puoi trovare altri dettagli qui:

Domande e risposte per capire cosa si sta decidendo nella Legge di bilancio 2022

Le ragioni dello sciopero generale (video)

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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Presidio a Pesaro in piazza del Popolo giovedì 25 novembre dalle 10 alle 13

LA VIOLENZA SULLE DONNE NELL’ERA DEL COVID

PESARO, 24 novembre 2021 – Se nel 2021, a livello globale, la vita e la libertà delle donne sono ancora in pericolo ci chiediamo il perché. Due anni “vissuti pericolosamente”, facendo i conti con la pandemia, hanno peggiorato le condizioni di vita, soprattutto delle donne. Anche se abbiamo avuto la sensazione che il mondo si dovesse fermare, le notizie che ci arrivano sono allarmanti. Nel 2020, con il lockdown, si è registrato un incremento delle telefonate di aiuto al 1522, quando le donne si sono ritrovate costrette in casa con gli uomini violenti. Quest’anno fino ad oggi, contiamo 103 femminicidi. Ci preoccupa anche la condizione che le donne di altri paesi stanno vivendo, in Afghanistan sono stati cancellati i diritti fondamentali delle donne, ne conosciamo la radice patriarcale che mira a cancellare la loro vita pubblica e il diritto di scelta: se studiare, lavorare, chi sposare, avere figli…, una cultura maschile che ha paura del corpo delle donne.

Assistiamo ad un preoccupante restringimento dei fondamentali diritti umani e pensiamo che non si faccia abbastanza, sia a livello di politiche nazionali che internazionali per arginare la violenza contro le donne. Chiediamo, quindi, che le politiche locali e globali pongano una maggiore attenzione a ciò che attiene alle donne, con una concreta valutazione delle ricadute sulle loro condizioni di vita. Riteniamo fondamentale costruire una convivenza civile tra i generi per realizzare un mondo sostenibile a misura di donne e uomini. Questo impegno va oltre il 25 novembre e chiediamo che entri in ogni agenda politica e personale, in modo tale che ognuno/a faccia il proprio dovere perché questa è una lotta di civiltà a cui nessuna/o deve sottrarsi. Perché quello che succede a UNA sola succede a TUTTE.

Saremo in piazza:

UDI sede di Pesaro CGIL Pesaro Urbino

Amnesty International – Pesaro Casa delle donne di Pesaro Percorso donna

Singole donne della città

Coordinamento donne SPI Cgil Pesaro e Urbino

UDI – UNIONE DONNE IN ITALIA Sede di Pesaro Via Martini, 27, 61121 e-mail udipesaro@libero.it

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Cgil, con misure previdenziali della Legge di bilancio nel 2022 taglio di 109 mila pensioni rispetto agli anni precedenti

“Il Governo apra al più presto un confronto per migliorare le misure della Ldb e si ponga l’obiettivo di una legge di riforma del sistema previdenziale”

Le misure previdenziali della legge di bilancio nel 2022 coinvolgeranno meno di un terzo della platea del 2020. Lo rileva un’analisi dell’Osservatorio Previdenza della Fondazione di Vittorio e della Cgil nazionale. Le stime basate su Quota 102, la proroga dell’Ape sociale con l’ampliamento dei gravosi e l’intervento sui disoccupati, dimostrano che saranno solo 32.151 le persone coinvolte da queste misure nel 2022, il 22,6% delle 141.918 domande accolte nel 2020.“Dai nostri studi – dichiara Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale – sarebbero solo 11.674 le domande di Ape sociale per lavoro gravoso che potranno essere accolte con l’ampliamento previsto in legge di bilancio, e solo 2.013 le donne che potranno perfezionare il requisito di Opzione donna al 31.12.2021 dettato dalla proroga. Molte donne che potrebbero perfezionare il requisito – spiega infatti – hanno già maturato il diritto negli anni precedenti, dove l’età era più bassa di due anni”. “Nel 2022 – prosegue Cigna – avremo 109.767 uscite in meno su queste tre misure analizzate”.Per il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli “è necessario che il Governo apra un confronto immediatamente e dichiari la disponibilità a migliorare sin da subito le misure previdenziali contenute nel testo della legge di bilancio”. “Vanno aumentate sensibilmente le risorse previste per la previdenza – ribadisce – per garantire a tutti coloro che svolgono effettivamente un’attività gravosa di poter accedere alle misure previste. Per questo è indispensabile prevedere l’allargamento della platea dei gravosi, estendendo la misura ai precoci, abbassando anche il requisito contributivo per accedere all’Ape sociale”. “Inoltre – aggiunge – la proroga di Opzione donna rischia di essere una misura inutile, solo per poche donne, motivo per cui occorre abbassare il requisito di età previsto”. Ghiselli ricorda che “da tempo abbiamo presentato unitariamente al Governo la nostra Piattaforma, su questa conclude – sollecitiamo nuovamente l’Esecutivo ad aprire un confronto per una legge di riforma del sistema previdenziale”.

In allegato l’analisi della Fondazione G.DI Vittorio e della Cgil nazionale

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Alzheimer: servono provvedimenti urgenti a sostegno di malati e famiglie

Le proposte dello Spi Cgil per forme di assistenza innovative e una legge sulla non autosufficienza

PESARO, 18 settembre 2021 –  IL 21 Settembre è la giornata mondiale dell’Alzheimer e tutto il mese è dedicato a iniziative su questa grave patologia e su altre malattie cognitive come la demenza.

Per Loredana Longhin, segretaria generale dello Spi Pesaro: “chi ha pagato le conseguenze peggiori dell’epidemia da Covid sono stati gli anziani, e fra loro, i più fragili sul piano fisico e cognitivo quali le persone affette da demenza o dal morbo di Alzheimer”.

“Il costo pagato dagli anziani con problemi cognitivi, gestiti sia a livello domiciliare sia residenziale – scrive Loredana Longhin -, è stato troppo alto per non porre maggiore attenzione a questo tema, e va fatto avendo chiaro il difficile ma irrinunciabile obiettivo di modificare la condizione attuale.

A causa del Covid, nei prossimi anni il panorama clinico sarà caratterizzato da un aumento di persone affette da demenza in forma grave poiché i servizi hanno sospeso per lunghi periodi l’attività diagnostica precoce sia per il ridotto accesso sia per le insufficienze strutturali.

Le malattie cognitive come l’Alzheimer, rispetto alla gravità delle altre condizioni, sembrano essere considerate patologie ineluttabili perché legate all’età e pertanto non degne di interventi complessi di accertamento e presa in carico.

In Italia le persone affette dalle varie forme di demenza sono un milione e duecentomila, nella nostra regione sono più di 30.000 le persone anziane affette da demenza, attorno alle quali vive un numero altrettanto imponente di familiari e di persone affettivamente coinvolte; per questo è necessario dedicare maggiore attenzione a questo gruppo sociale ed evitare che all’oggettiva situazione di sofferenza si aggiunga il dolore provocato dalla   scarsa considerazione dei bisogni da parte di chi dovrebbe garantire l’accesso alla cura e l’inclusività  di questa parte della popolazione.

L’esperienza del Covid nelle persone con deficit cognitivo deve essere un incentivo per costruire, a livello locale, un futuro di maggiore attenzione e servizi agli ammalati e alle famiglie chi si prendono carico dell’assistenza.

L’aumento delle persone anziane e di soggetti fragili a causa dell’età avanzata, e la possibilità che si ripetano eventi epidemiologici così rilevanti, devono costringere a costruire modelli di comportamento standardizzati sia a livello delle cure del singolo individuo, sia dell’organizzazione complessiva, evitando gli errori ai quali abbiamo assistito finora.

Questo richiede da subito di investimenti su modelli assistenziali innovativi, nell’ambito delle cure domiciliari, dell’organizzazione sociosanitaria delle rsa, e degli ospedali.

E’ necessario attuare rapidamente politiche sociali che siano in grado di dare risposte concrete ed efficienti a queste persone e ai loro familiari.

Servono politiche sociali inclusive che siano a misura dei bisogni dei più deboli e fragili.

Nel nostro territorio scarseggiano sia i centri diurni, infatti quello che c’è non soddisfa le richieste delle famiglie, e allo stesso tempo mancano anche i centri residenziali.

Ci piacerebbe discutere e programmare con gli enti locali, con il mondo dell’associazionismo e del terzo settore, su come soddisfare questi bisogni, perché solo facendo rete potremo creare una società meno meno discriminatoria, che non stigmatizza ma accoglie e coinvolge anche nella differenza.

Sarebbe importante dare vita alla “Dementia friendly community” che èuna realtà in forte espansione in diversi comuni italiani, fondata sulla partecipazione, condivisione e inclusione dei malati e dei loro familiari nella società in cui vivono.

Come sindacato pensionati auspichiamo inoltre un forte coinvolgimento anche da parte della sanità pubblica perché anche per le demenze il tema della prevenzione è fondamentale.

Ma non solo, uno spazio importante deve essere occupato dagli interventi basati sulla tecnologia, dalla telemedicina a quelli che prevedono l’utilizzo degli strumenti multimediali.

Un grosso sostegno economico dovrebbe arrivare grazie al PNRR, ma non sarà sufficiente. E’ necessario che tutti i soggetti coinvolti lavorino in modo sinergico tra loro: enti, locali, distretti sanitari, terzo settore, associazioni dei familiari, perché se il Covid ci ha insegnato qualcosa è che nessuno si salva da solo.

Lo Spi da molti anni si batte per il varo di una legge per la non autosufficienza e auspichiamo che questo governo la realizzi in tempi brevi.

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Per garantire servizi di qualità servono investimenti e assunzioni

 

PESARO, 22 luglio 2021 – Nel mese di luglio abbiamo incontrato i dipendenti di vari servizi del Comune di Pesaro ed è emerso un quadro preoccupante ed è giusto che i cittadini siano informati.

Il personale, come si può ricavare facilmente dai dati pubblicati relativi al piano del fabbisogno, è in costante calo a fronte di aumentate competenze, assegnazioni e responsabilità e i dipendenti dell’ente, nonostante l’impegno e il senso di responsabilità che da sempre li contraddistinguono, faticano sempre più a garantire la quantità crescente dei compiti assegnati e la qualità del servizio cui siamo abituati.

Servizi che se non potranno più essere garantiti a causa della effettiva mancanza di personale e a rimetterci saranno solo i cittadini. Non è giusto.

Il grido di allarme dei sindacati nasce da una analisi di alcuni uffici strategici:

SERVIZI DEMOGRAFICI: nel corso degli anni sono aumentati i compiti assegnati (dalle separazioni, ai divorzi , ai testamenti biologici per non parlare purtroppo del drammatico aumento dei certificati in periodo Covid ) ma il personale effettivamente in servizio è costantemente calato e a breve ci saranno ulteriori pensionamenti che impatteranno sia sullo stato civile che sui servizi di quartiere così importanti per il cittadino.

SERVIZI SOCIALI: anche in questo caso, in un settore così delicato e importante per la tutela della popolazione più fragile, i pensionamenti non vengono immediatamente sostituiti con inevitabile riflesso sui carichi di lavoro del restante personale che già, nel rapporto unità/cittadini, è molto al di sotto di quanto previsto dalle norme e dal buon senso.

SERVIZI EDUCATIVI: le scuole comunali sono da sempre state considerate un fiore all’occhiello di questo Comune e però, anche in questo caso, stiamo assistendo ad un costante depotenziamento (per l’anno 2021/2022 non sono previste assunzioni di educatrici di nido) che ci fa preoccupare per il destino di un servizio importante per tutta la cittadinanza Peraltro, in quel contesto, al personale impiegato tramite cooperativa non viene garantito un orario adeguato che consenta la partecipazione a tutti gli eventi formativi di educatrici ed insegnanti.

Una fotografia quella scattata dalla Fp Cgil, dalla Cisl Fp e dalla Uil Fpl, che mostra l’inevitabile presa di posizione dei sindacati affinché l’Amministrazione comunale decida non solo a parole di invertire la rotta attraverso un serio ed importante piano di investimenti nel personale che passa necessariamente attraverso nuove assunzioni.

“Ci siamo limitati a qualche esempio che però è significativo di un contesto grave – si legge in una nota – servono più investimenti nel personale, più assunzioni e prospettive di stabilizzazione per garantire quello di cui i cittadini, soprattutto dopo un anno e mezzo di pandemia che ha ampliato le fragilità ed accentuato le disuguaglianze, hanno bisogno: ovvero più servizio pubblico e di qualità”.

Fp Cgil Pesaro Urbino                         Cisl Fp                                      Uil Fpl

Vania Sciumbata                                 Francesco Todaro                   Maria Grazia Tiritiello

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Il Comune di Fano dimentica i lavoratori fragili

I sindacati: “delibera allucinante, eluse tutte le normative”

FANO, 2 luglio 2021 – Dopo la  circolare con cui l’Amministrazione  Comunale di Fano è intervenuta  sulla disciplina dello smart working, scendono in campo i sindacati Fp CGIL, Cisl FP, UIL FPL che si dicono “stupiti” ed annunciano il loro “disappunto” nei confronti di una atto di Giunta che di fatto “dimentica la situazione dei lavoratori fragili ed elude ogni normativa vigente”.

Per quanto riguarda l’iter indicato nella delibera e nella conseguente circolare “non solo vengono violati i principi elementari come la  privacy dei lavoratori in condizione di fragilità – dicono Sciumbata, Todaro e Tiritiello – ma appare totalmente incoerente con le attuali disposizioni di legge e con la ratio che  ne sottende l’emanazione. Ricordiamo che il decreto-legge 22 aprile 2021 n. 52, convertito con modificazioni dalla Legge 17 giugno 2021, n. 87, ha disposto all’articolo 11 la proroga fino al 31 luglio 2021 delle disposizioni legislative di cui all’allegato 2 del medesimo decreto-legge. Per quanto qui di interesse, è stato prorogato fino al 31 luglio 2021 l’articolo 83 del decreto-legge 19 maggio 2020 2, n. 34, convertito con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020 n. 77. Ancor più grave – proseguono le Organizzazioni sindacali – alla luce del quadro normativo, che la Giunta dovrebbe ben conoscere, ed in considerazione del perdurare dello stato di emergenza, fino al 31 luglio per lo meno (o fino a nuove disposizioni normative ) i lavoratori fragili, già individuati come tali e per i quali il medico competente dovrebbe aver già adempiuto a quanto di competenza, dovranno continuare a prestare la propria attività lavorativa in modalità agile senza dover produrre una nuova documentazione salvo un aggravio della situazione personale.

Per quanto concerne lo Smart Working in generale (che nessuna norma ha abrogato e che anzi sarebbe da organizzare al meglio oggi per prepararsi al domani, per un’Amministrazione che pensa e guarda con voglia di crescere e migliorare, al prossimo futuro e rispondere con maggiore efficacia ed efficienza alle esigenze dei cittadini)  i sindacati definiscono le dichiarazioni contenute nella delibera “da una parte lesive della dignità dei lavoratori dell’ Ente, che in un anno e mezzo di pandemia hanno continuato a garantire i servizi con competenza e qualità – dicono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – e dall’altra rendono evidenti che l’Amministrazione non è sufficientemente attrezzata per propria responsabilità

rispetto alla necessaria modernizzazione dei mezzi – sottolineano –  come lo smart working, nelle more di una puntale definizione nei prossimi Ccnl, va considerato come strumento che aumenta le potenzialità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e, in questo particolare momento storico, come strumento di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Per farlo funzionare è sufficiente avere assessori e dirigenti che ne apprezzino le potenzialità , il personale è già pronto da tempo come ha avuto modo già dimostrare nei mesi scorsi. “. 

FP Cgil                                                                Cisl Fp                                                 UIL Fpl

Vania Sciumbata                                            Francesco Todaro                         Maria Grazia Tiritiello

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