Assetto ospedaliero della provincia, poche idee e confuse

Abbiamo letto le dichiarazioni dell’assessore Saltamartini sul riassetto ospedaliero della provincia di Pesaro e dobbiamo fare alcune considerazioni:

  • Assumere queste decisioni senza un confronto con le Organizzazioni sindacali ed i rappresentanti delle amministrazioni e delle istituzionali locali e inaccettabile dal punto di delle relazioni e dei contenuti e soprattutto dal punto di vista degli effetti che tali decisioni comporteranno per le comunità e per il futuro delle generazioni che verranno in tema di sanità.
  • Ci sono forti discordanze tra quanto detto dall’assessore pubblicamente e ciò che decreta la Giunta Regionale!!!
  • Siamo tutti d’accordo che le risorse del PNRR dovranno essere usate per potenziare la sanità territoriale di questa provincia, soprattutto dell’entroterra, ma gli interventi ad oggi adottati invece di parlare di realizzazione delle case della salute, dell’integrazione del ruolo dei MMG nel sistema sanitario regionale, del potenziamento della prevenzione e della diagnostica nell’ottica dell’abbattimento delle liste di attesa, interviene sugli assetti ospedalieri producendo in un solo colpo la riduzione di posti letto rispetto al piano socio sanitario precedente e condanna ad un ruolo di assoluta irrilevanza dell’Ospedale Santa Croce di Fano;
  • Perdere l’azienda ospedaliera Marche Nord senza preliminarmente prevedere il riassetto dell’Asur e la creazione di un’azienda sanitaria provinciale che coincida con il territorio, oppure pensare a rivedere il modello relativo alle aziende ospedaliere ipotizzando l’aggregazione tra Marche nord e Torrette che permetterebbe un vero ed efficace contrasto al fenomeno della mobilita passiva, significa di fatto creare le condizioni per perdere alcune specialità essenziali per limitare la mobilita passiva e per garantire interventi per acuti di qualità ed efficienza : parliamo della neurochirurgia e dell’ematologia per esempio!

Pesaro, 15 luglio 2021

Roberto Rossini Paolo Rossini Maurizio Andreolini

Vania Sciumbata Angelo Aucello Alessandro Contadini

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Sanità: cosa chiediamo alla Regione

CGIL CISL UIL Marche vogliono porre l’attenzione sulle gravi condizioni della sanità nelle Marche, anche dopo le pesanti ripercussioni della crisi pandemica, per ribadire che il diritto alla salute deve essere assicurato a tutti, garantendo la centralità del servizio pubblico e l’universalità delle prestazioni. Per questo chiedono alla Giunta regionale che si apra subito un confronto concreto ed efficace, che finora non c’è stato, fatto salvo un recente incontro.

A livello regionale, i problemi aperti, numerosi e urgenti, riguardano: tempi di attesa, Pronto soccorso e rete dell’emergenza-urgenza, servizi territoriali e integrazione socio-sanitaria, prevenzione, rete ospedaliera, Case della Salute e cure primarie e intermedie, mobilità sanitaria, organici insufficienti e precariato, progressiva privatizzazione della sanità.

Pertanto, per rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini chiediamo:

  • Un forte potenziamento delle attività e interventi efficaci di riduzione dei tempi di attesa.
  • Il rafforzamento della sanità sul territorio, come previsto anche dal PNRR: riorganizzazione e sviluppo delle cure primarie, delle cure intermedie, potenziamento delle strutture socio-sanitarie e dell’assistenza domiciliare, Piano della cronicità e interventi per la non autosufficienza.
  • Un progetto condiviso e trasparente sulla dislocazione, il potenziamento e l’operatività delle Case della Salute/Case e Ospedali di Comunità, anche in attuazione del PNRR, orientando i MMG ad operare all’interno delle Case della Salute/di Comunità.
  • Riqualificare le funzioni dei Distretti sanitari e avviare un percorso per renderli coincidenti con gli Ambiti territoriali sociali, ed i Servizi per il Lavoro, a garanzia dell’integrazione socio sanitaria e dello sviluppo di percorsi di inclusione sociale, lavorativa e di contrasto alla povertà.
  • L’aumento delle risorse per la Prevenzione, con particolare attenzione alla salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, superando il forte sottofinanziamento. Definire subito il Piano Mirato e i Piani Tematici di Prevenzione.
  • Una rete dell’emergenza – urgenza capillare ed efficace, capace di integrare l’attività dei Pronto Soccorso ospedalieri con quella del Sistema 118, della continuità assistenziale, delle postazioni territoriali di emergenza, dei mezzi sanitari e dei Punti di Assistenza Territoriale attivati negli Ospedali di Comunità.
  • Attenzione alla Medicina di Genere, potenziamento dei Consultori familiari e piena applicazione della

legge 194 del 1978.

  • Chiarezza sugli assetti istituzionali della sanità marchigiana: competenze e rapporti tra Servizio Sanità, ASUR, ARS, INRCA, Aziende Ospedaliere, Aree Vaste e Distretti Sanitari; qualificazione e sviluppo delle reti ospedaliere: la funzionalità delle strutture periferiche (ospedaliere e territoriali) è cruciale per consentire agli ospedali di I e II livello di svolgere al meglio l’attività di elevata intensità assistenziale. Completare e realizzare i nuovi e moderni ospedali ricorrendo all’appalto, nel rispetto del DL 77/2021.
  • In tema di personale, è necessario un consistente adeguamento e un rafforzamento delle dotazioni organiche con un massiccio piano di assunzioni. Vanno completati i percorsi di stabilizzazione e data piena e corretta attuazione agli istituti contrattuali (compresa premialità Covid) così da salvaguardare la dignità professionale del personale.
  • Fermare la progressiva privatizzazione della sanità e garantire il governo dei soggetti privati accreditati. Il Servizio Pubblico deve esercitare una forte funzione di committenza e di controllo, sia dei servizi erogati che delle condizioni contrattuali, economiche e normative, dei loro dipendenti con un impegno concreto per la parificazione dei trattamenti tra lavoratori pubblici e privati.
  • Adeguata partecipazione a livello regionale e territoriale, sia sulle politiche occupazionali che sull’assetto e l’operatività dei servizi, a partire dall’applicazione dell’art. 3 comma 3 della legge 13 del 2003.

Avviare subito un confronto sullo sviluppo progettuale e attuazione nelle Marche degli interventi previsti dalla

Missione 6 – Salute del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR):

  • Casa della Comunità e presa in carico della persona” quali luoghi delle cure primarie (32 Case della Comunità da attivare nelle Marche entro il 2026);
  • Casa come primo luogo di cura e telemedicina”: potenziare l’assistenza domiciliare fino a prendere in carico anziani, malati cronici e/o non autosufficienti (più di 38.000 prese in carico) e attivazione delle Centrali Operative Territoriali (COT);
  • Rafforzamento dell’assistenza territoriale intermedia e delle sue strutture” con l’obbiettivo di attivare a livello nazionale 381 Ospedali di Comunità;
  • Interventi per innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario.

La SALUTE è un diritto. CGIL CISL UIL Marche si mobilitano per promuoverlo

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‘O i brevetti o la vita’: domani click day per firmare ICE “Nessun profitto sulla pandemia”

 Domani, 7 marzo 2021, in occasione della Giornata mondiale della salute, il Comitato Italiano della Campagna Europea Diritto alla Cura, promossa da oltre 90 organizzazioni tra cui la Cgil, con lo slogan ‘O i brevetti o la vita‘ torna a mobilitarsi con un click day per invitare quante più persone possibile a firmare l’Iniziativa dei Cittadini Europei “Tutti hanno diritto alla protezione da Covid 19. Nessun profitto sulla pandemia”. L’obiettivo dell’ICE è raccogliere 1 milione di firme per chiedere all’Ue di modificare gli accordi commerciali con una sospensione, almeno temporanea, dei brevetti dei vaccini.
“Lo sviluppo del vaccino contro il COVID-19 – si legge nella locandina della Cgil nazionale (in allegato) – ha richiesto miliardi di fondi pubblici. Nonostante i contribuenti abbiano pagato per la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci, a causa dei brevetti singole aziende hanno il controllo su questi prodotti, resi così inaccessibili a milioni di persone”.“Fino ad oggi – sottolinea la Confederazione – l’accesso alla campagna vaccinale è stato caratterizzato da una inaccettabile disparità tra paesi ricchi e paesi poveri, con gravi conseguenze che vanno ben oltre l’iniquità. In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, lasciare indietro qualcuno significa restare indietro tutti”. Per la Cgil e per gli altri soggetti promotori della Campagna “è fondamentale che l’accesso ai vaccini sia garantito a livello globale per evitare che ulteriori varianti del virus si sviluppino e vanifichino gli sforzi fatti finora. La salute è un diritto umano ed è tempo che sia un diritto per tutti”.
Domani, mercoledì 7 aprile, dalle ore 18 si terrà una diretta online sulla pagina Facebook italiana di Right2cure/DirittoallaCura, a cui, tra gli altri, parteciperanno con video o in presenza Giulia Anania, Stefano Bellotti “Cisco”, Daniele Biacchessi, Claudio Bisio, Dario Brunori “Brunori SaS”, Giulio Cavalli, Ascanio Celestini, Massimo Cirri, Comunità Officina, don Virginio Colmegna, Luigi Ferrajoli, Silvio Garattini, Ricky Gianco, Paolo Hendel, Germano Lanzoni, Maurizio Maggiani, Giovanna Marini, Paola Minaccioni, Moni Ovadia, Cochi Ponzoni, Marco Presta e Antonello Dose, David Riondino, Paolo Rossi, Marco Rovelli, Renato Sarti, Andrea Satta – Tetes de Bois, Monica Setta, Guido Silvestri (Lupo Alberto), Bebo Storti, Tiberio Timperi, Dario Vergassola, Sofia Viscardi. In allegato la locandina ‘O i brevetti o la vita’, il comunicato stampa del Comitato Italiano della Campagna, e l’elenco delle organizzazioni aderenti  Per maggiori informazioni noprofitonpandemic.eu Per firmare l’iniziativa eci.ec.europa.eu 

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Caos vaccini: dov’è il piano?

Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil: “I nostri iscritti non vogliono più essere presi in giro”

PESARO, 23 marzo 2021 – Le organizzazioni sindacali dei pensionati in questi giorni sono tempestati dalle telefonate dei propri iscritti che denunciano la situazione che stanno vivendo per vaccinarsi.

Il ritiro delle dosi di AstraZeneca che ha portato a rivedere il piano vaccinale ha peggiorato ulteriormente la situazione che già era confusa.

Più volte come sindacato dei pensionati abbiamo denunciato quello che sta succedendo sulla vaccinazione degli over 80, ma ahinoi continuiamo a non essere ascoltati.

Gli anziani sono le persone che dall’inizio della pandemia stanno pagando il prezzo più alto, prima in termini di decessi dentro le residenze protette, e ora per i continui disguidi nella vaccinazione.

Nessuno merita di essere trattato in questo modo, tanto meno le persone più deboli e fragili.

Di fronte al caos di questi giorni è urgente dare risposte adeguate, e invece si assiste solo ad un’enorme disorganizzazione. La Regione Marche è tra quelle che ha vaccinato meno, e creato innumerevoli disguidi.

Per le organizzazioni sindacali è irresponsabile aver gestito il piano vaccinale in modo così diseguale, creando grandi disparità tra chi avrebbe avuto il diritto di beneficiare del vaccino prioritariamente in quanto soggetto fragile o anziano e chi poteva tranquillamente aspettare il turno successivo.

In questa situazione di particolare emergenza, in cui tutta la popolazione è provata, dopo che siamo in zona rossa da oltre dieci giorni, è tempo di dare informazioni chiare e trasparenti, senza infingimenti di sorta. Un esempio? Per quel che riguarda la vaccinazione per gli anziani ultra settantenni è stato detto che è possibile prenotarsi. Ma la procedura, di fatto, non è ancora attiva.

Spi Cgil  Fnp Cisl Uilp Uil  

Pesaro Urbino

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Ora si è passato il limite: si rispettino gli anziani

Vaccinazioni/ La protesta dei sindacati pensionati Spi CgiI, Fnp Cisl, Uilp Uil

Timori per il vaccino AstraZeneca, ore di fila al centro Monaldi, disorganizzazione e caos: uno spettacolo indegno che non deve più ripetersi

PESARO, 14 marzo 2021 – “Quello che sta succedendo in questi giorni sulla somministrazione dei vaccini agli anziani ultra ottantenni è davvero troppo.

I sindacati dei pensionati sono seriamente preoccupati per come si sta involvendo la situazione vaccinale.

Si è davvero passato il limite, non si possono trattare in questo modo le persone, e a maggior ragione quelle che hanno bisogno di più protezione e tutela.

Sono giorni ormai che apprendiamo delle disfunzioni legate alla logistica per l’inoculazione dei vaccini.

Noi l’avevamo già denunciato che così, come era stato approntato il piano vaccinale non andava incontro alle esigenze degli anziani.

Le scene degli assembramenti che abbiamo visto nei giorni scorsi davanti al centro Monaldi di Pesaro dove gli anziani sono stati lasciati per ore all’aperto perché le dosi previste non erano ancora arrivate, non si devono più ripetere.

E’ stato uno spettacolo indegno dopo tutto quello che in questi mesi hanno sofferto gli anziani nella loro solitudine ad aspettare un vaccino.

E come se ciò non avesse creato abbastanza disagi, ieri (sabato 13 marzo ) ci sono stati altri problemi, questa volta legati alla mancanza di dosi Pfizer, e pertanto gli anziani è stato inoculato il vaccino AstraZeneca.

E’ possibile che non si potessero avere delle accortezze maggiori come per esempio avvisare tempestivamente le persone in modo che potessero scegliere liberamente cosa fare?

E ancora: le notizie che si sono susseguite in merito ai decessi avvenuti, forse, a causa del vaccino AstraZeneca, hanno giustamente disorientato e impaurito le persone, gettandole nello sconforto, e facendole desistere dal vaccinarsi.

Tutto ciò è sconcertante.  Agire in questo modo significa non avere rispetto per le persone più fragili e farle sentire solo un peso per la società.

Per noi è inaudito quanto sta accadendo ovvero sommare disfunzioni a disfunzioni, e tutto sulla pelle delle persone più deboli.

Sapevamo tutti che questa sarebbe stata la più grande campagna di vaccinazione di massa e ci siamo arrivati nelle condizioni peggiori, senza avere una programmazione seria e ponderata. Si poteva fare meglio? Sicuramente avremmo potuto studiare e organizzare una logistica migliore, avremmo potuto essere più rapidi nel trovare un accordo con i medici di base per vaccinare le persone fragili.

Sono mesi che chiediamo chiarimenti sull’organizzazione della vaccinazione e ancora oggi assistiamo a scene indecorose.

Alla politica chiediamo un cambio di passo chiaro e deciso.  La nostra regione è tra quelle che ha eseguito meno vaccinazioni, segno che esistono delle evidenti difficoltà organizzative. Ci auguriamo che si recuperi velocemente, e si garantisca subito la vaccinazione a domicilio per i tanti anziani non autosufficienti e per chi si prende cura di loro”.

Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil  Pesaro Urbino

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Eroi a parole, senza soldi nei fatti

Personale sanitario Area vasta 1: senza risposte concrete pronti alla mobilitazione a partire dal blocco degli straordinari

 PESARO, 12 marzo 2021 – A distanza di un anno dall’inizio della pandemia il personale ASUR Area vasta n1,  da subito impegnato a fronteggiare un evento senza precedenti, ancora non ha avuto il pagamento della premialità  Covid riferita al 2020.

L’importo del premio non è certamente sufficiente a compensare l’immenso lavoro e i costanti sacrifici che ogni lavoratore ha dovuto affrontare, a livello personale e familiare, per continuare a garantire l’assistenza necessaria alla popolazione ma avrebbe assunto un significato almeno simbolico di gratitudine ma al di là dei numerosi ringraziamenti mediatici ad oggi, non si è ancora passati ai fatti.

Già questo sarebbe sufficiente per comprendere la frustrazione dei dipendenti di Area vasta 1 ma evidentemente le sorprese dovevano ancora arrivare:  non solo a marzo i dipendenti non si troveranno in busta paga il premio del 2020 ma si vedranno anche decurtate le indennità di condizioni di lavoro per le mansioni che continuano a svolgere in contesto Covid.

Se a questo si aggiunge la carenza di organico mai compensata e la necessità di garantire turni di lavoro sempre più massacranti è del tutto evidente che la misura ormai è colma.

Per questo, in assenza di risposte concrete da parte della direzione di Area vasta e di Asur, saremo costretti a mobilitare i lavoratori prevedendo, fin da subito e per cominciare, il blocco degli straordinari.

Per la RSUFP CGILCISL FPUIL FPL
Massimo RagniVania SciumbataAlessandro ContadiniAngelo Aucello
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Appello dei sindacati pensionati Cgil Cisl e Uil: non dimenticate le persone fragili

PESARO, 3 marzo 2021 – La programmazione vaccinale contro il Covid non tiene conto delle fasce più fragili della popolazione che sono le vittime più numerose di questa tragica situazione.

Il sindacato dei pensionati Spi-Cgil – Fnp-Cisl – Uilp-Uil – ribadisce che bisogna fare presto e fare bene altrimenti continueremo a piangere altre vittime di questa pandemia.

Il piano vaccinale ha molte carenze. In primo luogo la logistica sta evidenziando tutte le criticità a partire dal fatto che i tre punti di vaccinazione sono insufficienti per il territorio pesarese nei quali si riversano gli anziani di tanti comuni limitrofi. I disagi che si stanno verificando erano prevedibili, ma all’oggi ancora non si riesce a trovare una soluzione che garantisca la sicurezza delle persone.

Ma ciò che ci preoccupa è l’assenza totale di un piano vaccinazione a domicilio che ricade su coloro che non possono recarsi autonomamente, né accompagnati ai centri vaccinazione.

Siamo allibiti e preoccupati del fatto che ancora non ci sia una risposta chiara e certa su questi soggetti che dovrebbero essere i primi a ricevere il vaccino. Sappiamo le difficoltà legate alla carenza e al rallentamento dei vaccini, ma non per questo debbono ancora essere i più fragili a pagare il prezzo più alto.

Ci si è dimenticati completamente delle persone anziane che non possono camminare e di quelle fragili.

Siamo inoltre stupefatti dalle polemiche sul continuo rimpallo delle responsabilità e di una discussione sterile sui costi dell’operazione vaccinale, senza la minima preoccupazione in merito alle difficoltà di queste persone.

Più volte abbiamo chiesto di iniziare la vaccinazione dagli anziani e dai più fragili cioè da coloro che sono la memoria storica di questo paese e che con la loro pensione aiutano tutti i giorni a far quadrare il bilancio familiare.

Il fatto che non riescono a deambulare, o che rientrano tra le fasce cosiddette “fragili”, non significa che non abbiano interessi, che non abbiano voglia di vivere e che siano marginalizzati dalla società.

Abbiamo l’impressione che alcune categorie a rischio, siano sacrificabili, e questo è inaccettabile. Chiediamo pertanto chiarezza per dare speranza e conforto a tutte le persone che in questo momento si sentono abbandonate, e che vogliono essere vaccinate.

Per le organizzazioni sindacali vaccinarsi è un atto di civiltà rispetto al quale le minacce dei negazionisti e dei no – vax vanno rispedite al mittente.

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Lavoratori somministrati senza premio produttività: la denuncia di Nidil e Fp Cgil

Lettera ai dirigenti dell’agenzia di somministrazione e di Area vasta 1

PESARO, 23 febbraio 2021 – Lavoro precario, disparità di trattamento e diritti negati. Questa volta nel mirino dei sindacati Fp Cgil e Nidil Cgil Pesaro Urbino, sono finite l’agenzia di somministrazione Ranstad Italia spa e l’ Asur (Area Vasta 1).

Vania Sciumbata, segretaria generale Fp Cgil Pesaro Urbino e Valentina D’Addario segretaria Nidil Cgil Pesaro Urbino hanno scritto una lettera per chiedere l’applicazione dello stesso trattamento per i lavoratori somministrati e denunciare la disparità di trattamento tra gli addetti.

A questi lavoratori, infatti, non sono stati versati i cosiddetti premi di produttività. Da qui la lettera inviata all’agenzia Randstad Italia spa, al direttore Area vasta 1 Romeo Magnoni e al direttore della gestione risorse umane Paolo Pirrella.

“Ci risulta – si legge nella missiva – che Randstad Italia spa e l’Azienda ASUR Area Vasta 1 (azienda utilizzatrice) non abbiamo ancora riconosciuto l’istituto della produttività collettiva ai lavoratori e alle lavoratrici in somministrazione già maturata da diversi anni e riconosciuta anche ai sensi del vigente contratto normativo giuridico decentrato di Area Vasta 1 che recepisce il Ccnl Sanità 2016 – 2018.
Si evidenzia che la normativa vigente, e l’articolo 30 del CCNL per la categoria delle Agenzie di Somministrazione di lavoro riconosce parità di trattamento ai lavoratori in somministrazione, da applicare obbligatoriamente.

Pertanto, si invitano Randstad Italia e Asur Area Vasta 1, in quanto responsabile in solido, a riconoscere e corrispondere l’istituto della produttività collettiva anche pregressa a tutti i dipendenti di Randstad Italia che prestano la propria attività in favore di Asur Area Vasta 1”.

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Lavoratori fragili – Novità Legge di Bilancio 2021

Dal 1 gennaio 2021 torna la tutela per i lavoratori fragili grazie a un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera al disegno di legge di Bilancio 2021 .

Si recupera così un vuoto normativo grave nell’ambito della salvaguardia dei lavoratori per l’emergenza sanitaria da Covid-19, perché ha riguardato i lavoratori più deboli di questa pandemia, ossia i lavoratori affetti da disabilità o quelli in condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti di patologie oncologiche.

COSA E’ SUCCESSO

L’art.26 comma 2 del Dl 18/2020 prevede che il periodo di assenza dal lavoro sia equiparato a ricovero ospedaliero per i lavoratori dipendenti privati e pubblici in possesso di certificazione rilasciata dagli organi medico-legali , attestante una condizione di fragilità:questo valeva fino al 15 ottobre.

Dal 16 ottobre e fino al 31 dicembre i lavoratori fragili svolgono di norma la prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso la collocazione a mansione diversa o area di inquadramento ; tuttavia sono tante le attività che non possono essere svolte in maniera agile con la conseguenza che molti sono costretti a usufruire della aspettativa non retribuita con grave perdita dello stipendio.

Con la legge di Bilancio fortunatamente si rimedia al vuoto normativo, approvando l’emendamento secondo cui “le disposizioni dell’art.26 commi 2 e 2 bis, del decreto legge 17 marzo 2020 n. 18, convertito con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020 n. 27 , si applicano nel periodo dal 1 gennaio al 28 febbraio 2021”.

Questo significa che dal 1 gennaio i lavoratori fragili che potranno lavorare da casa avranno diritto ad usufruire dello smart working, mentre coloro che svolgono una mansione incompatibile con lo smart working potranno richiedere la tutela della malattia.

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Stop alle aggressioni fisiche e verbali contro il personale sanitario

Fp Cgil e Fp Medici esprimono solidarietà e chiedono provvedimenti esemplari ricordando che chi ha scelto la professione sanitaria

a costo di grandi sacrifici personali è sempre dalla parte dei pazienti

PESARO, 2 gennaio 2021 – Da giorni stiamo assistendo a una escalation di aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale sanitario: sono stati insultati per essersi sottoposti al vaccino, sono stati aggrediti mentre svolgevano la propria attività di presa in carico territoriale come nel caso del personale delle Usca, sono stati oggetto di violenza fisica e verbale mentre stavano prestando soccorso come nel caso del personale medico e paramedico del 118, del Dea e di radiologia.
Purtroppo non è la prima volta e, salvo una breve parentesi nel corso della quale sembrava essersi innescato un meccanismo virtuoso di riconoscimento del ruolo e dei sacrifici, il personale della dirigenza e del comparto è tornato ad essere oggetto di frustrazioni ed aggressioni da parte di chi non vuole o non riesce ad ottenere la cura necessaria.
Da anni denunciamo che i tagli alla spesa sanitaria producono danni irreparabili alla salute dei cittadini ed alla sicurezza dei lavoratori. Il personale sanitario sta affrontando questa pandemia dopo aver assistito a decenni di tagli sul personale e di errori di politica di programmazione degli accessi alle professioni; gli effetti di queste scellerate politiche sono sotto gli occhi di tutti: stalli nelle assunzioni, difficoltà a garantire il turn-over, mancato rispetto delle norme sui riposi, diminuzione delle risorse a disposizione per la prevenzione e la medicina territoriale.
Nell’esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a tutto il personale sanitario ed in particolar modo a coloro i quali hanno sopportato episodi di violenza, (quasi sempre contro le donne), chiediamo l’adozione di provvedimenti esemplari anche alla luce delle recenti evoluzioni legislative ma soprattutto ricordiamo a tutti che chi ha scelto di esercitare la professione sanitaria ha fatto una scelta di campo: stare dalla parte del paziente affrontando enormi sacrifici personali e familiari come la pandemia ci ha insegnato: non dimentichiamocene.

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